Gli handicappati scomodi di Gigi Padovani

Gli handicappali scomodi • »»»» '..il In Italia ancora molte discriminazioni, specie nel mondo del lavoro Gli handicappali scomodi • »»»» '..il A Mantova un ragazzo cerebroleso non può fare la prima comunione con i coetanei - Troppi vincoli, non applicati, nella legge sul collocamento - Ad alcuni vengono offerti milioni per rinunciare all'impiego - Gli esempi degli altri Paesi, con laboratori e incentivi alle industrie Quando non c'è la discriminazione, c'è un inserimento fasullo. Ma spesso rimane ancora la separazione coatta dai •normali», una lontananza che crea nuovi drammi. Le difficoltà per gli handicappati non sono finite con l'affermarsi di una nuova • cultura della parità: Non vi sono soltanto 1 problemi della scuola e del mondo del lavoro. Anche in una chiesa della Bassa Padana, l'episodio è emerso in questi giorni, si ritiene 11 portatore di handicap.un «pacchetto scomodo» da non mostrare in pubblico. E' la storia di Gianni Gementi, un ragazzo di 16 anni cardiopatico e cerebroleso, che vive in una piccola frazione di 50 anime a pochi chilometri da Mantova. Ammesso a sostenere gli esami di terza media, i suoi professori lo ritengono in grado di prendere la licenza e di inserirlo in un laboratorio Nalp di lavoro protetto. Ma le capacità di recupero che Gianni ha dimostrato nella scuola media di Buscoldo, centro di tremila abitanti tra Lombardia, Emilia e Veneto, non sono parse sufficienti al suo parroco. Don Angelo Mas Ini, infatti, ha deciso di non accettare Gianni alla prima comunione del suol compagni, celebrata in una gran festa domenica scorsa, nella chiesa di Romanore. Riceverà l'Eucarestia da solo, 11 28 giugno, con un altro handicappato, un adulto «down» di 35 anni mSono addolorato per questo episodio — dice 11 preside della media, 11 prof. Giovanni Ferrino, che ha sollevato il caso avvertendo i giornali locali —, anche il sa- cerdote che insegna religione con noi non ha dormito per una intera notte, quando l'ha saputo. Gianni è un ragazzo sensibile, non meritava anche questo: L'episodlo-limite di Mantova è Indicativo di una mentalità che pare difficile da sradicare. Ma la discriminazione — che in Italia sembra essere ancora una norma — in altri Paesi europei è stata ampiamente superata, e grazie a strumenti che in realtà potrebbero apparire meno •garantisti» di quelli adottati dalla legislazione italiana. La conferma viene da una recente Indagine sul mercato del lavoro per gli handicappati, condotta per la Regione Lombardia dal Cedom (un centro di docu¬ mentazione vicino alla Cgil), comparando le soluzioni di cinque Paesi europei. La ricerca lombarda denuncia resistenza di un •mercato» delle assunzioni — diventato sotterraneo dopo una sentenza della Cassazione — ampiamente usato dalle aziende: offrire al portatore di handicap una discreta somma, dai 3 ai 6 milioni, perché rinunci al posto di lavoro che la legge gli garantirebbe. Cosi la normativa viene aggirata e migliaia di invalidi rimangono disoccupati. Eppure, confrontata con gli altri Paesi europei, l'Italia ha le regole più vincolistiche di tutti: riserva il 15 per cento dei posti disponibili agli handicappati, contro il 10 per cento di Francia, il 6 di Germania, il 3 della Gran Bretagna e l'assoluta libertà offerta dalla Svezia, Le cifre parlano chiaro: attraverso la legge 483- del '68, che promette un poeto sicuro a molte categorie (dagli Invalidi civili e di guerra al sordomuti agli ex malati di Tbc, fino a vedove, orfani e profughi) si sono impiegati 274.510 handicappati (dati '83), mentre aspettano ancora un lavoro almeno 600 mila persone con una menomazione. «Quella percentuale del 15 per cento di assunzioni obbligatorie — dice Francesco Santanera, presidente dell'Unione per la lotta contro l'emerginazione sociale, TJlces — è assurda, troppo alta e irreale: Spiega il prof. Pietro Ichlno, docente di Diritto del lavoro a Cagliari, che ha curato l'indagine: 'Non bisogna rinunciare a portare l lavoratori con handicap a condizioni di produttività simili agli altri, e questo lo si può ottenere, nella maggior parte dei casi, sensa incentivi economici, agli imprenditori e senza il collocamento obbligatorio. Qualora non fosse possibile raggiungere questo obiettivo, si valuterà se sia giusto versare incentivi per compensare l'industria della minore produttività del dipendente assunto, oppure se inserire il lavoratore in ambienti protetti: E' questa la strada scelta nel resto d'Europa: ecco alcune indicazioni. Organi di rappresentanza. Funzionano soprattutto per segnalare la possibilità di nuove assunzioni nell'azienda e controllare che le prio¬ rità vengano rispettate: in Germania. 1 lavoratori handicappati eleggono un loro delegato; nelle imprese più grandi, mentre in Svezia esiste il comitato aziendale. Riabilitazione e formazione. In Gran Bretagna esistono 28 centri destinati alla riabilitazione, con 3 mila posti a disposizione, che formano 14-16 mila lavoratori all'arma In Svezia tutte le attività sono unificate sotto la sigla - Ami» : 90 Istituti con 3000 operatori che si occupano di intervenire periodicamente nelle aziende: L'offerta della Germania è di 10 mila posti per 1 ragazzi e di' 12 mila per. gli adulti. Contributi. Vengono definiti employment subsidies, ma funzionano soprattutto in Svezia: si tratta di sovvenzioni che lo Stato eroga all Imprenditore che decida di assumere un lavoratore con ridotte capacità. Il sostegno dura quattro anni, passando dal 75 al 25 per cento del salario, gradatamente; in Svezia nell "82 i posti assistititi sono stati calcolati in 32.500. Nella Rft sono di meno, circa 7 mila l'anno, mentre l'assistenza statale arriva fino a metà stipendio per 12 mesi. Laboratori protetti. La Remploy Ltd inglese è forse una Impresa unica al mondo: vi lavorano 8200 dipendenti, tutti gravemente in validi, divisi in 92 stabilimenti che producono per l'abbigliamento. La •Samhattsfóretag» è l'analoga impresa statale svedese che ce cupa 23.400 handicappati, pari allo 0,5 per cento del totale dei lavoratori. Gigi Padovani

Persone citate: Francesco Santanera, Giovanni Ferrino