L'italiano ostenta il lusso di Gigi Padovani

l'italiano ostenta il lusso Un'indagine Censis dimostra che i ricchi spendono sempre di più l'italiano ostenta il lusso In aumento le vendite di auto di prestigio e di gioielli, le vacanze all'estero, le iscrizioni a università private - «Non è dovuto soltanto all'aumento del reddito, è cambiata la cultura» ROMA — L'Imperativo dei ricchi è tornato quello di distinguersi. Dimenticali gli anni dell'understatement, quando tutti dovevano rimanere un po' sotto tono, anche con redditi consistenti, il gioco a rimpiattino del consumi é finita Chi più ha, più spende. E lo fa con ostentazione, scegliendo auto di lusso, comprando più gioielli, andando all'estero per le ferie o iscrivendo 1 figli alle più costose scuole private. Basta un giro per via della Spiga a Milano, nei negozi di via Montenapoleone o di via Condotti a Roma per accorgersi che il «superfluo» avanza e conquista posizioni nelle vetrine. Ora i sociologi del Censis, il più importante centro di ricerche che ogni anno si dedica a indicare i nuovi orientamenti degli italiani, hanno scoperto che anche le cifre statistiche certificano questo fenomeno sotto gli occhi di tutu. Ecco allora le vendite di automobili. Croma, Thema, Mercedes, Volvo di grande cilindrata sono sempre più di moda: nel primi mesi dell'86 (gennaio-aprile) 11 segmento «E» ha fatto registrare un incremento del 39,6% rispetto all'anno precedente, contro una crescita di tutte le auto del 4,5%, Grande successo anche del modelli di élite: per Ferrari, Maserati e granturismo c'è un aumento dell'll.'i. E si va a un secco +38,5 per 1 fuoristrada. Un altro indicatore viene dal gioielli. □ mercato del preziosi, tra l'84 e l'8S, è cresciuto sia in numero di acquirenti (con un più 17,8%), sia in spesa complessiva (con un più 17,1%). Q giro d'affari è arrivato a 2460 miliardi, per 12 milioni di pezzi venduti. Ma nel primi quattro mesi dell'86 c'è un ulteriore balzo di un 22,1% di fatturato per monili e pietre preziose Secondo ^Cegste aue^te cifre sono un'altra chiara indicazione, insieme1 alle" antòdi prestigio, della nuova •«pinta all'eccellenza*. Ma ci si può distinguere anche con 1 viaggi. Dal 1982 all'85, Infatti, mentre le giornate di vacanza degli italiani sono aumentate del 9,1%, le ferie In Italia sono cresciute del 4,3, contro un Impetuoso boom dei viaggi all'estero, pari al 65.4%. Gli italiani hanno trascorso 47.206 gior¬ ni di riposo fuori dai confini del nostro Paese: i dieci giorni alle Maldive, ormai è risaputo, «valgono» di più delle tre settimane in Riviera, nella considerazione degli amici. La ricerca del meglio non risparmia gli studi universitari, con la volontà di raggiungere quella che il Censis definisce la 'formazione eccellente, di fronte a una vera o presunta dequalificazione del.titolo universitario*: cosi dal 74 all'84 il numero di italiani che frequentano facoltà negli Stati Uniti è quasi triplicato, passando da 663 a 1752, mentre le iscrizioni alla Bocconi di Milano o alla Luiss di Roma sono in cre- scita costante. .15" difficile distinguere — commenta lo studio — la vera ricerca di quahtà. dalla mera ricerca di distinzione.. •Ciò che accomuna tutti questi dati — spiega 11 prof. Giorgio Allulli, che ha lavorato a "decodificare" questi dati — è l'impennata che dall'US hanno subito questi comportamenti, già da tempo legati ad un generale aumento del reddito. La rincorsa all'eccellenza si concentra nelle fasce atte di consumo, con un'inversione di tendenza rispetto al passato. Fino all'84-85 c'era una tendenza al livellamento verso l'alto dei consumi, con una crescita alla quale partecipavano tutti. Ora invece si assiste a un fenomeno diverso, la forbice si allarga e la parte più alta della popolazione italiana tende a spendere di più.. Lo dimostrano 1 dati dell'Istat sul «decili» di consumo cioè le dieci classi nelle quali sono stati divisi 1 18 milioni e 900 mila nuclei famigliari italiani In base alla caro spesa annua. La quota della «torta» che il 10% più in alto si aggiudica torna a salire, anno dopo anno, dall'83 in avanti. Fuori dalle percentuali, ecco le differenze tra la prima e l'ultima classe. Il 10% dei più spendaccioni «brucia» ogni anno (quota '85) 103 mila miliardi, pari al 27,47 del totale, mentre al 10% dei meno fortunati toccano da spendere 8110 miliardi, pari al 2,16. Nel «top» si arriva a una quota di 54 milioni circa per famiglia. Conclude il ricercatore del Censis: «iVon è soltanto una questione di reddito, ma soprattutto di cultura — dice Allulli —, prima non si voleva mostrare il proprio "status" di benestanti, ora invece si torna a spendere per apparire: il costume è cambiato, e forse gli italiani ri- l iricvlóso fanvedite tfwftrtvWi [guadagna: ? t&J? M."*] Gigi Padovani

Persone citate: Allulli, Giorgio Allulli, Maserati

Luoghi citati: Italia, Maldive, Milano, Roma, Stati Uniti