E Kantor reinventa la macchina della vita

E Kantor reinventa la macchina della vita E Kantor reinventa la macchina della vita DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — Quaranta minuti Dura solo quaranta minuti il nuovo spettacolo di Tadeusz Kantor andato in scena l'altra sera al Teatro Litta. Quando gli spettatori entrano in sala. Il palcoscenico senza sipario e già pronto: ci sonò gli attori In abiti neri, 1 manichini le porte di metallo al centro, la sagoma di un cavallo, le sedie, una cassa; e c'è lui Kantor, seduto sulla sinistra, che interpreta se stesso, il regista, con un volto impassibile e tragico. A un tratto le luci diminuiscono, non scompaiono, e la -Macchina dell'amore e della morte, si mette in moto. E' in parte la ripresa del primo spettacolo di Kantor, -La morte di Tintagiles., una visione del poeta belgafrancese Maurice Maetérlinck, dato a Cracovia giusto 50 anni fa. Narra di una regina crudele e orrenda che vive nascosta ir» un castello. Una valle perduta, un delitto imminente: il piccolo Tintagiles è inseguito dai servi-sicari della regina, paurosa di perdere il potere. Gli spettatori vedono alcuni personaggi, rappresentati da marionette, deposti sulle sedie da quattro Inservienti; vedono il bambino Tintagiles, pastorello di campagna, che sul cavallo che gira intorno incrocia la fidanzata, una bambina bionda, stesa su una specie di barella trascinata da tre megere; vedono le carezze struggenti fra braccia e gambe di manichini evocati da una cassa, da cui fa capolino una modella sconosciuta; vedono la porta di metallo che si apre rivelando tre supermarionette a motore; e vedono un tipo sospetto, dal volto sconnesso, sofferente e aggressivo, e dal passo cadenzato e furtivo. Da queste azioni emana un'emozione bloccata, radicale, di vita senza scampo, condannata a ripetersi sempre senza senso. «Ci trasciniamo qui fin dalla nascita senza capire nulla* dice la voce fuori campo all'inizio. -Siamo tempre soli, aggiunge. E' questa solitudine, questa insensatezza totale di tutto, questa continua fatica di Sisifo che congiunge in ogni uomo 11 primo vagito con l'ultimo sguardo, è tutto questo che viene comunicato agli spettatori, mentre odono 1 colpi di un cuore e 11 respiro di chissà chi quasi un ansito d'angoscia continua. Alla fine Kantor si alza e fa cenni di smetterla. La ruota cessa di girare e i becchini e le megere arrestano le loro giostre mortali Gli spettatori applaudono. E loro, gli attori riprendono a girare Intorno fra gli applausi finche escono di scena. Più nulla. Lo spettacolo è prodotto a Milano e ha debuttato alla «Documenta» di Kassei Rimane al Litta fino al 28. In ottobre va a Palermo, poi nei più Importanti teatri di tutto il mondo (è già annunciato al primo New York Festival dell'83). B complesso di attori è quasi tutto italiano; c'è anche il critico Renato Palazzi direttore della Civica scuola d'arte drammatica. 8ono perfette parti del congegno teatrale. Fra loro è difficile dimenticare 11 volto e 11 passo di Stanislaw Rychllcki che prima è «il tipo sospetto,, poi un becchino. Un congegno teatrale che sembra in sintesi ripercorrere le grandi tensioni culturali di questo secolo, dal simbolismo e dal costruttivismo In poi Le musiche, inquietanti sono di Saro Cosentina

Persone citate: Kantor, Litta, Maurice Maetérlinck, Renato Palazzi, Saro Cosentina, Stanislaw Rychllcki, Tadeusz Kantor

Luoghi citati: Cracovia, Milano, New York, Palermo