Scambio d'accuse peri il rogo in cella di Susanna Marzolla

Scambio d'accuse perii rogo in iella '■—: : —— ".*"— ' '■ — ■ » rv> ; i A San Vittore vi sono 1700 detenuti, era stato costruito per mille Scambio d'accuse perii rogo in iella '■—: : —— ".*"— ' '■ — ■ » rv> ; i Due dei quattro asfissiati erano in carcere da poche ore - Il direttore: «I soccorsi sono stati rapidi» - Ma i reclusi, interrogati dal magistrato, smentiscono - Ritardi nei trasferimenti al nuovo penitenziario di Opera MILANO — -Stanno li in quattro, ammassati in celle di 8 metri quadrati teoricamente predisposte per un solo detenuto. Tutti tossicodipendenti, tutti sieropositivi, tutti disperati. Arrivano a tagliarsi le vene per avere un po' di valium. Sfido chiunque a restare li dentro senza impazzire*: cosi Luigi Cipriani. deputato di democrazia proletaria, descrive il raggio Coc (Centro osservazione criminologlca) di San Vittore, dove, nella notte tra sabato e domenica, quattro detenuti sono morti nel rogo della loro cella. Ciprianl è stato finora l'unico esponente politico a visitare il carcere, all'indomani della tragedia. «Per prima cosa — racconta — abbiamo incontrato il direttore, Giuseppe Cangemi. Non ha voluto darci particolari sull'episodio, poiché è in corso un'ispezione ministeriale, ma ha definito incomprensibile il gesto del detenuto che ha appiccato il fuoco e ha sostenuto che nel carcere tutto ha funzionato a dovere e in tempi rapidi*. I detenuti del reparto smentiscono però la tempestività dei soccorsi: «Da quello che abbiamo potuto capire — prosegue il deputato — le cose sono andate così: l'egiziano Ahmed Said Abdallah da giorni dava segni di squilibrio, aveva tentato anche il suicidio. Sabato sera ha cominciato a battere insistentemente sulla porta chiedendo il valium. La guardia, esasperata, non gli ha dato retta. Allora ha acceso un fuoco, forse piccolo, ma in quell'ambiente sovraffollato è stato sufficente: è scoppiata la tv- n reparto Coc è diviso in quattro piani; di giorno c'è una guardia per piano, di notte una ogni due piani. •Al momento dell'incendio — dice Ciprianl, sempre riportando il racconto del detenuti — la guardia era al piano di sotto. E' tornata su di corsa, richiamata dalle grida. Ha visto ciò che è successo, è scesa ancora giù per prendere le chiavi, che sono tutte centralizzate: tre ram¬ pe di scale. Quando è arrivato la porta della cella era rovente. Allora ha aperto le altre e tutti hanno cercato di spegnere il fuoco con secchi d'acqua. In sostanza i primi soccorsi sono arrivati dopo 10 minuti e gli idranti sono entrati in funzione solo alla fine perché i bocchettoni non avevano i relativi manicotti tenuti separati, ci hanno spiegato, per motivi di sicurezza*. Secondo dp •i quattro detenuti della cella 301 potevano essere salvati*, n magistrato che conduce l'inchiesta, il sostituto procuratore Edmondo Bruti Liberati, ha però escluso che al momento siano emerse responsabilità per quanto è avvenuto, n magistrato ha interrogato per 5 ore, dall'una alle 6 del mattino di domenica, agenti e detenuti presenti nel reparto e ha disposto diverse perizie, in particolare tossicologiche, sui quattro detenuti morti. Sembra che i due italiani, il diciannovenne Luigi Puma e Daniele Cadeo, 34 anni, in carcere da poche ore, non si siano accorti di nulla: al contrario dell'egiziano e del tunisino, Ben Tyan Adel Mithali, che avevano cercato vanamente rifugio nell'angolo del gabinetto, erano distesi sulle loro brande. Nel carcere di San Vittore è andato ieri anche Nicolò Amato, direttore generale degli istituti di prevenzione e pena. Poi si è recato a Palazzo di giustizia dove, nell'ufficio del procuratore generale Berla D'Argentine, era in corso un incontro sul nuovo carcere di Opera. Riunioni ce n'erano già state, ma sempre, il Comune di Milano e la Regione Lombardia, avevano inviato assessori e funzionari privi delle competenze necessarie. Cosi, mentre il carcere è stato ultimato da tempo, restano ancora da risolvere tutti 1 problemi connessi. Solo ieri, per esemplo, è stato deciso quale Usi dovrà occuparsi dei problemi sanitari dei detenuti e ancora adesso chi vuole raggiungere il carcere con 1 mezzi pubblici deve. fare un chilometro a piedi. Il carcere di Opera, alla periferia Sud di Milano, è pronto da otto mesi: capace di ospitare circa 800 detenuti, anche se non risolverà 1 problemi di San Vittore, potrebbe almeno alleviarne il sovraffollamento (nel carcere milanese sabato c'erano 1720 detenuti; la struttura è approntata per meno di mille). Finora problemi logistici e mancanza di accordo tra gli enti locali hanno fatto si che potessero essere trasferiti ad Opera solo una cinquantina di reclusi. Nicolò Amato ha assicurato che entro un mese i trasferimenti saranno 400 e che, per settembre, •il carcere di Opera funzionerà a pieno regime*. Sono tempi che non combaciano con quelli (sanitari e di viabilità) di competenza degli enti locali: «£' pero», dice il sindaco di Milano Paolo Pilli He ri. Ma perché questi problemi non sono stati affrontati contestualmente alla costruzione del carcere? «Afe lo domando anch'io*. Susanna Marzolla

Persone citate: Ahmed Said Abdallah, Berla D'argentine, Daniele Cadeo, Edmondo Bruti Liberati, Giuseppe Cangemi, Luigi Cipriani, Luigi Puma, Nicolò Amato, Paolo Pilli

Luoghi citati: Comune Di Milano, Lombardia, Milano