Platone turba gli orali di Clemente Granata

Pigione turba gli orali Pigione turba gli orali Si rincorrono voci di traduzioni incomplete e piene di strafalcioni - Gli studenti temono un'ecatombe Ma i commissari sdrammatizzano: «Terremo conto del modo in cui è stato affrontato l'intero esame» ROMA — Arriva il giorno degli orali alla maturità e nei licei classici riprende vigore la polemica sul tema di greco. Ricordate quel brano di Platone tratto dalla Lettera VII e dato da tradurre lunedi scorso a 30 mila candidati? Cominciava cosi: «Néos ego potè on pollois, ... quand'ero giovane mi trovai nella stessa disposizione di molti altri...- e ricordava l'amara esperienza del filosofo, allora ventiquattrenne, al primo contatto con il mondo politico. Brano splendido, avevano detto gli esperti, ma difficile. E lungo, molto lungo: 23 righe, un record. Giudizio azzeccato. Cosi almeno sembra. Oiungono notizie di sbandate di una parte dei maturandi, di traduzioni lasciate a mezzo, di segnacci dei docenti sugli elaborati per sottolineare gli strafalcioni. E di ragazzi che guardano, tesi e pallidi, quei fogli protocollo. Domanda ricorrente sul filo dell'angoscia: .E se mi dovesse andare a monte l'esame a causa di Platone?.. Momenti di tensione, dunque, all'inizio degli orali. E anche una ridda di voci. Per esempio: 'Dal ministero sono giunti, in via informale, inviti ai provveditori perché consiglino i presidenti delle commissioni di usare la mano leggera....'. 'Inviti del ministero?'. Presso 1 provveditorati cadono dalle nuvole. «Afa scherziamo? Mai sentita una cosa del genere-. Al palazzone di viale Trastevere, sede del ministero della Pubblica Ist-uzione, nessuno può precisare nulla: chiusura per la ricorrenza dei SS. Pietro e Paolo (a Roma anzi, proprio per questa festa, gli orali sono stati rinviati a oggi). Ma altrove, anche presso le sovrintendenze, si smentisce, «fi ministero — si afferma — in pas¬ sato è intervenuto al momento degli esami per correggere qualche errore contenuto nei testi dei temi. Capita. Per il resto, si affida a un supplemento del bollettino ufficiale contentente norme e istruzioni sugli esami. Un autentico "dossier", guardi, ci sono norme minuziossissime. Prescrivono, dal punto di vista burocratico, ogni mossa dei commissari. Ieri, in effetti, presso le commissioni d'esame gli ispettori si sono fatti vivi. Un colloquio coi presidenti, qualche discussione. Non è da escludere che si sia parlato anche della traduzione dal greco e dei giudizi formulati. Un fatto naturale, si dice. E' stato consigliato, in qualche occasione, di usare la linea morbida? E chi lo saprà mai? E poi sarebbe un delitto? Rimane, comunque, il problema: la difficoltà del brano di Platone. C'è chi, nell'immaginario «processo» al grande filosofo, vuol addurre anche elementi di prova, per giunta d'antica data. Per esempio: nel 1938, presso Le Monnier, usci l'edizione delle «Lettere, con la prefazione del famoso grecista Giorgio Pasquali. Ebbene, nella prefazione, Pasquali scrive: • Quand'ero ragazzo, il professore mi assegnò, come compito da svolgere a casa, una versione dalla VII Lettera di Platone. Debbo dire che non ci capii nulla, né...deve averci capito nulla il mio professore'. Il brano era lo stesso assegnato ai maturandi dell 87. Dunque C'è di più. n professor Dino Pieraccioni, docente all'università di Firenze, ricorda che proprio la prima parte della Lettera VII fu fatta tradurre nel 1982 in occasione del «Certamen classici! m florentinum» a studenti liceali, che in tutt'Italia si erano segnalati per la loro bravura. Una prova, quindi, adatta a gente particolarmente ferrata nella materia, non a chi deve sostenere un esame di carattere generale. Senza contare che i concorrenti, in quell'occasione, avevavo avuto maggior tempo a disposizione degli attuali candidati alla maturità. Per altro lato, il brano, con la relativa traduzione, già compariva in qualche antologia. Un fatto questo che poteva favorire l candidati che avessero avuto l'occasione di analizzare il brano prima dell'esame. Ma i commissari cercano di non drammatizzare: 'Nella valutazione — affermano — si è tenuto conto dell'aderenza sostanziale della traduzione al testo. Insomma, abbiamo voluto accertare se i candidati hanno o no compreso il significato generale del brano, al di là di singoli, specifici aspetti. La prova è andata male? Non si scoraggino gli studenti, fi giudizio finale terrà conto del modo in cui si è affrontato l'intero esame, di ciò che l'alunno ha fatto nel corso dell'intero ciclo di studi: Sullo sfondo di queste polemiche e di queste osservazioni, gli orali ieri sono andati avanti. Una materia scelta dal candidato, un'altra dalla commissione. Tre quarti d'ora, un'ora di colloquio. Con il proposito, da parte degli esaminatori, di accertare «se esiste la capacità di ragionare: la conoscenza dei dati formativi è un presupposto, ma occorre dimostrare di saper analizzare, discutere i problemi'. Chissà se questi propositi saranno osservati sempre. Il rischio, si dice, è che qui si badi al nozionismo e là ci si accontenti di discussioni troppo generiche. Con giudizi, alla fine, non sempre persuasivi. Clemente Granata ^>b.MW...b

Persone citate: Dino Pieraccioni, Giorgio Pasquali, Platone

Luoghi citati: Firenze, Italia, Le Monnier, Roma