Venezia non aiuta il dollaro

Venezia non aiuto il dollaro Timori per Pesilo del vertice e per l'inflazione in Usa Venezia non aiuto il dollaro La moneta americana è ridiscesa verso quota 1300 - Attesa per le decisioni di Gréenspan: proporrà di aumentare le tasse? - In dubbio anche l'indipendenza della Fed dalla Casa Bianca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Per ora né Venezia né Gréenspan fanno bene al dollaro: sui mercati dei cambi, la moneta americana ha ieri compiuto un capitombolo, sebbene Reagan abbia cercato di schiarire l'atmosfera con la revoca parziale delle sanzioni contro il Giappone. Il tirare generale è che il vertle dei Sette non consenta passi avanti sostanziosi nel coordinamento delle loro politiche economiche, e che il prossimo governatore della Riserva Federale non riesca a controllare l'inflazione. Con la maggioranza dei mercati europei chiusi per la Pentecoste, il dollaro è sceso a 1303 lire, una perdita di dieci punti, a 1,79 marchi, una perdita di quasi 1 punto e mezzo, e a 140 yen, dai 143 di venerdì passata E' ricominciata la caduta? Ha ragione l'ex consigliere economico della Casa Bum ca Martin Feldstein secondo cui il dollaro si deprezzerà di un altro 20 per cento entro un anno? Se Paul Volcker fosse rimasto al governo del la Riserva Federale, la risposta sarebbe stata un unanime no. Ma con Alan Greespan è un incerto «ni». «Tutto dipenderà' ha dichiarato il guru di Wall Street, Henry Kaufman, che non si è mostrato affatto entusiasta dell'avvicendamento, •dalla condotta di Gréenspan nei prossimi tre mesi: n successore di Volcker entrerà probabilmente in carica a luglio, dopo aver testimoniato al Senato, che deve dare il placet alla sua nomina. Ma egli siede al banco di prova già da adesso, e le sue dichiarazioni avranno un peso decisivo. Il ^nuovo signor dollaro» come lo ha chiamato la rivista Time, non avrà dunque la proverbiale luna di miele di 100 giorni di tutti 1 potenti amerlcaijr,ntì<>1owHsòrdk> nella vit»jg*blit^sMà to vece sottoposto a ùn^finìestre di spietati esami. Per quali motivi Gréenspan è sospetto? In otto anni di comando, Volcker ha ri' dotto l'inflazione dal 13 all'I per cento, ma essa sta ades so risalendo al 5 per cento. Volcker ha sempre sostenuto che il dollaro è sceso per sin troppo, mentre Gréenspan si è lasciato sfuggire che a lunga scadenza «é destinato a svalutarsi ancora; Volcker protesta da alcuni mesi che l'economia va verso la crisi a causa dei tremendi deficit del bilancio dello Stato e della bilancia commerciale, Gréenspan pronostica ancora due anni di sviluppa L'economista, che fu già consigliere di Nixon e di Ford dal 74 al "77, ha un asso nella manica: l'aumento delle tasse per ridurre il disavanzo pubblico. Se Gréenspan, che ha una sensibilità politica sconosciuta a Volcker, ed è nelle buone grazie personali del Presidente, riuscisse a realizzare «un miracolo del genere; come dice Kaufman, l'orizzonte si rischiarerebbe d'improvviso. Il deficit del bilancio è infatti la causa fondamentale della debolezza del dollaro, ma Reagan rifiuta di aumentare 11 prelievo fiscale per ridimensionarlo. Il Presidente sostiene che la manovra paralizzerebbe gli investimenti e quindi frenerebbe l'economia: Gréenspan ribatte che l'unica alternativa sarebbe un aumento degli interessi, con effetti negativi il prossimo governatore è anche chiamato a preservare l'Indipendenza della Riserva Federale dalla Casa Bianca. A più riprese, nel corso del duplice mandato reaganiano, la destra ha tentato di spingere Reagan a riportare la Banca Centrale sotto 11 controllo del ministero del Tesoro, a cui sottostette fino al presidènte Roosevelt. Con 11 Congresso in mano ai democratici, 11 provvedimento è diventato impossibile. Ma Reagan ha potuto nominare alle varie direzioni della Riserva Federale — sette in tutto — ben quattro suol seguaci, e un Gréenspan in perpetuo dissenso nei suoi confronti rischlerebbe di essere messo in minoranza. H governatore dovrà imporre una disciplina ancora più ferrea di quella che Volcker era riuscito a instaurare. Il compito di Grenspan sarebbe più facile se 1 Sette a Venezia concludessero accordi concreti anche se limitati, ad esemplo sull'espansione delle economie tedesca e giapponese, in modo che l'America esporti di più e importi di meno: oppure sull'idebltamento estero del Tèrzo Mondo, In modo da allontanare lo spettro del dissesto degli Stati- poveri, e qu^«'mluna^^fm^raa^ ria intemazlonate, II succfe&ore' dTVWclcér 'Si rendè conto che pesa sugli Stati Uniti la spada di Damocle del protezionismo: la maggioranza democratica al Congresso preme per la conservazione dei posti di lavoro In vista delle elezioni dell'88. Reagan ha ammonito che bloccherebbe col veto qualsiasi legge, ma 11 Congresso potrebbe neutralizzarlo col due terzi del suoi voti. Ennio C aretto

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