A Riccione la tv dei tesori nascosti

A Riccione la tv dei tesori nascosti Teatro, video e sorprese al terzo «TT W», ma la grande novità è la lirica A Riccione la tv dei tesori nascosti Un programma ricchissimo e eterogeneo - Peter Stein ha firmato un ardito «Otello» di Verdi - Gli straordinari microspettacoli di Beckett, ossessivi e misteriosi - Delusione per PUrss, che ha presentato opere teatrali moraleggianti e conformiste DAL NOSTRO INVIATO RICCIONE — Come la terza rassegna di teatro In tv ha preso il via, sul teleschermi di «Riccione TT W» si è scatenata la ragionata bagarre, e le immagini sono fluite da mattina a notte. Anche in contemporanea, perché secondo il direttore Franco Quadri «non bisogna togliere allo spettatore la libertà di cambiare canale,, L'offerta è quest'anno cosi vasta e varia che per non dare l'idea, certamente errata, di un'insalatona mista, penso sia meglio disciplinare la materia e dividerla in piccole sezioni Un Otello capo-tribù. L'opera lirica è la novità del festival. Per ora sono passati tre esempi cospicui e singolari. Per cominciare, Otello di Verdi girato dal tedesco Peter Stein che ha lavorato su una rappresentazione di marca britannica. Palcoscenico e parte della platea sono usati per l'azione, e c'è il coinvolgimento persino dello scarlatto sipario entro cui Otello si avvolge nei deliri della gelosia e da cui Jago schizza fuori a vomitare la sua perfidia: un Jago che sta tra 11 paggio e il giullare torvamente giocondo e di movenze ambigue cui si affiancano una Desdemona soavemente ossuta nasuta e dentuta che sembra la zitella inglese dei romanzi, e un clamoroso Moro furente, impulsivo e disperato, una specie di capo-tribù con la collana sulla grossa pancia e un'incredibile zazzera lanuta a trapezio, che con la sua abissale «diversità» e la sua ingenuità sconfinata giustifica le incongruenze del comportamenti e della storia stessa. Cinepresa che si infi¬ la fra gli interpreti, aggressivamente, ed esecuzione musicale di tutto rispetto. L'elettronica ha presieduto Invece alla realizzazione de La serva padrona di Pergolesi e de L'ora spagnola di Ravel, entrambe francesi: giochi elaborati di immagini (a volte anche in rischioso eccesso) hanno sottolineato la gioiosa sensualità della prima opera e l'aspra malizia della seconda. Beckett grande autore tv. Già. quel poco che si è visto in questi primi due giorni dà la misura dell'impegno con cui Beckett ha scritto e diretto tra gli Anni 70 e 80 alcune brevi opere per la tv di Stoccarda. Quad ovvero Quadrai: quattro figure ammantellate, dal profilo indistinto, vanno e vengono convulsamente su un quadrato in luce fra le tenebre fitte (un ring, una stanza, una prigione, un'isola?), con l'angoscia di evitare un «buco nero» al centro, accompagnate dall'ossessionante ritmo di uno strumento a percussione, e segnate dal progressivo abbandono del colore delle vesti sino a smorte tinte grigie... In Notte e sogni, sull'esile, appena accennata trac¬ cia di un lied di Schubert, un vecchio solo dorme con la testa sul tavolo e sogna che una mano bianca nel buio amorevolmente lo soccorra. Momenti — ogni composizione dura dieci o quindici minuti — di intensa poesia misteriosa, di fortissima tensione drammatica, di silenzio che grida più di qualsiasi parola. Altre cose di Beckett sono in arrivo: strano che finora in Italia nessuno ne avesse manco sospettata l'esistenza. In bilico tra teatro e cinema. Dal Belgio un'opera di straordinaria suggestione, I Falsh dei fratelli Lue e JeanPierre Dardenne, detti «ì Taviani di Bruxelles», che si sono Ispirati al testo del commediografo belga contemporaneo René Kalisky: realtà o immaginazione, o incubo, tutti i Falsh, ebrei fuggiti nel '38 da Berlino, si ritrovano in uno sperduto aeroporto di campagna, e rivivono (o sognano?) antichi e nuovi rapporti di rancore e d'amore in un clima enigmatico fuori dal tempo. La Francia — molto presente — ha mandato Elettra di Sofocle in borghesi abiti moderni, spettacolo di Antoine Vitez rielaborato con «fedele infedeltà» e cinematograficamente ripensato dal cineasta argentino Hugo Santiago, protagonista un'Elettra devastata e disadorna, imbruttita dalla sofferenza e dall'ansia di vendetta. L'Unione Sovietica non è stata quella che ci si aspettava, ossia alla Oorbaciov. Sia Alcune gocce su contrasti generazionali, sia La casa affresco e ballata epico-popolare aui contadini e sui kolkoz. sono nobili esempi di racconti più teatrali che cinematografici confezionati con estrema cura formale ma anche caratterizzati da un non celato desiderio di elargire al pubblico saggezza e buoni sentimenti. Pare che nel teatro per la tv Mosca abbia ben di meglio da esibire, di più originale e di meno ufficiale: perché non l'abbia inviato non si sa. Ugo Bozzolai.