CONCERTI / Parte da Rotterdam la tournée mondiale: in Italia dal 9 giugno

CONCERTI / Parte da Rotterdam la tournée mondiale: in Italia dal 9 giugno CONCERTI / Parte da Rotterdam la tournée mondiale: in Italia dal 9 giugno David Bowie: il nuovo Tarzan * ■ ■ ■ Rock-teatro: due ore di canzoni, balletti mozzafiato, evoluzioni acrobatiche e tuffi dal cielo (persin eccessivi!) DAL NOSTRO INVIATO ROTTERDAM — Da quando David Bowie ha compiuto quarant'anni, son passati ormai cinque mesi. Chi ne ha esperienza, sa che è un compleanno duro da digerire. Ma le rockstar vere raramente, finora, sono arrivate a quel traguardo stando ben in piedi. Droghe e vita spericolata hanno mandato In semipensione o alla tomba, o ridotte a monumenti di latta, gli del di una musica che non vuol saperne di vecchiaia. Ma ora che si è consolidato il mito del salutismo e della giovinezza eterna, il Camaleonte anticipatore di tutte le mode e e di tutte le tendenze degli Anni 70 è tornato in pista per l'album «JVei>er let me down», con una tournée-monstre partita sabato sera dallo stadio di Rotterdam colmo di quasi 60 mila persone. 8'intitola « The glass spider tour-, il tour del ragno di vttro, ed è uno show musicale e multimediale ricco, debordante, nevrotico, geniale a sprazzi non elegante. Tentato dalla nostalgia dell'alieno dei tempi di Ziggy Stardust, (anche nel '72 c'erano di mezzo i ragni, era il nome della band), Bowie si è reinserito nel filone più «in» del rock, quello teatrale, recuperando quel personaggio. «Non auguratemi buon tour, auguratemi buon com- schermi sui lati (ci sono pure quelli) lo riproducono bello, liscio, i morbidi capelli biondi soffiati aU'indietro, stile, neorockabllly, microfono a telefono appeso al collo. E' in rosso, sorride, ed è subito la volta di Tolkien, con il lungo racconto di «Glass spider» : «C'era una volta, più di un secolo fa, nella provincia di Zi Duang, un ragno che sembrava di vetro Quella voce, che si sa piegare alle mille esigenze degli stili che affronta, ha un fascino quasi paralizzante. Botto di lui, i ballerini si disarticolano a formare un ragno di 24 gambe. Segue la vita disperata di •Day in, day ouU, con Peter Frampton alla chitarra che fa cascare rivoli di note. Meno divistico e quasi in sordina, tutta la sera, l'altro chitarrista, il fido Carlos Alomar, tiene il volante della corsa ad impedire lo sbando. In «Bang bang» di Iggy Pop c'è un delizioso tango fra Bowie e una ballerina che si finge sprovveduta fan, poi «Absolute beginners», dal musical, scatena gli applausi della folla. Che qui, in verità, è assai freddina, anche per via del clima; ognuno si riscalda con confezioni di birra (gelata) da sei bicchieri l'una. Tuffo nell'inizio Anni 80, con «Fashion» da «Scary Monsters», dove il Divo si esibisce in una lotta con il balletto. Per «Never let me down». dolcissima, con accenti alla Lennon, riceve l'ossigeno da una ballerina. Si sente odor di Cernobil e già si apre la parte dei temi sociali. Bowie ripiomba in scena dall'alto, scivolando fra due corde, in completo grigio-jeans. Qui le tematiche orwelliane di «Diamond Dogs» C74) e quelle di «Heroes» e «Sons of the silent age» si legano al presente. Fra poliziotti in assetto di guerra canta « '87 and cry». Lo show non si concede tregua, e riserva l'ultima parte, musicalmente la più scatenata, alle preferite «Zeroes-, «Let's dance», «Fame» scritta con Lennon, in un nervoso rhythm'n'blues elettrico. Per il gran finale, Bowie sale ancora più in alto, spunta dalla testa del ragno con ali da pipistrello e canta • Times», vecchia di 14 anni, calandosi giù da una fune. Lo storico «Ziggy» è soltanto un rapido accenno di mosse, e si chiude con «Modem Lover». Per quanto frastornata dalle tante distrazioni della scena, la musica che la povera band contorsionista riesce a produrre è di ottima qualità, nervosa, energica, con ritmo in ascesa. La voce di Bowie si piega a tutte le sfumature. Si va via con l'impressione d: aver fatto indigestione. In Italia il 9, 10 e 15 giugno. Marinella Venegoni l)a\id Bowie: il «Duca Bianco» ha già quarant'anni torno alla quale si muovono fin dall'inizio i musicisti e sei ballerini di bravura mostruosa, che con gesti stilizzati disegnano le tematiche in cui si articola 11 concerto: l'amore e la difficoltà, dei rapporti umani, la violenza metropolitana, le contraddizioni del nostro mondo facile. A sprazzi, si sentono fugaci ritorni ai brani storici. Come un alieno, Bowie viene calato dall'alto su una sedia argentata. I grandi pleanno» ha detto il Duca a Rotterdam. Dalla tensione del tempo che passa è nato uno spettacolo fantafuturista e acrobatico, che sembra voler catturare i più giovani (vedi «Labirynth») e insieme rassicurare sulla propria giovinezza eterna tutti i fans, con due ore ininterrotte di 25 canzoni, di balletti mozzafiato, di evoluzioni acrobatiche, di tuffi dal cielo come un Tarzan Duemila. Neanche Prince, nuovo dio del rock teatrale, arriva a tanto. Il palcoscenico ha come tetto un enorme ragno di plastica, zampe luminose come tentacoli fino a terra. A Rotterdam il buio arriva verso le 22,30, quando lo show è a metà, e solo allora si riesce a consumare meglio l'inquietudine che la scena vuol trasmettere. Sotto la pancia del ragno, c'è una struttura mobile di ferro dorato a più piani, in¬

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