Dopo Heidegger lo comprendiamo meglio

Dopo Heidegger lo comprendiamo meglio Dopo Heidegger lo comprendiamo meglio i poeti mentono, come diceva lo Zarathustra nietzscheano, oppure dicono il vero, e ' leggere la poesia è fare un'esperienza di verità? L'estetica e la critica .otto-novecentesca | hanno.groppo spessorelfe^^U'és^Heriiad^:* l'arte e della poesia in una zona «neutra», rinunciando a misurarla con gli aspetti seri dell'esistenza, e riducendola in fondo a una condizione puramente decorativa. Eppure, la domanda circa la verità della poesia si pone sempre di nuovo, In modo speciale nei confronti di poeti come Leopardi. di ogni poesia — perché sempre essa aspira ad essere qualcosa di più di un oggetto di decorazione o di un documento storico — risulta particolarmente difficile .assumerlo nei confronti den'ÒJier* leopardiarmr.LS*vpositività> che necessariamente le attribuisce un apprezzamento formale, estetistico, o anche la considerazione storica, contrasta in modo stridente con l'evidente negatività della sua intenzione più propria. E' forse qui l'origine di un certo disagio che spesso proviamo nel collocare Leopardi nell'orizzonte della nostra cultura: ci siamo abituati a considerarlo in una prospettiva estetica o in una prospettiva storica (con tutte le varianti che questi due atteggiamenti di base presentano, anche nella critica specialistica); ma di entrambe queste prospettive sentiamo acutamente l'insufficienza. Soprattutto, esse ci appaiono come modi di esorcizzare il problema che la sua poesia, radicalmente come poche altre, pone: quello della negatività dell'essere, della presa di congedo dalla fede metafisica nella coincidenza tra essere e bene, dal progressismo, dall'idea che mo¬ Che fare della sua visione del mondo, della sua disperazione, del suo pessimismo? Considerarli solo come stati d'animo privati, legati alla sua peculiare costituzione di individuo; o come sentimenti condivisi da un gruppo, una generazione, una società, che si esprimono in maniera particolarmente significativa nelle immagini e nei ritmi della sua poesia? Apprezzare la poesia leopardiana vorrebbe dire allora compiacersi di una perfezione, ammirare una compiutezza formale, oppure scoprirvi un documento particolarmente trasparente e ricco di un momento della storia della cultura ottocentesca. Ma se un tale atteggiamento è probabilmente sbagliato nei confronti ralità significhi seguire e assecondare la natura. Superare l'atteggiamento esoreistico nei confronti di questi contenuti della poesia leopardiana significa però prender sul serio la storia dèi pensiero europeo come storia del nichilismo. Leopardi appartiene alla stessa epoca della storia dell'essere che è improntata da Schopenhauer (che lo considerava del resto uno del pochi che, come lui, avevano» capito a fondo quello strazio che è l'esistenza»). Come Schopenhauer, anche Leopardi associa alla consapevolezza della sua negatività dell'essere una sobrietà stilistica e di pensiero che lo avvicina alla tradizione illuministica, e questo è probabilmente il segno del fatto che ha saputo andare al di là di ogni patetico pessimismo romantico. Oggi che, dopo Nietzsche e Heidegger, un tale atteggiamento nichilistico non patetico è diventato finalmente pensabile (e probabilmente attuale anche per ragioni diverse da quelle teoriche: 11 pianeta non sopporta più l'umanismo aggressivo della modernità), siamo forse anche in grado di ascoltare più autenticamente la verità della poesia leopardiana. * * Gianni Vattimo Un'onda di minimalisti anche s TOKYO — Della giuria del premio letterario Akutàgawa il più prestigioso e il più ambito, quest'anno per la prima volta sono entrate a far parte quattro donne, scrittrici famose. Anche la giuria del premio Naoki, egualmente prestigioso, ha accolto signore giurate. La notizia ha fatto rumore, un altro feudo maschile è stato espugnato, hanno commentato 1 giornali. Ma in realta sono anni che i maggiori premi letterari vanno a donne, non a uomini, le ultime otto edizioni dell'Akutàgawa hanno visto vincenti cinque scrittrici, un fatto che indicherebbe la «femminiUzzazione» de' mondo letterario giapponese sae sostengono storcendo il naso alcuni critici. Aso Azuma spiega 11 fenomeno a modo suo. Dice: -Questo rapido aumento delle scrittrici dà di che pensare. Io le paragonerei a topi e scarafaggi che aumentano proporzionalmente all'aumentare dei rifiuti nelle strade-. Dio mio, come osai E lui imperterrito prosegue: «Non vorrei essere frainteso. Non ce l'ho con i topi e gli scarafaggi, voglio soltanto dire che quando hanno cibo si riproducono rapidamente. E quando non ne trovavo riescono egualmente a sopravvivere, ce ne vuole prima che spariscano-. Ecco, molto gentile. Non è però il solo a prendersela con le scrittrici Kaiko Ken un romanziere di fama, a proposito del premio Akutàgawa sostiene che «{a maggior

Persone citate: Azuma, Gianni Vattimo, Heidegger, Leopardi, Naoki, Nietzsche, Schopenhauer