Bruxelles, brutto avvio di Fabio Galvano
Bruxelles, brutto avvio Il vertice Cee si apre nel segno delle polemiche Bruxelles, brutto avvio Scontri con i federalisti, due arresti - Irrisolti i nodi del mercato unico e del deficit - La Thatcher rifiuta di aumentare i contributi, Kohl e l'Italia favorevoli DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — E' in discussione 11 ruolo della Cee da qui al 1992; ma fra le maglie di un dibattito difficile, a tratti lacerante, intessuto della miriade di particolarismi nazionali, i capi di governo dei Dodici rischiano di non trovare risposte neppure al pugno di problemi contingenti — dall'impasse agricola al deficit del bilancio 1987 — che oggi fanno segnare 11 passo all'Europa. I protagonisti del vertice Cee apertosi ieri a Bruxelles rischiano, insomma, di ripartire stasera con poco più della raffinata stecca da biliardo che il primo ministro Wilfried Martens ha offerto agli ospiti come souvenir di questo appuntamento; souvenir che si affianca alla sgradevole immagine dei pugni e delle manganellate con cui la gendarmerie ha reagito alla pacifica dimostrazione — ai sassi, replicano i belgi — di un gruppo di federalisti, per lo più italiani. L'incidente è accaduto mentre i capi di governo (più il presidente Mitterrand, tredicesimo convitato in nome della cohabìtation) raggiungevano palazzo Charlemagne per dare il via ai lavori. Ospiti di re Baldovino, essi avevano pasteggiato ad aragosta, suprème di anatra allo Chambertin con fiori di zucchine sorbetto di pera. Nelle loro auto ad aria condizionata, in una Bruxelles che ha Improvvisamente seppure in ritardo scoperto l'estate e la canicola, stavano per varcare il cancello dello Charlemagne quando i dimostranti si sono fatti avanti. I gendarmi sono intervenuti bruscamente; e poco dopo — a ministri ormai entrati, fra due ali di polizia — hanno caricato. Due gli arresti: il federalista romano Francesco Parlagreco e il belga Francois Bourguignon. Peggio di cosi non poteva cominciare. E nella sala del Consiglio europeo, fin dalle prime battute, si è avuta conferma di quanto fosse lontana — nell'Europa dei Dodici — la spinta all'unità che in strada si scontrava con gli agenti. Sotto la spin¬ ta dei Paesi mediterranei — Italia in prima fila — Martens è stato costretto ad abbandonare il documento di lavoro messo a punto domenica alla riunione dei ministri degli Esteri; a tornare al documento preparatorio illustrato il 24 giugno nella sua lettera ai capi di governo. -Qui si stanno cambiando le carte in tavola-, ha osservato stizzita la Thatcher. La discussione è tornata quindi sui binari indicati a febbraio dal «pacchetto Delors», con cui il presidente della Commissione Cee aveva tracciato un vasto piano per il risanamento finanzia- rio della Comunità; un documento che l'Italia appoggia e che il presidente del Consiglio Fanfaiii — affiancato al vertice dal ministre degli Esteri Andreotlì — ha elogiato nel suo Intervento d'apertura. La discussione si è dunque avviata con il pri mo punto all'ordine del gir no, la marcia verso 11 realk zazione entro il 1P92 dei mercato interno, con :1 corollario della coesione economica e sociale (intrisa a sua volta della questione dei fondi strutturali, per un maggiore equilibrio tra le regioni). Si sono poi d'.scusse disciplina di bilancio, move risorse proprie della Comunità, le linee di fondo della politica agricola. Ma da (Lesta prima giornata poco e emerso, salvo generici accenni di -ottimismo... l.k; possa indicare reali processi : i leader europei si sonu limitati a -vedere. le curr* degli altri. Ma nucleo del dibattito sono stati il mercato unico ['Una disfatta per l'Europa — ha detto Kohl — se non ce la facciamo entro la data prevista-) e la riforma delle finanze Cee. -Non è pensabile — ha detto Fanfani — che il mercato unico possa essere realizzato senza un accresciuto impegno a favore delle zone più arretrate della Comunità-. Sul tema dei fondi strutturali si registra, a fronte di un Kohl favorevole a un aumento delle risorse, una Thatcher che ne rifiuta categoricamente il raddoppio (auspicato da Delors e dall'Italia). Fabio Galvano
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