Lavoro a 65 mila giovani

Lavoro a 65 mila giovani Dalla fine '84 al marzo '86 con i contratti di formazione Lavoro a 65 mila giovani I dati forniti ieri dall'assessore Genovese sono dell'Osservatorio regionale • In provincia di Torino ci sono ancora novemila donne e settemila uomini in cerca di un'attività - La situazione è meno preoccupante che nel resto d'Italia dove c'è un incremento della disoccupazione TORINO — La metà dei nuovi assunti entra in azienda con un contratto di formazione lavoro. Com'è noto, ne possono usufruire soltanto i giovani dal 15 al 29 anni, per i quali alle imprese vengono riconosciute alcune agevolazioni .di carattere fiscale e la possibilità di non confermare il lavoratore al termine del periodo di validità del contratto (massimo due anni). Dall'ottobre '84 al marzo '86, hanno trovato un posto oltre 65 mila giovani. La media mensile di ingressi in azienda, che lo scorso anno si era mantenuto sulle 2854 unità, è quasi raddoppiata in questo primo trimestre (5503). Ne beneficiano in particolare i maschi (61,6%) e gli operai (63,2%). Ampie modifiche si riscontrano nelle caratteristiche degli assunti. 81 è infatti dilatata la fascia con età compresa tra i 25 e i 29 ermi (da 19.9 a 32,5%) che, in provincia di Torino, supera il 40%, mentre per i giovanissimi, dai 15 ai 18 anni, è sempre più difficile trovare una qualsiasi attività (dal 18,8 al 14.2%). I diplomati erano 11 31,6% ora sono il 40 (in provincia di Torino, il 44,2). Ancora, degli oltre 16.500 avviati al lavoro nel primo trimestre '87. il 65,7% si è sistemato in provincia di Torino. 11 60.4 in aziende con meno di 50 addetti (fino allo scorso anno il 68,6). L'ultimo numero dell'Osservatorio regionale del lavoro, presentato ieri dall'assessore Genovese, mette In rilievo un'altra tendenza del mercato. Mentre in Italia le persone senza lavoro sono salite del 7,9%, in Piemonte 11 dato è rimasto quasi stabile, n fatto curioso è che la stabilità è dovuta quasi esclusivamente al fatto che, In Torino e provincia l'aumento delle donne disoccupate (più 9 mila) è compensata dal minor numero di uomini in cerca di lavoro (meno 7 mila). Altra cifra degna di rilievo è il numero complessivo degli avviati al lavoro nel marzo scorso. Si tratta di 21.184 persone (più 29% rispetto allo stesso mese dell'86), motore di questo miglioramento è ancora il capoluogo (più 48%), seguito da Alessandria (32) e Vercelli (17). Rispetto al gennaio '86, in Piemonte l'occupazione subisce una contrazione di 6 mila unità (meno 0,3%), l'industria conta 11 mila occupati In meno, 4 mila addetti 11 perde anche l'agricoltura. Anche il lavoro autonomo cala di 15 mila unità, compensate da un notevole aumento del dipendenti del settore terziario (più 19 mila quasi tutti uomini). Altra vistosa flessione si registra nella pubblica amministrazione e nei servizi (meno 11 mila unità), che inverte bruscamente una tendenza di crescita costante. Infine, la cassa integrazione. Su quasi tutto 11 territorio della regione, le imprese riducono il ricorso al sussidio statale, nel semestre ottobre '86 — marzo '87 la richiesta viene fatta per 40 milioni di ore contro le 54 dell'analogo periodo dell'anno precedente. Uniche eccezioni sono Vercelli, dove si verifica un aumento di 284 mila ore (più 14 per cento), e Novara (più 458 mila ore, più 12%). c. nov.

Persone citate: Genovese