INTERVISTA CON I CRITICI SOVIETICI LAKSCIN E TOMASCIEVSKJJ di Alberto Papuzzi

H nuovo corso? Tornare all'anima russa INTERVISTA CON I CRITICI SOVIETICI LAKSCIN E TOMASCIEVSKJJ H nuovo corso? Tornare all'anima russa TORINO — Nel 1947, in un saggio intitolato Che cos'è la letteratura?, pubblicato sulla rivista Temps eroderne*, Jean-Paul Sartre scriveva: .L'operazione dello scrivere implica quella di leggere.. La lettura è creazione diretta... Scrivere è fare appello al lettore perché conferisca un'esistenza obiettiva alla rivelazione che io ho iniziato.. Quarant'annl dopo, al convegno Tra immagine e parola, qui a Torino, il critico letterario Vladimir Lakscin, figura emergente nel clima della glasnost, ha detto: «t/n libro autentico è un tete-atete tra autore e lettore. Richiede al lettore un grosso consumo di energia spirituale. Il libro è una creazione non solo dello scrittore ma anche del lettore*. Che cosa significa? Perché un intellettuale sovietica esponente dèi nuovo corsa fa propria una tesi del padre dell'esistenzialismo? Solo una coincidenza? O rivela qualcosa di pio profondo? Incontriamo Vladimir Lakscin insieme a NlkolaJ Tornasele vskij. Se il primo, 64 anni, è l'Intellettuale di punta, appassionato prefatore e biografo di Bulgakov, del quale ha presentato Cuore di cane sulla rivista Znamfa, autore di un affascinante saggio dostoevskljano nell'edizione Einaudi del Fratelli Karamazov, 11 seconda 83 anni, è un docente classico. Illustre Italianista, che ha curato più di venti testi di letteratura italiana, dirige oggi la sezione italiana (18 volumi) di una Letteratura del Rinascimento europeo in 36 volumi, nella quale ha appena pubblicato una Vita di Benvenuto Cellini. In ffomu'w hanno il bastone per camminare. Per 11 resto, Lakscin è grossa baffu¬ ta con una faccia robusta, da esploratore, come Dersu Usala, Tornaselevskij è mingherlina grinzosa con occhi infossati, da buon vecchio professore quale è In effetti. Un concetto chiave, nel loro atteggiamento critico, per quanto si è visto al convegno, è quello di anima. Anche di fronte al problema della produzione e del consumo televisivi, Lakscin e Tornasele vskij hanno parlato di •energie spirituali» e di .fatica dell'anima: 'Noi parliamo lingue di¬ verse, anche dal punto di vista delle nozioni; dice Lakscin. mCosì quando parliamo di anima, io e lei non intendiamo la stessa cosa. Cekov ha detto che «e a un monaco e a un rivoluzionario si indica la direzione con una medesima parola prenderanno due strade diverse. Quando parlo di anima, io mi riferisco alla tradizione russa, per la quale la conoscenza di un'opera non è fredda, costruttiva, meccanica. Un'opera prima di tutto è fatta di eroi che amano, tot- tana, muoiono. L'anima per noi i l'uomo: •Quando Lakscin parla di anima», dice TomascievsldJ, con un sorriso gentile, come un esaminatore che giudica l'allieva »usa un vecchio abito per rivestire una forza nuova. Quale forza? Io la definirei una sazietà di schemi astratti: E" 11 distacco dalla scuola formalista? Che spazio resta per la teoria del linguaggio di Vlktor Sklovsklj o per le problematiche semiotiche di JuriJ Lotman? «Stimo molto quella scuola critica, ma non mi riconosco In essa», dichiara secco Lakscin. «/o non mi sento tanto uno scienziato, ma soprattutto un letterato. Non sono solo un critico, ma qualcosa di più ampio, non dico scrittore per non essere immodesto'. Tomasclevskij, invece, prende la questione più da lontana si sforza di storicizzarla: 'Io ho insegnato in Italia quando c'era il Gruppo 63. Allora sembrava interessante, oggi appare superato; ci si rende conto che si trattava di strade che non conducono da nessuna parte. Però era necessario percorrerle per capirlo. Nel nostro Paese si f fatto l'errore di proibire questo tipo di esperienze, cosi le avanguardie, lo sperimentalismo avevano mantenuto un loro fascino. Ma oggi che non ci sono più censure, che la gente e tranquilla, quell'arte borghese, o piccolo borghese, non interessa piti a nessuno: Si potrebbe parlare di un ritomo, con una specie di salto, al valori della tradizione classica? •Penso proprio di si; risponde Lakscin. «Ritorno a una cultura con una più /orte tradizione spirituale, come nella grande letteratura russa, Tolstoi, Cekov, Dostoevskij: Ma chi legge, per esempia Bulgakov, ora che lo si pubblica anche In Urss? Chi sono 1 lettori di Cuore di canea .Molti, moltissimi. A Mosca non se ne trovano più copie benché ne avessero tirate centomila., dice Tomasdevsldj. .Da voi si pensa che lo leggano solo l lettori professionisti, come me, invece anche il tramviere, il tassista, o Il medico, Il generale. Così la gente sta uscendo da quell'atteggiamento passivo, per cui si guardavano solo serial alla tv». Per Lakscin, Bulgakov, di cui è 11 critico numero uno, si ricollega all'alveo della tradizione ottocentesca. Ma non solo Bulgakov: .Anche Fìatonov, Pasternak, Nabokov o Trtfonov e Rybakov. Indipendentemente dalla loro ideologia, noi oggi possiamo farli conoscere a tutti come dei classici. Non saranno più autori per pochi. Questo è il peso enorme del nuovo corso. Non si tratta solo di rendere giustizia a autori maltrattati, ma di alimentare il cuore della letteratura russa». Quale sarà, In questo contesto, l'autore Italiano più letto? .Non ridete., dice Temasele vskij: è Petrarca, edizione integrale un anno fa nella casa editrice del parti' to, 600 mila copie. E Sartre, dal quale eravamo partiti? «Ho conosciuto Sartre negli Anni Sessanta, quando visitò la redazione di Novi Mlr», risponde Lakscin. .Tuttavia non sono un suo seguace, se non nel senso che avevo scritto degli articoli sul triangolo scrittore lettore critica E' una coincidenza. Ma mi fa piacere'. Alberto Papuzzi

Luoghi citati: Italia, Mosca, Torino, Urss