E' Paperone l'idolo degli studenti Usa di Ennio Caretto

E' Paperone l'idolo degli studenti Usa Decisi a guadagnare in fretta e indifferenti agli ideali: sono i nuovi ragazzi dei colleges americani E' Paperone l'idolo degli studenti Usa Uno psicologo: è l'etica che i giovani assorbono dalla società che li circonda - In dieci anni i laureati in economia sono raddoppiati, quelli in lettere dimezzati - D filosofo Allan Bloom li definisce «neo barbari»: con poche nozioni e avidi di ricchezza • E intanto rinasce il razzismo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Splendente nella sua toga azzurra, 11 diploma in mano, Nicole McCrea sorride alla vita dal cortile del Cardozo, il liceo della Washington povera. E' come 11 mondo Immagina l'America, bella, giovane, piena di entusiasmo, con dinanzi a sé un futuro senza frontiere. A 18 anni, sta per lasciare casa: ha vinto una borsa di studio per l'università di Pisk a Nashville, s'Iscriverà alla facoltà di medicina. Che cosa sogna Nicole? Di diventare un grande chirurgo. Perché? «Tutti sanno che i chirurghi guadagnano molto: tra dieci anni, mi pagheranno dai 5 mila ai 10 mila dollari a operazione (dal 6 milioni e messo ai 13 milioni di lire): Non t'interessa altro? Un attimo di silenzio, una risata allegra: .E che altro dovrebbe interessarmi?». Accanto a lei c'è Michael Lamini, alto e magro, commovente nella toga nera che sottolinea i suol 17 anni di enfant prodige, pure neodiplomato, con un posto sicuro alla prestigiosa Columbia University, a New York, anch'egli con orizzonti senza fini. E tu Michael, che cosa speri? «Di diventare agente di Borsa.. La ragione? .Ho un programma: essere miliardario a 35 anni». Ma se non riuscissi ad arricchirti? .E' impensabile: non concepisco l'esistenza sema soldi: Ha uno sguardo di sfida: .Mi conosco. So dove posso arrivare: Come Nicole, cosi Michael si è fatto i conti in tasca: è money hungry, ha fame di denaro. Due eccezioni? MI risponde David Walsh, lo psicologo della cllnica Fairviews di Minneapolis che studia il costume minorile americano. -Affatto. Nicole e Michael sono tipici dell'ultima generagione: il loro metro di mi sura è il denaro. Di più: vogliono tutto e subito; la loro etica è quella della gratificazione istantanea. La assor- bona dalla televisione, usando le carte di credito paterne, dalla pubblicità: n fenomeno data ad alcuni anni or sono, .aggiunge lo psicologo, ma si. è accentuato di recente: questa è la generazione più materialista dalla fine della guerra, ancora più di quella cosiddetta silenziosa degli anni di Elsenhower. Le statistiche confermano la diagnosi di David Walsh. Per ben l'83 per cento delle matricole del '66 la cosa piti Importante era credere In una causa, avere una filosofia della vita: solo 11 44 per cento attribuivano un certo rilievo al benessere e al successo. Ma l'anno scorso, queste proporzioni si sono rovesciate: 1173 per cento dei freshmen, le matricole, hanno definito la ricchezza un requisito lndipensabile dell'avvenire, mentre appena 11 40 per cento si è dichiarato idealista. In un ventennio, i valori sociali degli studenti americani si sono quasi rovesciati: dove 11 college appariva uno strumento per Imparare, un'esperienza innanzitutto culturale, oggi si configura come una scorciatola all'opulenza. Il Wahlngton Post ha organizzato una tavola rotonda con 50 studenti della contea di Falfax. n migliore, Anthony Hogan, ha detto di aver scelto ingegneria genetica perché si può fare un lavoro di ricerca e contemporaneamente arricchirsi. Rodney Bolden, un negro, ha protestato: la discriminazione bianca non gli lascia molta scelta, dovrà intraprende re la carriera militare In aviazione, ma si rifarà più tardi, quando si dimetterà per entrare, ancora giovane, nell'establishment del fornitori del Pentagono. Sam Brothers, che ha la musica nel sangue, formerà la sua orchestra già nel college. All'accusa di essere arida, 1 giovani dell'87 ribattono di essere semplicemente meno ipocriti dei loro predecessori. Margaret McCormack ha dichiarato al Washington Post che gli adulti e gli anziani guardano sempre alla loro adolescenza con occhiali rosa. Ma la critica non regge alla verifica dei fatti. Cent'anni fa, il 50 per cento degli studenti americani risparmiava su quanto percepiva da lavori saltuari, o su quanto riceveva da papà, oggi risparmia soltanto una piccola cifra. Intervistati dalla Rand Youth Poli, un Istituto di ricerca specializzato nelle inchieste di mercato tra la gioventù, 1 tre quarti degli studenti hanno ammesso allegramente di essere spreconi. Paradossalmente nota Philllp Logman, direttrice di Giustizia generazionale, una associazione che si occupa dell'occupazione giovanile, questo materialismo è esploso in un periodo di prospe¬ rità decrescedente. A differenza di un tempo, non esiste più un corrispettivo alle aspettative giovanili. Prendiamo gli americani tra i 25 e i 34 anni: altro ohe ricchezza generalizzata! n 47 per cento guadagna meno di 13 mila dollari l'anno, il 70 per cento meno di 20 mila dollari (17 milioni e 26 milioni di lire circa). Prosegue Philllp Logman: .Dal 73 a oggi, tenu- to conto dell'inflazione, lo stipendio medio di un trentenne è sceso del 25 per cento: una famiglia giovane ha un reddito di 25 mila dollari, come può comprarsi la Bmw?m. Questo genere di calcoli commenta David Walsh non fa riflettere le matricole. Non si tratta soltanto di Incoscienza: 1 teen agers crescono In una società In cui non si parla quasi più di dovere, di onestà, di risparmio. Né nella scuola né nella famiglia si fa più appello ai valori tradizionali. La Fondazione Carnegie ha accertato che In un decennio i laureati in economia sono quasi raddoppiati — sfiorano i 250 mila annui — e quelli In lettere si sono dimezzati, si aggirano sul 20 mila: e che l'88 per cento non ha la minima nozione delle civiltà greca e romana, e il 75 per cento della storia dell'Europa. In un celebre sondaggio, la rivista Nesweek ha stabilito che un terzo dei diciottenni non sa quando sia stato presidente Roosevelt, la metà non sa quando Cristoforo Colombo abbia scoperto l'America — pensa dopo 11 1750 — e 1 due terzi non sanno quando si sia combattuta la guerra di secessione. E' quello che 11 filosofo Allan Blomm chiama il neobarbarismo americano. In un libro che ha scosso 11 Paese come negli Anni Settanta la scosse The greening of America. Allan Bloom, clnquantaseienne, uno degli Intellettuali più liberi e brillanti deU'Università di Chicago, ha messo sotto accusa non solo l'istruzione superiore, ma la società statunitense nel suo insieme. La sua opera ha per titolo The closing of the American mind, la chiusura della mente americana, e per sottotitolo «Come 11 college ha tradito la democrazia e Impoverito l'animo degli studenti d'oggi». La tesi di Allan Bloom è semplice: l'università Usa insegna soltanto relativismo, si piega a seconda della domanda del mercato e della moda, ignora o deride le antiche virtù. Nel libro e nelle interviste il filosofo rifugge dagli esempi. Che cosa ritengono di aver fatto i colleges d'importante negli Anni Settanta? Hanno Introdotto nel curriculum corsi sul femminismo e la negritudlne. E negli Anni Ottanta? Hanno aggiunto corsi sul computers e sull'omosessualità. Ma in cambio, a cosa hanno rinunciato, quasi fosse inutile? Ai classici, Omero, Dante, Platone. Kant; alle lingue straniere, che non figurano nel curriculum di oltre metà dei colleges; all'analisi di quelle domande sul singolo e l'universo a cui può rispondere forse Hegel ma certo non il cantanta Springsteen. Nel materialismo e nel relativismo dei diciottenni, Bloom scorge una sorta di apostasia della civiltà occidentale. Egli depreca che il modello accademico consista nella frammentazione della conoscenza, e quello sociale nella avidità e dell'esteriorità. Parla di neobarbarismo perché, spiega, non esiste molta differenza tra la no¬ stra realtà odierna e la monocultura barbara dell'accaparramento e della conquista. Il nostro Ivan 11 terribile, conclude, non è lo zar di tutte le Russie, ma 11 finanziere d'assalto Boeski, che rapina Wall Street, e senza battere ciglio paga multe di 100 milioni di dollari (130 miliardi di lire), per evitare il carcere. A chi gli rimprovera un eccessivo pessimismo, 11 filosofo ribatte che, assommata agli altissimi costi degli studi, la corsa all'oro degli studenti americani ha effetti perversi sulle minoranze, che restano tagliate fuori. Le statistiche sui negri lo confermano: nell'ultimo quinquennio, il numero dei neolaureati bianchi è salito dell'I per cento, quello dei neolaureati negri è sceso del 6 per cento. Nel 1986, In tutti gli Stati Uniti solo 3 ragazzi di colore sono riusciti a specializzarsi In computer science, l'elettronica applicata agli elaboratori, un settore ritenuto cruciale dall'industria. Ha commentato il rettore della Cornell University Frank Rhodes: 'Nei colleges, chiudiamo gli occhi al problema razziale che sta riesplodendo». Il razzismo all'università, ha sottolineato Rhodes, torna sulle prime pagine dei quotidiani e sulle copertine dei settimanali. A trent'anni dalle storiche battaglie dei movimenti civili, dalla marcia di Selma, dall'invio delle truppe di Elsenhower nei colleges del profondo Sud. sui muri dei dormitori riappaiono le scritte del Ku Klux Klan. In un rapporto del prestigioso Mit. il Massachusetts Institute of Technology, figura questa confessione di un ragazzo negro: «Ci sentiamo degli esclusi: ieri un professore bianco mi ha detto di non capire perché il Mit abbia preso me e non suo figlio, quasi che non fossi degno della laurea». Ennio Caretto