E' finita l'ingovernabilità di Fulvio Milone

E9 finita l'ingovernabilità NAPOLI - Via al pentapartito dopo 12 anni di giunte minoritarie E9 finita l'ingovernabilità NAPOLI — n terremoto elettorale non ha risparmiato neanche palazzo San Giacomo, dove per dodici anni si sono avvicendate giunte municipali largamente minoritarie. «Ora tutto sarà più facile. Napoli potrà finalmente avere un governo stabile e duraturo», gongolano socialisti e democristiani che escono da veri trionfatori dalle elezioni amministrative. n consiglio comunale è letteralmente sconvolto dalle consultazioni. Per la prima volta dal 1975 il pei è costretto all'abdicazione: con una perdita secca del 4 per cento del voti e di ben quattro seggi, abbandona la ormai tradizionale posizione di primo partito a palazzo San Giacomo. Trionfa la democrazia cristiana, fino all'altro ieri seconda in città. Cresce del 6,2 per cento rispetto alle comunali dell'83, e vede aumentare 11 numero del seggi da venti a ventisei Esultano i socialisti che guadagnano cinque punti ed altri quattro rappresentanti in consiglio comunale. Il psi diviene il terzo partito, soffiando 11 posto al movimento sodale italiano, per il quale queste elezioni si sono risolte In un disastro senza precedenti La nutrita pattuglia degli uomini di Giorgio Almlrante è più che dimezzata: i napoletani hanno tolto al partito ben nove dei diciotto seggi conservati per anni a palazzo San Giacomo. Nella federazione missina gli umori sono pessimi. Le accuse agli altri partiti sono pesantissime, sul filo del codice penale. .Bel successo, quello della de. Ha guadagnato voti con la solita pratica elettorale e, diciamolo una buona volta, con l'appoggio di personaggi di dubbia fama», sibila 11 deputato Antonio Parlata Alla crescita vertiginosa del democristiani e del socialisti corrisponde una complessiva tenute del liberali dei socialdemocratici e wel repubblicani Avanzano con moderazione radicali e demoproletari Il nuovo assetto di palazzo San Giacomo spezza l'ultradecennale ingovernabilità del Comune di Napoli «commissariato» dallo scorso ottobre, quando l'esperimento del pentapartito minoritario falli sancendo lo scioglimento del consiglio, «feri il pentapartito non aveva l numeri per sopravvivere — dice oggi Salvatore Abbruzzese, ex assessore socialiste —. Ora sarebbe forte di cinquanta seggi su ottanta». Il pentapartito s tran vince, al punto che potrebbe soffrire per la sua improvvisa crescita. .Oggi — fa notare con malizia un ex consigliere comunale democristiano — per governare Napoli basterebbe una coalizione a tre: de, psl e, a scelta, plt, pri o psdi». Ridotto al disastro finanziario (oltre 840 miliardi di debiti accumulati fino air85), afflitto da cronica inefficienza (molti servizi amministrativi non sono meccanizzati), il Comune di Napoli si appresta ad avere un nuovo sindaco. Chi sarà? De e psl propongono due candidati: l'ex capo della polizia Giuseppe Porpora, che alle comunali si è presentato su proposte dello stesso segretario De Mita, e Pietro Lezzi anziano ed autorevole socialiste napoletano. «Durante la campagna elettorale — dice Lezzi — ho sempre sostenuto la necesttà di aggregare ti maggior numero possibile di forze democratiche. I problemi più urgenti da affrontare sarebbero l'assetto urbanistico e la delocalizzazione delle industrie ad alto rischio o in crisi di produzione, il riammodernamento della macchina comunale, il contenimento della disoccupazione e lo sviluppo della formazione professionale». Più esplicito sulla possibile forma di governo è Giuseppe Porpora: .Mi sembra che il pentapartito ria la formula più Indicata». Fulvio Milone

Persone citate: Antonio Parlata, De Mita, Giuseppe Porpora, Lezzi, Pietro Lezzi, Salvatore Abbruzzese

Luoghi citati: Comune Di Napoli, Napoli