L'Iran sferza ancora Parigi di Enrico Singer

L'Iran siena ancora Parigi «La guerra diplomatica nasconde forniture belliche all'Iraq» L'Iran siena ancora Parigi Doccia fredda per Chirac, che minacciando la rottura dei rapporti sperava di avere in pugno la situazione - I familiari di Gordji confermano: «Irangate sulla Senna» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — La prima reazione iraniana alla linea della fermezza scelta da Chirac ■ nella «guerra delle ambasciate» è arrivata a Pirigt come una doccia fredda. Il primo ministro di Khomeini, Mir Hossein Moussavi, ha ignorato il rischio di una rottura delle relazioni diplomatiche fatto planare martedì dal premier francese e ha contrattaccato. Ha definito un -complotto internazionale- i sospetti di contatti con i terroristi che pesano su un rappresentante dell'Iran in Francia. E ha rovesciato le accuse: se il dialogo è In crisi, sarebbe colpa del governo di Parigi che si appresterebbe a fornire all'Iraq nuove armi — caccia Super-Etendard — -soffiando sul fuoco- del conflitto del Gclfo. Lo scontro tra Parigi e Teheran, insomma, cresce di tono. La strategia Iraniana sembra quella di ribattere colpo su colpo e di mettere in difficoltà il vertice politico francese sfruttandone i possibili contrasti. A cominciare dal caso Gordji. I familiari dell'interprete dell'amba sciata, che secondo la magistratura sarebbe coinvolto negli attentati del settembre '86 e che.è nascosto,nella sede diplomatica, hanno lasciato la notte scorsa Parigi riaprendo le polemiche sulle coperture che il ministero degli Esteri francese avrebbe offerto al giovane Iraniano. E' stato il padre di Wahld Gordji, Nosmanallah, a dire che suo figlio era stato consigliato da -diversi funzionari del Quai d'Orsay- a restarsene al sicuro nell'ambasciata mentre giudice e polizia lo cercavano. E Nosmanallah Gordji non è un personaggio di secondo piano. Medico chirurgo trapiantato in Francia da oltre vent'anni, è stato 11 medico personale di Khomelni quando l'imam viveva esule a Neauphle-le-Chateau. Prima di partire, per Teheran con la moglie di Wahld, 1 due nipoti e un'altra figlia, ha dichiarato di -non voler fare politica- ma ha ripetuto la tesi che suo figlio aveva sostenuto cinque giorni fa in una confereneza stampa convocata a sorpresa nei locali dell'ambasciata assediata dalla polizia francese. E' la tesi del «mini Irangate sulla Senna»: del contrasto tra il ministero degli Esteri, preoccupato di salvare le trattative segrete con l'Iran, e 11 ministero dell'Interno, impegnato a fare luce sugli attentati che sconvolsero Parigi con un bilancio di 13 morti e oltre 200 feriti. Su questo aspetto oscuro della 'guerra delle ambasciate» è in corso un'inchiesta. E Ieri il giudice Boulouque — io stesso che voleva ascoltare Wahld Gordji — ha interrogato Didier Destremau, 11 funzionario del ministero degli Esteri che avrebbe -consigliato» all'interprete di non muoversi dalla sede diplomatica per sfuggire alle ricerche della polizia. Destremau si è presentato volontariamente al magistrato, ma nulla è trapelato finora sulla sostanza dell'Interrogatorio. All'indomani delle rivelazioni di Gordji, tuttavia, il Quai d'Orsay aveva negato che funzionari del ministero avessero in qualche modo favorito il giovane Iraniano. Cosi come è arrivata puntuale, ieri, la smentita all'altra accusa che Teheran ha mosso alla Francia: quella sulle nuove forniture militari all'Iraq. Parigi non ha in programma vendite di caccia Super-Etendard: le ultime consegne — -frutto di un vecchio contratto- — hanno riguardato Mirage F-l equipaggiati di missili Exocet, 1 Enrico Singer

Persone citate: Chirac, Didier Destremau, Khomeini, Mir Hossein Moussavi, Wahld Gordji