Lo afferma Gerusalemme dal Pentagono una mezza smentita

ESTERO Lo afferma Gerusalemme, dal Pentagono una mezza smentita DALLA REDAZIONE 01 WASHINGTON WASHINGTON — A 24 ore dalla partenza di tre navi da' guerra americane dalla Virginia alla volta del Golfo Persico, gU Stati Uniti hanno aperto un ponte aereo con Bahrein — dove ha la sua base la task force — per trasportare armi pesanti e attrezzature elettroniche. Lo hanno rivelato ieri fonti israeliane: il Pentagono lo ha smentito parzialmente (•Non abbiamo alcuna operazione straordinaria in corso», ha detto un portavoce), ma non è riuscito a dissipare i timori del Congresso. Per i parlamentari, questi movimenti sono un ulteriore segnale del fatto che se l'Iran dispiegasse i missili cinesi Silkworm sullo Stretto di Hormuz, all'imboccatura del Golfo, Reagan ne ordinereb¬ be il bombardamento preventivo. Alla rapida escalation dei preparativi americani a un eventuale conflitto nel Golfo ha fatto riscontro la notizia che la Cina si è impegnata a fornire armi all'Iran per 600 milioni di dollari nel corso del prossimi anni La notizia, pubblicata dal Washington Times, è rimasta ufficialmente senza commenti. Ma il Pentagono ha indicato che Pechino sta effettivamente riarmando Teheran: «£' l'ostacolo più grave — ha detto un funzionario — al nostro piano di promuovere un embargo mondiale delle forniture militari agli iraniani tramite il Consiglio di Sicurezza dell'Onu». Quale membro permanente del Consiglio, Pechino potrebbe infatti porre il veto al piano. La possibilità di una rappresaglia preventiva contro i missili Silkworm, che verrebbero dispiegati a fine giugno-inizio luglio, è stata avanzata a Venezia dal capo di Gabinetto di Reagan, Baker, e dal consigliere politico Carnicci. Al Congresso, il senatore democratico Glenn ha detto di sperare che la minaccia della Casa Bianca induca l'Iran a rinunciare ai missili cinesi, che sono in grado di bloccare lo Stretto di Hormuz, e quindi di paralizzare la navigazione nel Golfo. Glenn ha però aggiunto che se gli iraniani non facessero marcia indietro, i democratici tenterebbero di impedire il bombardamento delle rampe. La richiesta rivolta dal Kuwait anche alla Cina, dopo l'Urss e gli Usa, di pro¬ teggere le sue petroliere viene interpretata a Washington come un tentativo dello sceiccato di isolare l'Iran, fino a costringerlo a cessare il fuoco. Ma mentre gli Stati Uniti sembrano disposti a discutere la crisi con il Cremlino, si sono detti contrari a farlo anche con. i cinesi. Secondo il sottosegretario agli Esteri sovietico Vorontsov, l'Urss ha avvicinato più volte gli Stati Uniti: in un'intervista al New York Times, Vorontsov ha affermato che il Cremlino non vuole aumentare la propria presenza militare nel Golfo, né vuole che l'aumenti l'America. Il sottosegretario sovietico, che è responsabile delle trattative sul disarmo a Ginevra, si è mostrato cautamente ottimista.

Persone citate: Baker, Reagan, Vorontsov