E' polacco, quasi martire di Gian Paolo Ormezzano

E'polacco, quasi martire CICLISMO Il Tour scopre Piasecki maglia gialla E'polacco, quasi martire DAL NOSTRO INVIATO BERLINO — Il 74* Tour de France Ita lasciato ieri in auto e in aereo Berlino per Stoccarda, centro del weekend tedesco pedalato, prima di entrare con la corsa in Francia, lunedì a Strasburgo. Il ciclismo italiano spappolatissimo al Giro ha qui vinto, con gli uomini del Giro, una semitappa, quella a cronometro a squadre, ha preso la maglia gialla con un suo uomo, Piasecki, polacco da noi inventato al ciclismo professionistico, ha avuto Bottoia secondo di tappa ed ha Bontcmpi secondo in classifica. E ha pure *vinto* la prima volata della sfortuna, con l'addio di Giuliani, spalla rotta in una caduta: al Tour la sfortuna entra in una specie di attivo nobile anche se contorto, la gente sa tenerne conto, Giuliani in Francia i è dolentemente ma. non negativamente popolare. Il tutto con tre squadre e ventisette corridori, dei quali diciotto nostri. Primo polacco «doc. in un ciclismo, quello del Tour, che ha celebrato negli Anni Cinquanta e Sessanta i polacchi d'origine incontrollata Walkowiak e Stablinsi (e adesso c'è Wojtinek), questo Lech — Luigi, per Saronni — Piasecki, è un tipo dolce, strano, quasi irritante per sorrisi e gentilezza, sinché non si capisce che lui è vero, è il vero. Ha i baffi meno guerrieri che esistano, dimostra cinque anni almeno più dei suoi ventiquattro, sembra sempre intento a ringraziare Iddio o la Madonna Nera per le fortune che ha avuto. Il contratto con la Del Tango ottenuto da Colnago che ha regalato sessanta sue superbiciclette alla federazione polacca, la casa sul Garda, i 30.000 dollari annui garantiti («Pago una specie di tangente al mio governo, non posso dire quanto; e pago tasse qui e In Polonia»,», tutte cose bellissime. Candido nel senso di puro, non di fesso. Ha risposto calmo e sicuro ai radiocronisti polacchi di Radio Liberty e Radio Free Europe, esuli, fuorusciti, pieni di domande difficili anche sull'altro Lech celebre, Walesa. «Penso che In Polonia la gente capisca cosa vuol dire maglia gialla. Noi abbiamo avuto un grande ciclista, Szurkov/aki, per sempre dilettante. Io da bambino sognavo Merclcx. da dilettante tifavo Hinault. Vorrei fare un grosso Tour ed essere intanto utile a Saronni. Le salite potrebbero anche diventare mie, una volta ero scalatore». E' il primo uomo nuovo del Tour, potrebbe essere il messaggero di un nuovo ciclismo, quello dell'Est che approda con campioni veri (lui è stato iridato dei dilettanti, nel 1985) alle strade ricche e nobili dell'Europa occidentale, e le conquista. Noi non sappiamo se il ciclismo nuovo sarà asettico, praticato da ^hlfrctox Stélla 'fèftiéa^é: francescano, praHSutSatffcP' chiri all'antica, compunti, tristanzuoli, precisi, onesti. Nel secondo caso, le vocazioni sono all'Est d'Europa, o in Colombia. Lech Piasecki è a suo modo un apostolo, pronto anche a essere martire. La sera della maglia gialla ha rinunciato a tanto sonno per stare con giornalisti italiani dei quali sapeva perfettamente la delusione perché la maglia gialla non era andata a Bontempi. Gian Paolo Ormezzano

Persone citate: Colnago, Del Tango, Giuliani, Hinault, Saronni, Saronni ? Piasecki, Walesa