Dietro il «mistero» di Platone
Pietro H €<mistero» eff M&tone Qualche dubbio sulla paternità della Settima Lettera - I giudizi sulle altre prove Pietro H €<mistero» eff M&tone Carlo Ferdinando Russo: «Avrei preferito un testo meno sospiroso» - Giuseppe Aurelio Previtera: «Sarebbe stato utile fornire indicazioni sul contesto» - Matematica: «Non si sono fatti sforzi innovativi», commenta Alberto Conte ROMA — I 425 mila studenti impegnati nella maturità ieri hanno affrontato la seconda e ultima prova scritta. Fra tre giorni inizio degli orali. Agli allievi del classico è stata assegnata la traduzione di un brano di Platone tratto dalla Settima Lettera, scritta attorno al 360 avanti Cristo. E figurarsi se l'irrompere sulla scena degli esami di un principe dei filosofi, quale fu Platone, non era destinato a creare, come sembra che in effetti abbia creato, un po' di apprensione tra i maturandi e qualche polemica tra i grecisti. A cominciare da un'ombra di mistero, che circonda la Settima Lettera. Da almeno un paio di secoli alcuni sollevano dubbi sull'autenticità di questa come di altre lettere attribuite per lunga tradizione al pensatore greco. In Italia le più forti perplessità furono formulate subito dopo la fine dell'ultima guerra dal grecista torinese Antonio Maddalena e di recente in Germania da Edelstein. Dubbi giudicati infondati da una buona parte degli esperti, come ci ricorda il professor Carlo Carena, ma che inducono tuttavia alcuni docenti a criticare l'assegnazter di un simile tema. ■JVurt mi sembra una buona norma — dice per esemplo il professor Carlo Ferdinando Russo dell'Università di Bari — assegnare proprio alla maturità un brano, le cui origini non sono certissime, anche se il testo può risultare abbastanza noto, posto che la sua traduzione compare in volumi scolastici. L'omissione della fonte poi, ossia che si tratta proprio della Settima Lettera, mi appare una piccineria. K poi avrei gradito qualcosa di meno sospiroso, di meno testamentario...: Per 11 professor Giuseppe Aurelio Privi te ra 11 brano proposto è abbastanza lun¬ go, «non facilisimo, ma neppure con difficoltà insormontabili. Platone usa frasi piuttosto ampie con strutture forse non complesse, ma sempre di un certo rilievo. Per tradurre veramente bene un passo di questo tipo occorre possedere una buona cultura, anche esperienza. E' un bel testo, che richiede però una certa preparazione. Per questo avrei ritenuto opportuno fornire al giovane qualche indicazione e precisazione: lo scritto del filosofo greco doveva essere inserito in un contesto storico e filosofico per essere pienamente compreso». La Settima Lettera, come sottolinea 11 professor Carena, si colloca nel pieno della crisi siracusana verso la meta del IV secolo avanti Cristo. Dione, amico del filosofo greco, dopo aver rovesciato 11 tiranno di Siracusa, Dionigi 11 giovane, è ucciso. I suol seguaci, disorientati, chiedono consiglio a Platone, che. si trova ad Atene, ed egli risponde «con una mira-. bile scrittura tersa e accalorata — dice Carena —, soffermandosi sui rapporti tra pensiero e vita pratica, tra ideali e politica attiva. Il filosofo ricorda i suoi contatti giovanili con la politica della città ed esprime le delusioni provate». Delusioni che si collocano poi alla radice del suo complesso pensiero politico, e che possono spiegare il suo pessimismo di fondo, la sua constatazione che il succedersi delle forme di gover¬ no altro non è che un graduale cammino verso la degenerazione. Pietro Janni, docente di letteratura greca a Macerata e autore del volume »Il nostro greco quotidiano», sostiene: -Il tema della Settima Lettera 6 il contrasto tra intellettuale e politica. La scelta del brano vuole apparire impegnata, ma didatticamente appare poco opportuna. Oli alunni, affrontando il compito scritto di greco, devono dar prova di saper tradurre piU che di comprendere a fondo il pensiero di un filosofo. Io .avrei scelto un brano più lungo ma pili facile e pretenderei la massima attenzione nella cura della forma italiana». >/n fondo — dice Russo — è come se oggi gli alunni dovessero entrare nella mentalità, nei dubbi di chi deve decidere se entrare o no in politica: Luciano De Crescenzo sottolinea, invece, che a suo avviso il brano non presentava particolari difficolta e che già doveva essere abbastanza noto agli studenti: «Platone, o chi per lui, parla del disgusto provato nei confronti della politica dopo averla conosciuta da vicino». Tutti gli altri maturandi ieri hanno affrontato la prova scritta che caratterizza l'Indirizzo di studi seguito. Matematica nel licei scientifici e nelle magistrali; estimo negli istituti per geometri e agrari; negli altri istituti: tecnica commerciale, chimica industriale, costruzioni meccaniche e studi di fabbricazione, radioelettronica; impianti elettrici e disegno, elettronica, informatica; lingua straniera nei licei linguistici, nelle scuole per periti aziendali e per 11 commercio estero; pedadogla negli esami di abilitazione all'insegnamento del grado preparatoria Una delle prove più attese era la matematica. Quattro quesiti nel licei scientifici con l'obbligo per 11 candidato di rispondere ad almeno due di essi. Commenta il professor Alberto Conte, docente alla facoltà di Matematica di Torino: .Le domande sono formulate in modo chiaro, non appaiono proibitive, ma neppure facilissime. La vera difficoltà sembra costituita dal tempo: forse le ore a disposizione non erano sufficienti se si voleva rispondere bene a tutto», E continua: »Rilevo che nei temi proposti si nota una certa preponderanza detta geometria analitica nei confronti della tradizione che privilegiava il calcolo infinitesimale. Ma, a parte questo aspetto, non mi pare che siano stati fatti grandi sforzi innovativi. Il che per lo studente può anche costituire una facilitazione...»r Quali sforzi innovativi? Conte: «72 discorso sarebbe ampio. Bisognerebbe puntare ad argomenti che richiedono ragionaménti complessivi più che la risposta ad elementi specifici. Delineare, per esempio, una certa teoria, esaminarla da diversi angoli visuali. Bisognerebbe saper "matematizzare" una situazione più che svolgere in modo meccanico esercizi slegati tra loro. E' ciò che si propongono di fare i futuri programmi della secondarla preparati da un'apposita commissione. Detto questo, preciso che i quesiti posti ieri rientrano perfettamente nei programmi attuali e al modo in cui sono insegnati oggi». Clemente Grattata
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