Scoppia la guerra tra fratelli a Sharjah, emirato «in rosso»

Scoppia la guerra tra fratelli a Sharjah, emirate «in rosso» Il sovrano deposto torna da Londra per riconquistare il trono Scoppia la guerra tra fratelli a Sharjah, emirate «in rosso» Dubai e Atra Dhabi dietro i due contendenti - E' in perìcolo l'unità della Lega Il Golfo è tempestoso di questi tempi. Ecco, adesso, una nuova burrasca, quella che ha per epicentro la bella Sharjah, uno dei sette emirati degli Emirati Arabi Uniti. Sharjah è in bancarotta, l'Emiro è Stato detronizzato e la famiglia reale ha approvato il passaggio di tutti i poteri al fratello maggiore. Ma il golpe è tutt'altro che finito. L'Emiro spodestato rivuole il suo scettro e sembra avere l'appoggio, sia pur cauto, del suo vicino, il ricchissimo Emiro di Dubai. Non avrebbe invece quello dell'Emiro di Abu Dhabi, il più potente, e che di questa unione a sette, tra il confederale e il federale, è l'augusto presidente. Dobbiamo preoccuparci? Per ora no, ma converrà seguire con diligenza gli eventi in quel torrido angolo del nostro pianeta. E' assai improbabile che il conflitto dinastico a Sharjah spessi l'unità dello Stato, ma potrebbe generare un lungo periodo di tensioni: tensioni che indebolirebbero gli Emirati Arabi Uniti, proprio quando la minaccia iraniana esige la massima compattezza di tutto il fronte arabico. Si vigila, dunque, in Kuwait, a Bahrein, in Qatar, in Oman e, soprattutto, in Arabia Saudita. Gli Emirati Arabi Uniti sono venuti al mondo nel '71, quando Londra rinunciò a 'Proteggere» quei sette emirati noti con due nomi. O Costa dei Pirati o Trucial States, Stati della Tregua, a ricordo dell'armistizio del 18S3 fra gli inglesi e gli audacissimi pirati che infestavano quelle acque. I sette Stati sono: Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ajman, Umm al Qaiwain, Ras al Khaimah, Fujayrah. Ogni territorio è feudo di una famiglia reale e di un emiro, un sovrano, nell'abbraccio della lega presieduta dall'Emiro di Abu Dhabi, sceicco Zaid bin Sultan an Nahayyan. Popolazione complessiva, circa 1 milione e 600 mila anime. Non c'era nulla a Sharjah, all'inizio degli Anni 70, soltanto un'antica, polverosa capitale, spinta nell'ombra, già durante e dopo la guerra, dalla più dinamica Dubai. Vi si arrivava da Dubai in meno di mezz'ora e si incontravano soltanto spiagge ammalianti, umili villaggi e umili suk, pennellate di deserto. Ma, al centro di quest'idillica scena, c'era un emiro ambiziosissimo, lo sceicco Sultan bin Mohammed al Qassimi, forse il più istruito dei sovrani del Golfo, con una laurea in Agricoltura dell'Università del Cairo, con molti e diversi interessi culturali. Nel 74, fu I scoperto il petrolio, offshore; le entrate decollarono; e Sharjah decollò con esse. Come tutto il pianeta arabico, anche Sharjah si trasformò in un mirabolante, eccitante cantiere. Nascevano strade, alberghi, nuovi moderni suk, .zone industriali», perfino iniziative turistiche. Si, perché lo sceicco Sultan, il quale ha adesso quarantott'annl, era, ed è tuttora, il più -liberale, del sette emiri, voleva uno Stato senza troppe restrizioni, voleva aprire la porta ai visitatori stranieri anche se indossavano il bikini. Ma ha esagerato, ha creduto che la produzione di gas potesse compensare la decrescente ed esigua produzione di petrolio, ha continuato a spendere e a spandere, fino a inaugurare di recente un grande aeroporto intemazionale, che, nell'assenza di clienti, accoglie aerei delle linee cinesi. Risultato: Sharjah, questo emirato dal nome tanto carezzevole, ha adesso debiti per oltre un miliardo di dollari, ha già cessato di pagare gli interessi. Ansiosa, la famiglia Al Qassimi ha approfittato dell'assenza, a Londra, di Sultan per privarlo d'ogni potere e ha innalzato, al suo posto, un fratello, di due anni più anziano, lo sceicco Abdul Aziz. Sultan non ha issato bandiera bianca, tutt'altro. Ha lasciato a Londra la moglie (che risponde, piangendo, al telefono: «Mio marito è stato deposto.; ed è sceso a Dubai, dove ha annunciato il proposito di riconquistare il trono. In teoria, è una 'guerra tra fratelli*. In teoria, perché è un duello che si combatte tra molte ombre. Non c'è dubbio, ad esempio, che la tribù regnante a Dubai, gli Al Maktum, aborrisce da sempre la tribù vicina, gli Al Qassimi di Sharjah, e che considera tollerabile il solo sceicco Sultan. Ma fino a che punto l'astuto Emiro di Dubai si farà influenzare da tali sentimenti? Spalleggerà Sultan, costi quel che costi, al rischio di uno scontro armato con le milizie di Sharjah? E cosa vuole veramente l'Emiro di Abu Dhabi? A quanto sembra, appoggia il golpe degli Al Qassimi, al punto di dichiarare che Sultan, .incapace di fronteggiare la situazione finanziaria, ha abdicato di propria volontà». Ma è pronto a sfidare Dubai? Si vedrà. Gli scommettitori puntano su Abu Dhabi, la cui imponente ricchezza è il pilastro della confederazione, la cui volontà non si discute. Ma non mancano le ansie. Mario Cirlello Abdul Aziz Al-Qassimi

Persone citate: Abdul Aziz, Ajman, Al Maktum, Mario Cirlello, Zaid