Quando l'architettura era materia anche per dogi e scrittori

Quando l'architettura era materia Quando l'architettura era materia anche per dogi e scrittori vole esortazione. Queste importanti raccolte d'arte, per ragioni pratiche — spesso insormontabili — non sempre sono agevolmente visibili. Si tratta di un problema da studiare e risolvere, se non altro per non venir meno a quella funzione sociale unanimemente auspi¬ cata. guata pubblicizzazione. Oppure a mostre itineranti che facciano conoscere in tutta l'Italia queste raccolte. Insomma, nell'interesse del pubblico e degli enti stessi, urge alzare 11 sipario sul secondo aito di queste iniziative, per tanti versi lodevoli. Francesco Vincitorio Si potrebbero per esempio migliorare (con opportune pressioni) le convenzioni che regolano la possibilità del deposito presso istituzioni museali pubbliche, fatta salva, s'intende, la garanzia che verranno regolarmente esposte e con ade- Ferrara «discorsi, e pareri di altri importanti teorici del Cinquecento italiano: Alvise Cornaro, Claudio Tolomei, Giangiorgio Trissino, Giorgio Vasari. Splendida opera delle Edizioni «Il Polifilo; che onora come tutte le precedenti l'editore, gli stampatori, gli studiosi che l'hanno curata; e che merita ampia diffusione anche al di là degli studi specifici. Il frammento che segue al parere di Francesco Zorzi è di Giangiorgio Trissino — l'autore de 11talia liberata dai Goti, — che appartiene alla storia letteraria e insieme a quella dell'architettura: lo scopritore di Palladio rivela qui, tra le spire d'una ricorrente ossessione classificatoria, la sua ampiessa di respiro, la vastità dei suoi interessi umanistici. Claudio Tolomei esplora quindi nella «Lettera al Cesano. l'ubicazione d'una città ideale sull'Argentario. Il «Trattato, di Alvise Cornaro, l'autore del Discorsi sulla vita sobria, et riporto a proposte di carattere empirico, secondo una tradizione tipicamente veneta; mentre il grande Vasari, fiorentino, ci dà nella sua «Introduzione, un testo illuminante proprio sulle nozioni di base o sulle strutture com- positive: pietre, volte, architravi, ordini, pavimenti, fontane, grotte... Attenzione 'onnicomprensiva' — come sottolinea Elena Bassi — viene invece rivolta da Pietro Cataneo, senese, ai problemi urbanistici della città cinquecentesca: in un vasto « Trattato, teorizza l'ubicazione delle piazze e delle vie, la distribuzione degli edifizi pubblici e privati, i tipi di piante e di disposizioni generali, i materiali di costruzione, i rifornimenti dell'acqua, nel quadro di ideali geometrie e prospettive. Infine la famosa «Regola dei cinque ordini di architettura, del Vignola — riprodotto dall'esemplare unico della edltio princeps nel suo primo stato —, che ebbe dal 1562, in quattro secoli, oltre cinquecento edizioni qui tutte elencate: un successo immenso, dovuto soprattutto a quella sapiente «semplicità, cui è informata, «atta a facilitare la realizzazione dell'armonia». Vivo e poderoso quadro, presentato in veste impeccabile nei testi come nelle illustrazioni, dell'evoluzione delle teorie architettoniche nel Rinascimento, l'opera testimonia il multiforme panorama culturale nel campo del costruire in tutta Italia, che presto doveva informare di sé larga parte d'Europa: nel momento felice in cui si occupano di architettura non solo gli.architetti ma anche i filosofi e i dogi, gli scrittoti e i «dilettanti.. Paolo Barbaro Pietro Cataneo e Giacomo Barozzi da Vignola: «Trattati», con l'aggiunta degli scritti di architettura di A. Cornaro, F. Giorgi, C. Tolomei, G. Trissino, G. Vasari — a cura di Elena Bassi, Sandro Benedetti, Renato Bonelli, Licisco Magagnato, Paolo Marini, Tommaso Scalesse, Camillo Semenzato, Maria Walcher Casotti. Il Politilo, 583 pagine, 140 mila lire. UN doge che chiede a un frate filosofo e matematico «parere e consiglio» non sulle fortificazioni di terra o di mare, ma «sulle proporzioni et armonia» d'una fabbrica da poco iniziata in un quartiere in ristrutturazione, è un capo di Stato raro nel '500 come oggi — tanto più che la fabbrica è affidata a un architetto come il Sansovino. Il doge illuminato è Andrea Gritti, iniziatore d'una nuova politica culturale a Venezia nei primi decenni del XVI secolo; la fabbrica è la chiesa di S. Francesco della Vigna, in un articolato contesto residenziale, conventuale e di rappresentanza. Il frate sapiente è Francesco Giorgi o Zorzi: il suo responso è al tempo stesso preciso e ispirato, di forte accento culturale, amore dell'arte, significato politico. Ma il gran doge non se ne accontentò: volle il consulto scientifico di Tiziano, Serlio e Spira; e finalmente la costruzione potè continuare.. Il responso di Francesco Zorzi è il primo degli scritti di architettura.contenuti nel volume •/ trattati, di Pietro Cataneo e Giacomo Barassi da' Vignola, che oltre alle pagine dei due grandi ci offre lettere, Permeke, Kupka, Picasso ecc. — A Ile Gallerie Comunali d'Arte Moderna, da oggi, Constant Permeke, espressionista sui generis, con 120 dipinti di musei belgi; di Frantisele Kupka, protagonista dell'avanguardia cecoslovacca, 200 tra oli e tempere; di Picasso, 206 incisioni dal 1922 al 1972. Inoltre antologiche dello scultore Arnaldo Pomodoro e dell'astrattista Mauro Reggiani. Recanati Valeriano Trubbiani — In concomitanza con le celebrazioni leopardiane, col titolo «Laudibus Leopardi 1970-1987; una serie di lavori dello scultore marchigiano, ispirati a temi trattati dal grande poeta: una installazione sulla celebre Torre del borgo e gruppi di sculture e opere grafiche, molte delle quali inedite, nel Palazzo Comunale. Da oggi. Modena Totl Sciatola — Nella Palazzina dei Giardini, per iniziativa della Galleria Civica, raffronto tra due momenti particolarmente felici del pittore romano e cioè il quinquennio 1955/1960 culminato con le «impronte» e quello degli ultimi 4 anni, definito dal curatore Fabrizio D'Amico, «una sorta di seconda giovinezza». Fino al 30 agosto. Particolare di un disegno del Guerrino XorillO "Lo specchio e II doppio — Nella Mole Antonelliana, col sottotitolo «Dallo stagno di Narciso allo schermo televisivo; fantastica galoppata attraverso le storie connesse al mitico oggetto. Dipinti e sculture famosi, reperti tribali e apparecchi scientifici di ogni genere, assemblati genialmente da Giulio Macchi. Catalogo Mazzotta. Fino alili ottobre. Roma Disegni italiani — Una scelta di disegni, dal XV al XIX sec, dell'Istituto Nazionale per la Grafica. Circa 60 fogli, a partire dal Pesellino, Gozzoli, Verrocchio, fino ad Appiani, Fontanesi e Fattori. Di particolare importanza, due Leonardo, Pontormo, Parmigìanino, Bernini, Guercino e Canaletto. Al Gabinetto Disegni e Stampe, fino al 31 luglio. Procida Spoleto L'agave su lo scoglio — Per il conferimento della cittadinanza onoraria a Cesare Brandi, che per oltre 30 anni ha avuto una casa nell'isola, con un titolo montaliano, una mostra dedicata al mare, con opere di 15 artisti: da Leoncino, Burri, Cerali, Cucchi, a Mattiacci, Nagasawa, Pascali, Schifano, Twombly, Vedova. Curatore Vittorio Rubiu. Catalogo Electa. Da ieri. Festival dei Due Mondi — Settore arti visive per la 30" edizione: a Palazzo RosariSpada, il periodo iniziale di Afro e a Palazzo Racani-Arroni, la prima mostra italiana di Christian Bérard, noto ritrattista, scenografo e stilista francese tra le due guerre. Curatore Bruno Montura. Cataloghi De LucaMondadori. Da ieri. Udine Milano I Basaldella — Tre fratelli udinesi, figure di rilievo — specie Afro e Mirko — nel panorama del dopoguerra. Dino fu eccellente scultore ma meno conosciuto. Circa 350 opere in un percorso da Piazza del Lionello al Castello, nonché alla Galleria d'Arte Moderna, con il contesto friulano in cui si formarono. Catalogo Mazzetta. Fino al 31 ottobre. Biennale «Città di Milano» — Al Palazzo della Permanente, circa 300 opere di 143 pittori e scultori italiani o stranieri residenti in Italia, di diverse generazioni e tendenze. Per questa 30" edizione è stata riattivata la formula dell'accettazione. Le scelte sono state fatte da una commissione di soli artisti. Fino al 12 luglio. «WÌS ' &t . ««W.ÌS» . .'• &<t Piazza San Marco (Incisione tedesca del 1575) t