La nostra identità è scritta nella retina come nel disegno delle impronte digitali

La nostra identità è scrìtta nella retina come nel disegno delle impronte digitali La nostra identità è scrìtta nella retina come nel disegno delle impronte digitali GLI occhi possono essere belli brutti azzurri neri, malinconici vivaci rotondi o a mandorla. Ma al fondo hanno tutti la retina, sulla quale d formano le immagini come se fosse la pellicola di una macchina fotografica. In più c'è una particolarità interessante: nessuna retina è uguale a un'altra, proprio come non d sono due uomini con Impronte digitali identiche. La scoperta dell'Individualità irripetibile della retina risale al 1935. Perché allora, in questi tempi di massima insicurezza, non sfruttare la retina, cioè le. caratteristiche di unicità della disposizione del suoi vasi sanguigni per ottenere la massima sicurezza nell'ldentiflcare questa o quella persona? L'idea' è venuta a qualcuno nell'Oregon, Stati Uniti' più precisamente a Beaverton: invece di una carta di identità, di un tesserino magnetico, della voce (che d può contraffare), utilizziamo la retina come mezzo di riconoscimento sicuro (sistema Eyeidentify). Questo sistema è già utilizzato — Inutile dirlo — alla eia, alla Nasa, In una serte di uffici federali Naturale che a un certo punto d sia pensato di estenderne l'Impiego al Bancomat, troppe volte «raggirato» poiché la tesserina magnetica, con relativo codice segreto, alla lunga scienze l.'j'J munt (ina I^BlI luce nirirss» . VhTWO'' ■'NAI ì'?7.* IOIIL d è rivelata insufficiente a garantire la sicurezza La «zona» di identificazione della tessera negli attuali sportelli automatici può essere sostituita da un lettore — per uno o due occhi — della retina. Chi intende prelevare denaro appoggia l'occhio a un visore, collegato ovviamente al computer centrale e, In due secondi arriva la risposta: identificazione positiva oppure non accettazione. Ciò presuppone che chiunque abbia un conto bancomat abbia già precedentemente provveduto à far rilevare la configurazione della propria retina che viene memorizzata nel computer. Quando l'utente appoggia l'occhio al visore la configurazione della sua retina viene di nuovo rilevata e trasmessa al compu- i IN esame / ter, che la compara alla stessa Immagine già inserita nella sua memoria; se la comparazione dà risultato positivo il computer dà via libera alla opereazione richiestaErrori sono possibili anche con questo sistema ma le statistiche finora rilevate danno percentuali bassissime. □ non riconoscimento di una persona che dovrebbe essere conosciuta è Terrore meno dannoso e più frequente. L'indice è l'I per cento. Uh secondo tipo di errore assai più dannoso è In compenso molto meno frequente: d tratta della accettarione di una persona non autorizzata. Qui la percentuale è dello 0,0001 vale a dire una falsa accettazione su un milione, che però diventa una su mille miliardi Il IN KDK'OI.A in I e i iltit ne cust• contPerché a scuo Macrobiotica sì ma con giudizio Poesie per Chernóbyl se la comparazione è fatta controllando entrambi gli occhi Ciascuna apparecchiatura può anche non essere collegata con un computer centrale: in tal caso la sua memoria a bolle, non volatile, può memorizzare Uno a 1200 configurazioni di retine. Ciò è fortemente limitativo per un bancomat (mentre può essere sufficiente per un'azienda o un ente) e quindi le relative apparecchiature devono essere allegate In una rete che dispone di un computer centrale. Va sottolineato che il sistema biometrico, sul quale d basa' la misurazione della retina, 6 operante anche in presenza di anomalie e alterazioni dell'occhio. Pia Bassi odi della magia tadina ota non'rendono? sì io fondamenti fondamenti medicina tibetana

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