Separati in casa, é già rissa

Separati in casa, é già rissa Benevento: i carabinieri sedano la lite tra i coniugi costretti dal giudice a coabitare Separati in casa, é già rissa Una bolletta del telefono troppo costosa ha scatenato il litigio - La donna: «Mi ha minacciata, vuole cacciarmi via insieme con le mie figlie» - Lui replica: «Non è vero, mi odiano» BENEVENTO — Nella caserma del carabinieri, in via Camerario, il telefono ha squillato alle 22,15. -Brigadiere, i separati in casa hanno litigato un'altra volta. La signora chiede un'auto, dice che il mirito si è barricato nell'appartamento e non vuole farla entrare-, ha avvertito il telefonista. Una .gazzella, a sirene spiegate ha raggiunto in pochi minuti via Torre della Catena, a due passi dall'antico teatro romano. Umberto Fasulo e Rosaria Palumbo, •condannati, alla coartazione da un magistrato che ha voluto dare dignità giuridica al popolare .teorema Pazzaglia», si scambiavano ingiurie sulle scale di una palazzina di recente costruzione. -Mi ha minacciata, poi ha cacciato ola dal nostro appartamento me e le ragazze-, ha gridato la signora Rosaria, e le figlie Carmelina e Stefania, che •tengono, per la mamma, hanno confermato. Lui, con il volto paonazzo e le lacrime agli occhi, ha negato: «JVon è vero niente. Mi odiano, e io non so perché-. Inutilmente i carabinieri hanno tentato di convincere Rosaria a rientrare nell'appartamento. -In quella casa stanotte non metto piede, ho paura. Torno domattina: Della lite è rimasta qualche traccia in una brevissima e asettica relazione di servizio, firmata dal brigadiere di turno l'altra notte. -Non è la prima che scrivo — borbotta rassegnato il carabiniere —. A chiamare è quasi sempre lei, la signora Rosaria. Dice che il marito la minaccia e qualche volta la picchia, anche se non si è mai rivolta ad un medico. Non ci rimane altro che tentare di mettere pace, ma non è facile-. Già, la convivenza tra separati in casa sarà magari possibile sul set cinematografico, ma nella vita è un'altra cosa. •La mia cliente avrebbe voluto presentare querela, ma io ho ritenuto opportuno non dar seguito alla vicenda, per non esasperare ulteriormente gli animi-, spiega l'avvocato Alberto Simeone, che tutela gli interessi di Rosaria Palumbo. Ma cosa ha indotto l coniugi Fasulo-Palumbo a rompere una tregua sia pure precaria, ad abbandonare i rispettivi territori (tinello per lui, tre camere per lei e le figlie) e a darsi ancora battaglia? Il presidente del tribunale di Benevento, Alfonso Bosco, era probabilmente convinto di avere pensato pro¬ prio a tutto: nella sua ordinanza aveva dedicato qualche riga perfino all'uso del bagno e della cucina, -da concordare tra le parti- per quanto riguarda gli orari. Ma ha dimenticato un particolare importante: il telefono. -Il mio cliente, che con il suo lavoro al Comune guadagna appena un milione al mese, si è trovato a pagare una bolletta salatissima. E' stato costretto a prendere provvedimenti-, rivela Mario Collarile, avvocato di Umberto Fasulo. n fatto che il telefono fosse in territorio nemico, cioè in una delle camere assegnata alla moglie e alle figlie, non ha scoraggiato il dipendente comunale che con un vero e proprio blitz ha smontato la presa. • Probabilmente c'è stata una discussione, ma credo che il mio assistito non abbia cacciato di casa nessuno-, aggiunge l'avvocato Collarile. Ora, nell'appartamento in via Torre della Catena, la calma stenta a tornare. Confinato nel tinello, 11 signor Umberto ripete tra le lacrime che -non si tratta cosi una persona che ha lavorato tutta una vita, per mantenere la famiglia-. Dall'altro lato del corridoio, terra di confine fra territori ostili, Rosaria, Carmelina e Stefania ribattono che •quell'uomo ha mortificato per anni la nostra dignità di moglie e di figlie-, comportandosi come un marito violento e un padre-padrone. Ma davvero le speranze del magistrato autore dell'.ordinanza-Pazzaglia. sono destinate ad infrangersi sullo scoglio insormontabile dell'incomprensione? -Direi proprio di si — conferma l'avvocato Simeone —. L'episodio dell'altra notte è sintomo di una gravissima tensione. E' la conferma di quanto ho già detto: il provvedimento del giudice è assurdo, inapplicabile. Costringendo i contuoi alla coabitazione c'è il rischio che questa tensione degeneri in veri e propri episodi di violenza, di cui la mia cliente farebbe le spese-. Lunedi prossimo gli avvocati Simeone e Collarile si daranno ancora battaglia. Compariranno con i loro clienti dinanzi al ' giudice istruttore del tribunale di Benevento. •Chiederò al magistrato la modifica del provvedimento. Lui può farlo-, annuncia il legale della signora Palumbo, che scopre le sue carte: proporrà di assegnare esclusivamente alle donne l'appartamento, in attesa di venderlo. Nel frattempo madre e figlie, consapevoli delle ristrettezze economiche in cui vive il dipendente comunale, rinuncerebbero all'appannaggio mensile di 450 mila lire, fissato dal presidente Bosco. -Una soluzione impossibile per il mio cliente — obietta l'avvocato Collarile — che versa in condizioni di salute precarie. E poi, a Benevento, c'è la crisi degli alloggi-. Fulvio MUone

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