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Un angelo a Los Angeles SUCCESSO DELLO SCULTORE ASSETTO Un angelo a Los Angeles Il torinese Franco Assetto ha vinto il concorso per la costruzione a Los Angeles di un monumento al\'*Angelo della Pietà*, come è stato soprannominato il diplomatico danese Raoul Wallenberg che. mandato a Budapest negli anni tremendi della guerra, salvò dalla persecuzione nazista quasi centomila ebrei, ma poi scomparve. Ci fu chi, a distanza di dieci anni, disse di averlo visto per tre volte in prigioni russe, l'ultima in un manicomio criminale. Lo stesso governo danese non riuscì ad avere notizie più precise, oltre a quella ch'era morto. Non manca tuttavia chi, tenendo conto che Wallenberg era nato nel 1912, ritiene tuttora ■ Le Cos-bus.es- Stasera, al Big di corso Brescia 28, sfilata di moda della Pro-Kkc in occasione di un nightshow incentrato sulla figura del grande architetto Le Corbusier. Ci sarà pure una selezione di immagini della mostra Le Corbusier, architect of the Century tenutasi a Londra. che l'Eroe dell'Olocausto, come lo chiamano oggi i giornali di mezza America, possa essere ancor vivo, segregato in qualche remota località. Come segno di gratitudine per la sua opera umanitaria, dopo aver realizzato su di lui un film e alcuni libri, la comunità ebraica di Los Angeles ha preso l'iniziativa di erigergli un monumento al centro della piazza a lui già intitolata. Venne fatto un concorso vinto appunto dal bozzetto presentato da Assetto. Piacque la sua idea di evocare la figura di Wallenberg con una forma discontinua che, nei pieni come nei vuoti, dovrebbe sottolineare 11 mito dell'uomo Inafferrabile, l'incertezza del suo esistere. La scultura lo raffigura mentre muove verso il prossimo porgendogli la mano. Due grandi ali angeliche, in rigido acciaio, danno internamente il senso del muro impenetrabile di una prigione, n tutto s'erge per quasi cinque metri e mezzo di altezza, posando su una base sagomata. an. dra. Un particolare del bozzetto del monumento a Wallenberg