Ciga, torna il turista Usa di Ugo Bertone

Ciga, torna il turista Usa Nuovi programmi delTAga Khan in Italia, Spagna e Austria Ciga, torna il turista Usa Previsto nell'87 un recupero del 30% della clientela americana - Il fatturato salirà a 210 miliardi Canno scorso il gruppo ha chiuso in rosso per 3,6 miliardi, per la Fimpar utile di 6 miliardi DAL NOSTRO INVIATO SAN SEBASTIAN — Canta il tenore José Carré ras davanti a giornalisti di mezzo mondo e ai sindaci di mezza Spagna (quello di Granada si commuove alle note della famosa canzone). Su tutti, nel teatro di San Sebastian. regna il principe Amyn Aga Khan, fratello di Karim. più che mai intenzionato a diventare il re del turismo d'elite, nonostante i problemi dell'86 con la fuga dei clienti Usa. E proprio a San Sebastian. nel cuore dei Paesi Baschi, la Ciga lancia il suo messaggio di ripresa dopo l'anno nero del turismo europeo, tra l'Achille Lauro, la nube di Cernobil. il boicottaggio lanciato da Reagan. Ma tornano i turisti americani dopo la -doccia fredda.? La risposta a Willy Brawand. direttore generale della Ciga, grande stratega del turismo di lusso. «La paura — dice — sembra finita ina ci vorranno un anno o due per recuperare i giri organizzati. Il turismo individuale, quello più ricco, invece è già tornato. Quest'anno la Ciga conta di avere il 30% in più di turisti americani. Il crollo dell'86, quando le presenze dagli Usa si sono dimezzate, deve essere ancora recuperato. Il calo del dollaro ha impedito un rientro più marcato. L'inversione di tendenza, però, è in atto*. Ma il rischio Italia c'è ancora? 'No, con un'eccezione: Roma, che resta una città difficile. Il terrorismo spagnolo dopo Barcellona, invece, non ha inciso per nulla sulle prenotazioni. Gli Usa, poi, contano molto meno per gli alberghi spagnoli. Nell'85, invece, gli americani rappresentavano quasi la metà degli ospiti Ciga'. La stagione '87, dunque, si presenta migliore, però senza trionfalismi: si prevede un aumento complessivo delle presenze del 15% e un giro d'affari ^complessivo pari a 210 miliardi. La convinzione è, comunque, di poter cancellare un anno difficile che ha avuto 1 suol riflessi sui conti consolidati della Ciga e della Fimpar; la prima ha annunciato una perdita di gruppo di 3,6 miliardi mentre la capogruppo chiude con un utile di sei miliardi e un dividendo unitario di 50 lire per le risparmio e di 20 lire per le ordinarie. I programmi continuano: Italia, Spagna e ora l'Austria. L'accoppiata FimparCiga comincia ad assumere quel volto di multinazionale del turismo di lusso che piace all'Aga Khan. Le proprietà alla Fimpar, serbatoio di liquidità per gli acquisti di immobili (titolo patrimoniale), la gestione alla Ciga (titolo leader nel settore dei servizi alberghieri, interessante anche per i grandi gestori dei fondi internazionali). Domenica sera lo stesso principe Amyn ha voluto inaugurare a San Sebastian l'hotel Maria Cristina, riportato ai fasti di inizio secolo da un costoso intervento (tutto a carico del governo autonomo basco, deciso ad affidare al marchio Ciga il rilancio del turismo in una regione tormentata). Ieri, a Milano, Franzo Grande Stevens ha illustrato ai soci della Fimpar l'operazione Austria: quattro alberghi, tra Innsbruck, Salisburgo e Vienna, di proprietà del Creditanstalt austriaco (la Firnpar ha acquisito il 25% della proprietà degli immobili), affidati alla gestione Ciga con un contratto della durata di 25 anni. Inoltre, nell'orbita Fimpar è entrata la Costa Smeralda Hotels (stima complessiva, formata da Luigi Guatri, di 44,7 miliardi La quota Fimpar nella catena austriaca Imperiai (in totale 500 stanze) è destinata a salire. In Spagna, gli alberghi sono sei, tra Oviedo, Siviglia, Jerez de la Frontera, Tenerife. Rescafria e San Sebastian. Nel giro di due anni il gruppo Fimpar è passato da poco più di tremila stanze a oltre 5400 (3200 sono in Italia). Ma l'espansione è tutt'altro che finita. In vista ci sono acquisti in Spagna (Madrid, Barcellona, Granada), in Gran Bretagna {'Di Londra — spiega Brawand — non possiamo fare a meno»), in Germania. E l'Italia? «L'obicttivo è il Sud, la Sicilia in particolare — risponde —. Il problema è trovare alberghi che rispondano alle nostre richieste, sia in Italia che altrove. Abbandonate, invece, la via del franchising cara alla Ciga di Bagnasco, per la difficoltà di controllare la qualità, e la scelta di puntare sui gruppi organizzati (cavallo di battaglia sempre dell'epoca Bagnasco). Quei giapponesi addormentati nelle hall fanno rabbrividire il princip< Aga Khan, capo degli ismailiti, regista dell'operazione lusso in Europa in sella ai quattro cavalli di San Marco, simbolo della Ciga, uno del marchi italiani più noti nel mondo. Ugo Bertone