Gerardo Diego, gran poeta di Spagna di Angela Bianchini

Gerardo Diego, gran poeta di Spagna MORTO A 90 ANNI UN PROTAGONISTA DELLA «GENERAZIONE DEL '27». Gerardo Diego, gran poeta di Spagna MADRID — Il poeta spagnolo Gerardo Diego, uno dei massimi rappresentanti della cosiddetta •generazione del 27', è morto ieri nella sua casa di Madrid in seguito a un' affezione bronchiale. Aveva novantanni. Nato il 3 ottobre 1896 a Santander (Cantabria, Spagna settentrionale), Gerardo Diego ottenne tra l'altro nella sua carriera due volte il Premio nazionale di letteratura (nel 1924 con Rafael Alberti, e nel 19S6). Nel 1979, ex aequo con Jorge Luis Borges, ebbe il Premio Cervantes. Fin da piccolo ebbe una grande predisposizione per la musica che trasferi nei suoi versi. .La musica, disse una volta, cosi come la poesia, è un orologio che non tutti sanno leggere». Era nota la sua ossessione per trovare la parola giusta, l'aggettivo più adeguato, la frase più musicale. Scrisse i primi versi a 13 anni. Studiò lettere e filosofia, laureandosi nel 1916, e in quegli anni fu particolarmente influenzato dal poeta cileno Vieente Huidobro. Nel 1920, già docente all' Università di Sorta, pubblicò il suo primo libro di versi Romance ro de la novla, nel 1924 ottenne per Manual de espumas il Premio nazionale di letteratura. In quel periodo cominciò a pubblicare versi nella Re vista de Occidente, su consiglio di Ortega y Gasset, ed entrò così in contatto con la •generazione del 27., della quale facevano parte tra gli altri Rafael Alberti e Federico Garda Lorca. (Ansa) Con Gerardo Diego, novantenne, scompare un altro personaggio di una generazione, quella spagnola del 1927 che, a sessantanni di distanza, sembra acquistare in ampiezza, versatilità e inesauribilità di talenti. Scompare, anzi, con Gerardo Diego, l'antologista, il segretario, il cronista, il promotore delle famose celebrazioni del centenario di Gongora del 1927, da cui la generazione stessa, composta da Guillén. Salinas, Lo re a, Alberti, Aleixandre e da tanti altri, prese il nome e l'avvio. DeFallaeDali Fu Gerardo Diego a scrivere, nella sua Cronaca del centenario di Congora, che tale centenario doveva essere contrassegnato da "ogni sorta di manifestazioni giovanili serie e frivole» e, in effetti, se non tutte quelle programmate ottimisticamente da Diego (tra le quali la pubblicazione di dodici volumi di poesia gongorina, la messa in scena di una verbena andaluza, un concerto per il quale De Falla scrisse il suo Sonetto a Cordoba, un'esposizione di disegni alla quale Dali e Juan Gris avevano promesso contributi!. molte di esse ebbero luogo. Tra le più celebri, Vautodafé che si tenne il 23 maggio 1927 in un luogo che Diego si rifiutò di nominare e nel quale esisteva un tribunale dei maggiori devoti di Gongora, e cioè Dàmaso Alonso, Alberti e Diego stesso, e tra gli accoliti e sottodiaconi figuravano Bunuel e Bergamin. Il giorno dopo, si tornò alle cose serie e i seguaci di Gongora assistettero a un Requiem solenne per l'anima di don Luis. «Gerardo Diego è il serio rigido marito di Carmen da molti anni, ma non può resistere al desiderio di divertirsi ogni tanto con Lola», scrisse Salinas dieci e più anni dopo. E l'allusione è al nome della rivista poetica fondata da Diego, Carmen, che aveva, però, un supplemento umoristico intitolato Lola, e continuava poi: «E' un entusiasta della causa. E la causa è sempre la poesia, la più antica e la più moderna, quella di Solo de Roja o quella di Huidobro, quella di Lope o quella di Juan Larrea... un voltagabbana, dall'ultraismo alla scuola di Siviglia?». «No», conclude Salinas, «un fedele della Signora che comprende e perdona tutto. Nostra Signora della Poesia... che accoglie tutti, il poeta di ieri e il poeta di oggi». Scritte più di quarant'anni fa, queste parole continuano ad applicarsi al Gerardo Die¬ go che visse fino a ieri. Nato a Santander nel 1896. Diego studiò con i Gesuiti, e poi alle Università di Salamanca e Madrid, fu professore di letteratura. Cominciò a scrivere nel 1918 e i suoi Versos Humanos ottennero nel 1924 il Premio National de Literatura. Nel 1934 fu inviato in missione culturale nelle Filippine e da allora, oltre che diventare accademico di Spagna nel 1947, fu insignito di premi e cariche. Lo sperimentatore Ma il nome di Gerardo Diego resta soprattutto legato alla famosa Antologia dedicata ai poeti suoi contemporanei che egli pubblicò in due edizioni, nel 1932 e nel 1934, opera storica che consacrò la sua stessa generazione nonché all'.-lwo/ei;ia dedicata a Gongora. Basterebbero queste due opere a rendere anche più chiaro il senso delle parole di Salinas e cioè il ruolo doppio di conservatore della grande tradizione ispanica e di innovatore che ebbe Gerardo Diego: e questo secondo aspetto si espresse nella immissione del creazionismo del cileno Vieente Huidobro. E' stata spesso sottolineata, e del resto appare evidente, una essenziale dualità in Gerardo Diego: da un lato quel¬ la dell'amore umano, del paesaggio delle terre di Castiglia, e specie della campagna di Soria, e dall'altro quella sperimentale di elaborazione che si espresse appunto nel creazio-' nismo. Ma forse, come ha osservato Oreste Macri, non può bastare questa definizione per una personalità ricca e curiosa quale è quella di Gerardo Diego e, davvero, per capire colui che resta davvero come esempio ai compagni e all'età futura, occorre ripensare una poesia copiosa che va dal 1918 fin quasi a oggi. Abbiamo Imagen del 1918, il capriccio neobarocco della Fàbula de Equis y Zeda, del 1932 poi Alondra de verdad del 1941 e infine Amor solo del 1958 che Macri considera tra le più intense rappresentazioni di Diego di questi anni. E dobbiamo tornare al poeta appassionato e vivo che, nei suoi accenti musicali, nella molteplicità di espressione, nell'intuizione poetica, ci riporta a una grande stagione: «L'alba è una spugna I e cancella la lavagna I dei sogni senza meta. I Quanto è arduo raccontare I i sogni fuggitivi I con parole sveglie. I Restarono solo filacce I di nebbie che al nuovo sole I s'affilano, dileguano. .' Ed erano non di meno; I esistettero reali, I coerenti i sogni». Angela Bianchini

Luoghi citati: Filippine, Madrid, Salamanca, Santander, Spagna