Le verità di North, cadono i veli sull'Irangate

Le verità di Neri h, cadette I veli sull'I rangole Il colonnello dei marines oggi alla Commissione inquirente: deve testimoniare sul piano per vendere armi a Teheran e sul ruolo di Reagan Le verità di Neri h, cadette I veli sull'I rangole DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Per la prima volta dalle udienze della bellissima Faum Hall, la segretaria che ha fatto innamorare di sé l'intera America, e che l'attrice Farah Faweett vuole impersonare sugli schermi, oggi le televisioni torneranno al Congresso per lo scandalo Irangate. n sipario si alzerà sull'ultimo atto del dramma reaganiano: Oliver North, il colonnello dei marines che generò lo scandalo e che ne custodisce i segreti più nascosti, incomincerà la sua testimonianza davanti alla Commissione inquirente del Senato e della Camera. Mai la sorte di una presidenza americana è stata così legata a un un solo uomo, un oscuro reduce della guerra del Vietnam assurto in un decennio al ruolo di braccio armato della Casa Bianca. Dalle risposte di North alle spietate domande dei parlamentari dipenderà non solo il destino di Reagan ma anche l'eredità del reaganismo. Vn colpo di scena nel corso del weekend, che ha evocato Io spettro-di un suo velleitario disegno golpista, ha acuito l'interesse già spasmodico che circonda la deposizione dell'uomo dell 'Irangate. Rambo accecato per taluni, ma eroe nazionale per altri, tra cui lo stesso Presidente, in parte primadonna megalomane e in parte stoico soldato, Oliver North si presenta oggi al giudizio dell'America nell'inattesa veste di uno dei suoi uomini più potenti, se non il più potente dopo Reagan, e di oscuro architetto di manovre anti-costituzionall. Alla vigilia delle udienze, i giornali hanno fatto sensazionali rivelazioni sul colonnello dei marines. Secondo il Miami Herald, fin dall'ingresso alla Casa Bianca nell'82, North fu cooptato da un governo parallelo clandestino formato con l'assenso del Presidente dall'alloro suo consigliere Meese, dal direttore della da Casey, da quelle del Consiglio di sicurezza nazionale, Clark, e da altri fidati reaganauti. E nell'84, propose a quel governo un piano per l'imposizione della legge marziale in caso di crisi. La Casa Bianca ha smentito l'esistenza di un governo nel governo, come lo ha chiamato il legale della Commissione inquirente Arthur Liman. Ma non ha potuto smentire quella del disegno anticostituzionale del colonnello North: tra i documenti è stata rinvenuta infatti una lettera di protesta dell'alloro ministro della Giustizia French Smith, avvocato personale del Presidente. Che cosa intendeva North per crisi? Una guerra nucleare, ha spiegato il Miami Herald, ma anche il rifiuto degli americani di accettare l'eventuale invasione di un Paese terzo, ovviamente il Nicaragua. E come contava di reagire il colonnello? Con la sospensione della Costituzione, e la consegna del governo all'Ente Federale per la Gestione delle Emergenze (Fema), oggi responsabile della difesa civile in un conflitto atomico, e ai comandanti militari. Nello spazio di tre giorni — per una delle inscrutabili ironie delle storia, ponte della festa dell'Indipendenza — l'inchiesta sullo scandalo Irangate si è cosi trasformata in qualcosa di più ampio: un'inchiesta anche sui poteri straordinari di North e sugli ambigui estremismi del reaganismo. Di colpo, sono tornate alla ribalta le analogie con il Watergate di Nixon: un esercizio dell'autorità che viola la legge, tentazioni totalitarie interne, una politica estera occulta. I masterpleces, capolavori del colonnello dei marines, come la conquista di Granada nell'83, e l'intercettazione dell'aereo di Abu Abbas a Sigonella, tutte idee sue, hanno assunto un aspetto meno romantico e più allarmante. Da stamane, North è chiamato a svelare non solo come furono fornite le armi agli iraniani, come i loro pagamenti furono stornati ai contras nicaraguensi, e fino a che punto il Presidente vi fu coinvolto: ma altresì come e perché egli godette di tanto spazio al di fuori e al di sopra della Costituzione, e se fu proprio il Presidente a volerlo. Intervistato alla televisione, il capo di Gabinetto della Casa Bianca, Baker, ha preso le distanze, definendo Oliver North un funzionario di secondo o terzo rango, che non ebbe mai un téte à téte con il Presidente. Ma Reagan lo chiamava il mio marine preferito, e lo invitò nello Studio Ovale a guardare con lui la televisione quando gli studenti americani liberati a Granada sbarcarono a New York: devi avere sempre fede Ollie, gli disse. Quando, dopo il dirottamento della Achille Lauro, il terrorista palestinese Abu Nidal mise una taglia sulla testa del suo colonnello, Reagan lo fece riparare per alcuni mesi in una base militare con la moglie Betsy e i quattro figli. Il Presidente trovava noiosi i superiori di North, prima il pomposo McFarlane poi il grigio Poindexter, sebbene entrambi militari: Ollie lo divertiva, gli portava armi a ricordo delle visite in Centro America, e gli riferiva di rocambolesche imprese. Arthur Liman. un legale che da sempre fa politica, ha fornito la spiegazione più plausibile dell'inarrestabile ascesa del colonnello North. Uomo d'azione più che di pensiero, buon patriota, soldato valoroso — rientrò dal Vietnam con tre medaglie — egli colpì la fantasia dell'ex attore che si cela tuttora nel Presidente, e trovò terreno fertile nel torbido conservatorismo dei reaganauti più influenti. Con la Casa Bianca ossessionata dallincubo di finire come Carter nella vicenda degli ostaggi dell'Iran in Libano, e decisa a infliggere una lezione ai terroristi, il peso di North, un esperto del problema, aumentò a dismi-: suro. Fattori accidentali, come l'amicizia con McFarlane, un altro combattente del Vietnam, fecero una star del colonnello. Bastava una sua parola per indurre la Cia a spostare i satelliti artificiali in orbita, per spiare sui movimenti delle navi sovietiche dirette in Nicarac, la o in Libia, o a tenere se .o sorveglianza i leader negriIn un'intervista a Lite, la prima e forse l'ultima nel corso dell'inchiesta, Betsy North ha ieri difeso il marito, descrivendolo come una vittima del sistema. Sull'onestà personale del colonnello dei marines gravano dubbi da quando si è appreso che accettò dai trafficanti di armi 200 mila dollari per un fondo di investimento a nome dei suoi quattro figli, e un sistema d'allarme di 14 mila dollari per la sua villa in Virginia, a protezione da possibili attentati. Chiuso nello Studio Ovale. Reagan oggi seguirà alla tv le prime battute dell'inchiesta. Nella figura di North. un uomo finito a 44 anni, eretto nella sua divisa, il petto coperto di medaglie, vedrà forse tutta la parabola della sua presidenza, incominciata all'insegna del rinnovamento americano, e condannata a concludersi con una triste ritirata. Ennio Carette Great Falls. Il col. Nord, in viaggio per Washington, dove oggi sarà interrogato dalla commissione (Ap)