Los Angeles, il campo dei barboni di Furio Colombo

Los Angeles., il campo dei barboni IN AMERICA AUMENTANO I VAGABONDI E ESPLODE LA POLEMICA Los Angeles., il campo dei barboni I senza casa sono molti anche a Washington e a New York - Ma nella città californiana stanno diventando un esercito - Molti cadono vittime di misteriosi «giustizieri della notte» - Perciò il sindaco ha riservato loro una radura e li fornisce di una casa-scatola - Ma cresce la protesta contro il «campo di concentramento» - Il dibattito coinvolge anche sociologi e psichiatri NEW YORK — L'idea è venuta al sindaco di Los Angeles, Tom Bradley. Dal 21 giugno ha aperto un •campo* per i sema casa della regione. Oltre duemila sono già affluiti o sono stati portati nel campo che i vagabondi hanno battezzato «bradleyville». Alcuni hanno parlato di campo di concentramento. Una coalizione di giovani ha marciato portando striscioni che dicevano .non vogliamo una Soweto americana». «E invece la vogliamo», ha risposto con la sua faccia triste il sindaco della seconda città d'America. «Qualcuno avrà pur messo tutta questa gente per la strada. E qualcun altro deve trovare una soluzione». Il problema è altrettanto grave a Washington, dove la sera c'è chi va a dormire intorno al cancelli della Casa Bianca, un po'per il simbolo e un po' perché si sente più sicuro, e a New York, dove la zona residenziale più esclusiva (fra la Sessantesima e la Novantesima strada della parte Est della città) ha il suo buon numero di visitatori notturni che conoscono bene i portoni più adatti, le gradinate ospitali. Ma in tutte queste città i sindaci stanno a guardare. .Forse sperano sempre che una bella mattina i vagabondi siano scomparsi», ha detto Mitch Synder, il più noto sostenitore dei diritti dei senza casa in America. Se questa è la speranza del sindaco Barry di Washington o del sindaco Koch di New York, finora sono stati delusi. Ogni sera c'è qualche vagabondo in più per le strade d'America e pochi ormai si accontentano di restare nelle tradizionali skld rows, i quartieri malfamati che un tempo tutti consideravano • riservati* ai più poveri. Adesso si muovono, guardati a distanza dai poliziotti imbarazzati a cui nessuno ha dato ordini precisi, da cittadini che girano al largo cercando di distrarre i bambini per non dover dare spiegazioni confuse. Raramente la gente dei quartieri buoni segnala alla polizia il barbone che s'è steso, col suo piccolo carico di coperte, giornali e la bottiglia di vino, davanti al portone. Quana 'o fa, la polizia cerca di non tire. «Corri il rischio che ti sorprenda un fotograto mentri spingi via il vagabondo e ti sbattono in copertina», ha detto il capitano Dehlaney, che controlla il quartiere Manhattan-Centro, al cronista del Daily News. /inora i cittadini delle zone buone scavalcano cautamente il barbone che dorme e decidono di non vederlo. La mattina scompare sempre La sera ritorna. Se quando rincasi è ancora sveglio, con le mani dietro la nuca, la testa un po' alzata a guardare il tramonto, può darsi che incroci il suo sguardo un po rassegnato, un po' ironico • Cosa vogliamo farci?*, sembra dire. Ma di solito non dice niente e tutti lo lasciano stare. Allora perché è entrato in azione il sindaco di Los Angeles? «C'è una ragione remota e una immediata, come quando esplodono i grandi conflitti», ha scritto il Los Angeles Times. «La cau sa remota è che il clima di Los Angeles, cosi mite, ha cominciato a attrarre a migliaia 1 poveri di molte altre regioni. In pochi mesi si cai- cola che la popolazione dei senza casa, tra Los Angeles e San Diego (un'area di duecento chilometri con molti boschi e molte spiagge) abbia raggiunto le decine di migliaia di persone. La causa immediata è il delitto. A partire dall'altra estate uno o più assassini (finora non rintracciati e neppure identificati) hanno cominciato a funzionare da giustizieri della notte per i vagabondi di Los Angeles». .Ricordo un titolo un po' sorprendente sul New York Times del 3 novembre, un titolo che darebbe del filo da torcere anche a una buona scuola di giornalismo. Diceva: «L'assassino californiano continua a uccidere 1 senza casa. Dieci nuovi delitti in due mesi. Pochissima paura per le strade». Nel testo il corrispondente da Los Angeles spiegava la vicenda con le parole di Mark Holthous, che guida una «missione di soccorso» fra i poveri di quella città: «Qui la gente muore su base regolare, con esattezza statistica. Si muore per cinque centesimi, si muore per uno sguardo sbagliato. Cosa volete che gliene importi dell'assassino?.. Ha spiegato al giornalista un uomo di mezza età, che è stato trovato avvolto nella stessa coperta sotto cui era stato abbandonato un cadavere: «Io la penso cosi. E' notte, arriva la tua ora e basta. Non è la stessa cosa anche per quelli che stanno là dentro al sicuro?». E ha indicato le ville di Beverly Hills ai poliziotti disorientati. Alfred Sett, il sergente un po' cinematografico che conduce le indagini, conferma che le autorità non ricevono nessuna colla jàone dalla popolazione t vagabondi e di vittime potenziali. «Noi siamo fuori», gli rispondono mentre si scaldano al scie poco lontano dal luogo dell'ultimo delitto. Ti chiedono solo: «Fratello, hai mica da sprecare un sigaretta?». Ma la popolazione di nomadi ha continuato a crescere e anche i più disattenti hanno notato che arrivano vagabondi sempre più giovani: che ai negri, agli orientali, agli ispanici, si aggiungono sempre più bianchi, che aumentano le donne e anche i bambini. Tubercolosi La collezione di storie cresce, ma cresce anche l'allarme dei medici. «E' ritornata la tubercolosi», hanno annunciato i giornali in primavera dopo che un'equipe di volontari si era dedicata a studiare per mesi le condizioni di salute dei vagabondi. Un tipo di tubercolosi resistente alle cure, che era stata debellata da decenni, sembra saldamente infiltrata nelle schiere di nuovi nomadi. Ciò ha portato alla chiusura di cucine e di centri di assistenza dove le persone che davano una mano ai religiosi, o a coloro che dello aiuto ai poveri hanno fatto una missione, hanno deciso di ritirarsi. Allora si è fatto avanti un giovane architetto di San Francisco, Donald Me Donald, che ha fabbricato una casa provvisoria per i vagabondi e ne ha collocato vari esemplari sotto i ponti e i cavalcavia della sua città. La mattina Me Donald andava a verificare e trovava le prove che la sua «casa» era stata occupata per la notte. Si tratta di una scatola di cartone pesante, che può resistere a un acquazzone, durare per un po' di notti, e protegge meglio della solita pila di giornali e di plastica. D'altra parte il materiale usato da Me Donald è biodegradabile e non crea problemi a lungo termine per l'ambiente. Nella 'Scatola* c'è un pavimento imbottito che serve da materasso, una porta-finestra (cioè un lato della scatola) che si può aprire a tettoia per godere la vista o il fresco, e nell'interno ci sono scaffali per appoggiare la poca roba di un vagabondo nella sosta notturna. La .casa transitoria» di Me Donald ha provocato due reazioni nel mare di indifferenza che circonda il problema. Una è stata la protesta di coloro che trovano inumano vivere in una scatola. L'altra è stata la decisione del sindaco di Los Angeles che ha detto: «Proviamo». n suo argomento è questo. .Io me lo posso permettere. 10 sono negro, sono nato povero e il mio unico lavoro, prima di essere eletto sindaco, era di fare il poliziotto. Della vita nella strada so tutto. Non posso offrire una citta ai senza tetto, ma almeno posso offrire un campo e una scatola. Ad altri avrebbero detto "razzista" o "insensibile". Con me è più difficile». Sotto accusa Ora che alla periferia Est di Los Angeles, su una radura polverosa e assolata, si è aperto il .campo-, Tom Bradley non ha certo la vita facile. Giovani idealisti continuano ad accusarlo di avere creato una nuova Soweto. Leader negri lo accusano di essere .un collaborazionista». /( resto delle città minaccia di non votare per lui perché sta attirando su Los Angeles una marea di sema casa. «Dovevo far finta che 11 problema non esistesse, che non ci fossero gli assassini e le malattie?., dice Tom Bradley, che qualcuno dei suoi amici immagina anche come candidato alla vice presidenza in un ticket democratico, per il suo pragmatismo, per il buon senso a prova d'impopolarità. Il campo, grande come uno stadio, si divide in una parte di tende e in una parte di scatole. Le scatole i vagabondi le possono anche portare ina, nel loro posto preferito, sotto i ponti o vicino ai canali, dove fa fresco, o anche sulla spiaggia. Invece non è più permesso sostare e dormire in città e su questo punto Bradley rischia una denuncia alla Corte Suprema per avere posto «limiti irragionevoli alla libertà di movimento di poveri.. Non vedo l'ora che mi facciano questa causa, dice, cosi potrò far sapere due o tre cose sulla libertà di movimento dei poveri». Se cer¬ cava popolarità, Bradley non l'ha trovata, per ora. Non fuori dal campo, perché ogni giorno a Los Angeles si vede la polizia rastrellare i barboni per le strade. E non dentro il campo, dove migliaia di uomini e donne siedono per terra in silenzio e qualcuno non tiene neppure conto del conforto e dell'ombra offerta dalle tende e dalle scatolecase. «Non voglio creare illusioni. Nessuno mi ha dato i mezzi per provvedere a questa gente», spiega il sindaco. «I servizi igienici sono elementari, non è stato usato nessun infisso che suggerisca stabilità: è un punto di passaggio e basta». ■ E' vero, dice scuotendo la testa di uomo che non ride mai (hanno detto che Bradley è il sindaco più triste d'America), è vero che sembra un campo di concentramento. Ma cos'altro è la vita di questa gente?». / sociologi gli spiegano che i vagabondi sono gente in cerca di libertà e non si possono rinchiudere. Gli psichiatri chiedono l'internamento di coloro che danno segni di squilibrio. .11 fatto è che senza soldi lo squilibrio si nota molto di più», risponde il sindaco. Gli esperti del fenomeno prevedono il peggio. Da Los Angeles verso San Diego, e a Nord verso Santa Barbara, vi sono spiagge grandissime e vuote. L'altr'anno 70 mila senza casa hanno minacciato di accamparsi stabilmente a Santa Barbara, una città che conta meno di 40 mila abitanti. Che cosa succede se si incoraggia un simile fenomeno? «Succede, risponde Bradley, che ce ne accorgiamo». Intanto ha preteso che chi produce le 'Scatole* di Me Donald lo faccia a prezzo di costo. Gli è sembrato eccessivo che la ditta di San Francisco le vendesse alla • Soweto* di Los Angeles per ottocento dollari l'una. Furio Colombo Los Angeles. La «casa dei barboni» adottata per il campo di raccolta aperto da pochi giorni (Ap)