L'avvocato di Barbie scopre le carte di Enrico Singer

L'avvocato di Barbie scopre le carte Ultima settimana di udienza, la difesa annuncia un colpo di scena finale L'avvocato di Barbie scopre le carte Vergés farà parlare due legali africani per «ribadire che la Francia non ha le mani pulite e non può giudicare» - Ma finora la strategia di minimizzare i crimini nazisti è fallita DAL NOSTRO INVIATO LIONE — Erano le 14 in punto quando il procuratore generale Pierre Truche ha cominciato a parlare. Dopo sette settimane il processo a Klaus Barbie. il « boia di Lione., è entrato ieri nella sua fase finale. Truche concluderà la requisitoria soltanto stasera, con una richiesta scontata: la condanna all'ergastolo del criminale nazista. Poi, per due giorni, la parola sarà alla difesa. La sentenza dovrebbe essere pronunciata venerdì notte, forse sabato. Sta per chiudersi cosi un processo atteso, discusso, da alcuni anche temuto. Un processo che ha sfiorato molti trabocchetti: da quello di diventare una specie di grande spettacolo, in bilico tra la retorica e 1 riflettori della tv. fino a quello di banalizzare, a più di quarantanni di distanza, l'orrore del nazismo. Ma lo svolgimento del processo, finora, ha smentito le previsioni di chi si attendeva, da Lione, delle controverità sconvolgenti o delle rivelazioni scomode. Dall'll maggio, quando si è aperto, a oggi ha mostrato un ex comandante della Gestapo, accusato di avere torturato, ucciso, deportato centinaia di persone, che non ha rinnegato il suo passato. Anzi, che si è dichiarato un 'nazista convinto* e che, alla terza udienza, ha deciso di rientrare nell'ombra, di non assistere al processo Di fronte ai giudici sono comparsi, invece, più di cento testimoni. Uomini e donne scampati allo sterminio che hanno ricostruito i cri¬ mini contro l'umanità di Klaus Barbie. Casi precisi, con date, nomi, particolari atroci: la cattura di quarantadue bambini ebrei tra i 5 e i 15 anni spediti ad Auschwitz, dove morirono tutti nella camere a gas; la retata nella sede dell'Unione israelita (altri 86 deportati e uccisi) e l'ultimo convoglio della morte fatto partire da Lione con oltre seicento persone nei vagoni piombati. Testimonianze che hanno scandito tre intere settimane di processo e che lo hanno riportato nei suoi confini: quelli del giudizio sui delitti commessi dall'ex Obersturmftihrer delle SS. E che hanno spuntato le armi della difesa. La strategia annunciata dall'avvocato di Barbie, Jacques Vergés, non era fondata sulla negazione dei crimini ma sulla loro «assimilazione» ad altre stragi, ad altre colpe collettive. Quelle della Francia degli Anni 40, prima di tutto, che con gli occupanti nazisti ha collaborato e che, vent'anni più tardi, in Algeria si è resa responsabile di altri massacri e di altre torture. Ma che su quei crimini ha fatto calare amnistie e prescrizioni, mentre oggi processa Klaus Barbie. Vergés aveva promesso quasi un contro-processo che doveva anche scavare nelle pieghe di una Resistenza che ha avuto le sue ombre, i suoi tradimenti. Insomma, la difesa dell'ex comandante della Gestapo doveva trasformarsi in un atto di accusa alla cattiva coscienza di chi pretenderebbe di giudicare dopo avere commesso altrettanti crimini. Ma questo effetto-boome- rang del processo, minacciato o temuto, non c'è stato. Come hanno detto gli avvocati delle vittime e ieri il procuratore generale, non è possibile alcuna «riduzione» dello sterminio di esseri umani colpevoli soltanto di esistere. E i crimini del colonialismo non possono 'relativizzare* quelli nazisti compiuti in nome di una ideologia che teorizzava l'eliminazione degli ebrei, delle -razze inferiori*. Ma Jacques Vergés, che dovrebbe pronunciare la sua arringa giovedì, promette ancora dei «colpi di scena*. Ha detto che il suo intervento, dopo un mese e mezzo di mutismo, sarà il 'momento forte* del processo. Evidentemente non ha rinunciato alla sua strategia. E, per rafforzarla, ha associato alla difesa altri due avvocati che parleranno domani: JeanMartin M'Bemba, congolese, arrivato appena ieri da Brazzaville, e Nabli Boualta, algerino. I due nuovi avvocati di Barbie hanno già anticipato il senso della loro presenza: M'Bemba ha dichiarato che cercherà di .far capire che il Paese che giudica non ha le mani pulite*. Boualta ha detto che 'parlerà della sorte di tutti i nuovi dannati della Terra*. Sembra quasi che Vergés abbia voluto de legare una parte degli argomenti della sua difesa a degli avvocati-testimoni. Su che cosa abbia riservato per sé preferisce, come al solito, far planare il mistero. Ieri, comunque, la Corte gli ha tolto un'altra arma. Ha respinto la richiesta che pretendeva la 'Confusione delle pene*: Klaus Barbie fu già condannato a morte in Francia nel '54, in contumacia, per crimini di guerra e Vergés voleva dimostrare che quella sentenza — ormai prescritta — comprendeva tutti i delitti dell'ex comandante della Gestapo. Una eccezione procedurale che avrebbe fatto naufragare il processo. Enrico Singer

Persone citate: Casi, Jacques Vergés, Klaus Barbie, Pierre Truche, Truche

Luoghi citati: Algeria, Auschwitz, Brazzaville, Francia, Lione