Dal pubblico in delirio la spinta vincente

Dal pubblico in delirio la spinta vincente Dal pubblico in delirio la spinta vincente di VINCENZO TESSANDORI Il gruppo è affollato e i distacchi minimi, in testa come in coda. E cosi è sufficiente una distrazione, un colpo della malasorte per compromettere tutta la stagione per almeno quattordici squadre: sette cercano di bruciare le ultime energie per arrivare alla serie -A-, le altre si sgomitano per non precipitare in -CI-, La classifica è una bolgia tremenda, soltanto in cinque assistono con distaccato interesse. Dal suo canto, il C?gliari, da tempo «out». spera soltanto che il calvario finisca. Sol.da, concreta, priva di grilli per la testa, la Cremonese ha pareggiato un incontro tutt'altro che facile a Vicenza e continua a guidare la graduatoria, con un punto di vantaggio. Risultato programmato, assicurano ì lombardi. Alle loro spalle un terzetto formato da Genoa. Pescara e Pisa. Il Pisa ha segnato tre gol a una Lazio apparsa in crisi prolonda. ammaccata e frastornata, una Lazio che ora occupa la penultima posizione e rischia il gran tonfo. La collera collettiva del sostenitori biancoazzurri ieri ha provocato tumulti. Sulla responsabilità dei disordini pare ci siano pochi dubbi, ed è probabile la squalifica dell'Olimpico che, però, non verrebbe scontata domenica prossima quando, ospite il Vicenza, i laziali si giocheranno tutto. .... Il Genoa ha retto all'allungo e liquidato "un Bari che, ancora, non appariva rassegnato. E l'ultimo scatto, i liguri, spesso apparsi condizionati dalle partite in campo esterno, lo faranno contro il Taranto, ma su terreno neutro. Un gradino più in basso Cesena e Lecce vivranno la settimana più incandescente della stagione: sono consapevoli che domenica potrà non bastare chiedere a se stessi il massimo, ma saranno costretti a sperare nelle disgrazie altrui. Situazione simile per il Parma, anche se. tutto sommato, meno tesa, perché le probabilità reali di raggiungere la «A» appaiono minime. Fra Modena, Taranto e Lazio, due punti. E in mezzo il Campobasso, il Catania, la Sambenedettese e il Vicenza. Tutte sanno di essere appese per un fragilissimo filo, nessuna, ovviamente, si dichiara rassegnata. Difficile prevedere una conclusione senza code. dal nostro Inviato GIANNI PIGNATA GENOVA — Questo volubile pazzo Genoa preso a sberle una settimana fa a Cesena quando si credeva già promosso è risalito di prepotenza sull'autobus che potrebbe riportarlo in serie A strapazzando il Bari al di là di quanto dica il punteggio di 2 a ù. Ogni entusiasmo è prematuro con un'insidiosa partita ancora da disputare sia pure In campo neutro contro un Taranto con l'acqua alla gola. Ma c'è una bella differenza tra l'avere un piede in serie A, come oggi, ed averli tutti e due in serie B come sembrava dopo il tracollo di Cesena. I rossoblu, comunque, debbono ancora soffrire una settimana, se basterà, per raggiungere il traguardo. Invece i meravigliosi tifosi della gradinata Nord, quei tifosi che rifiutano le poltroncine dello stadio del futuro perché il vero genoano deve soffrire in piedi, la serie A se la meritano già adesso senza discussione. Un enorme striscione rossoblu con la scritta • Un cuore grande cosi', steso a coprire tutta la gradinata prima del fischio d'inizio (ne abbiamo visto uno simile sulla curva Maratona del Torino i cui tifosi per intensità di amore sono molto simili a quelli del Genoa), e poi durante la gara un urlo continuo, una spinta incessante, un trampolino incre¬ Che bolgia tremenda Inattes o tonfo punizione di Domini, la squadra di Perotti ha sbloccato il risultato al 20' con un'azione da manuale in cui di fortuito — e sfortunato per i pugliesi — c'è stata solo la conclusione. Un pallone lavorato da Domini per Cipriani, cross dal fondo dell'ala sinistra, abile assist volante di Ambii per Scanziani la cui botta di destro mandava il pallone a rimbalzare su una coscia del terzino biancorosso Carrera spiazzando Pellicano. Un regalo della sorte, o dibile verso la vittoria. Sospinto da questa gigantesca corrente di entusiasmo, il Genoa non si è fatto intimorire dalla tattica spericolata del Bari che, avendo bisogno a sua volta dei due punti per tentare l'aggancio alla zona promozione, ha rinunciato in partenza al libero, sostituendo lo squalificato Loseto con il centrocampista Terracenere, ed ha mandato in campo tre punte: Bergossi. Rideout e Brondi. Dopo aver colpito lo spigolo della traversa con un'insidiosa quasi, insomma, ma il Genoa è riuscito ampiamente a meritarselo fallendo d'un soffio, 5' dopo, il raddoppio con Cipriani su un'azione altrettanto brillante e ripetendosi, al 42', quando Pellicano respingeva d'istinto una gran botta di Domini su punizione e ancora Cipriani da tre passi ribatteva alto. Nella ripresa il Bari accentuava la sua spinta per cercare il pareggio lasciando enormi spazi al contropiede del Genoa che sfiorava 11 2-0 in apertura con Scanziani, ma rischiava, poi, 11 pareggio per un perfido rimpallo favorevole al barese Laureti cui, tuttavia, Cervone opponeva una grande deviazione In angolo. Al 52', però, ancora su punizione di Domini e abile assist di Cipriani per il tocco decisivo di Ambu, arrivava 11 giusto raddoppio per merito del centravanti, uno del migliori rossoblu con il regista Domini e con l'incredibile «vecchiaccio» Scanziani. Gioco fatto, insomma, ma era troppo invitante per i rossoblu un Bari a quattro punte — era entrato anche Bivi al posto d'un centrocampista — per non offrire ai liguri con l'unica parentesi di una gran parata di Cervone su Rideout, la possibilità di sbagliare a ripetizione l'occasione del terzo gol. Alla fine, pacifica invasione di campo da parte dei tifosi della Nord per una festa che. facendo gli scongiuri, è in anticipo d'una settimana. gio pareva certo