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Artisti in banca Artisti in banca SABATO scorso, nelle stesse ore, due inaugurazioni riguardanti opere d'arte di proprietà di enti economico-finanziari. A Roma, all'Accademia di Francia, esposizione della collezione di quadri del Novecento italiano, acquistati dall'Assitalia per impulso del suo presidente, Giovanni Pieraccini. A Sassari, presso la sede del Banco di Sardegna, quella della «Galleria Sironi-, formata da 42 lavori dell'artista, nonché da un gruppo di dipinti di altri pittori del medesimo periodo, raccolti da quel Banco. Per l'occasione, per entrambe, utili cataloghi curati, rispettivamente, da Maurizio Fagiolo e Mario Penelope. Specie il primo, un vero modello per completezza e scientificità. Le due iniziative s'inquadrano in quelle promozioni artlstico-culturali che vari enti di questo tipo stanno sviluppando, sia per ragioni di «immagine» che per adempiere anche una funzione sociale. Resa quanto mai opportuna dalle carenze degli organismi pubblici, pure in campo museale. Per limitarci a Roma e alla Sardegna, valgano due episodi. Nel 1917, in Campidoglio, come risulta dal verbale dell'assemblea, fu approvata all'unanimità una proposta di acquisto di opere d'arte in vista dell'intendimento dell'Amministrazione Comunale di costituire, non appena possibile, una Galleria Comunale d'Arte Contemporanea. Sono trascorsi 70 anni e ancora aspettiamo. Per la situazione in Sardegna c'è una «lettera aperta», scritta nei giorni scorsi da 30 tra i maggiori artisti sardi, che denuncia lo sfascio della Galleria Comunale d'Arte Moderna di Cagliari, unica istituzione pubblica del genere nell'isola. Come essi precisano: priva da quasi due anni del direttore e del personale previsto... chiusa al pubblico da oltre un anno... utilizzata sporadicamente solo per iniziative estemporanee e clientelari. Logiche e benemerite, quindi, le surrogazioni a cui ho fatto cenno e tutte le altre che stanno fiorendo nella nostra penisola. Però con una osservazione. O, meglio, se è lecita, una amiche¬