Il Dc9 sarà recuperato

Il Dc9 sarà recuperato Lo ha deciso il giudice dopo aver sentito il collegio dei periti Il Dc9 sarà recuperato L'operazione costerà più dei 7 miliardi stanziati - Martedì le navi francesi tornano a Ustica - La scatola nera inviata in Usa per «decrittare» le voci dei piloti - L'ipotesi del missile resta prevalente ROMA — E'declso. Il relitto del DC-9 dell'Itavia, Inabissatosi sette anni fa nel mare di Ustica, sarà riportato in superficie, pezzo dopo pezzo. La decisione, che comporterà una spesa suppletiva rispetto ai sette miliardi già stanziati per le ricerche dal ministero di Orazia e Giustizia, è stata presa ieri dal giudice istruttore Vittorio Bucarelli dopo un ennesimo contatto telefonico con 11 collegio dei periti che in mattinata si era nuovamente riunito a Napoli. Nella stessa giornata di leti, infatti, dal palazzo di giustizia di Roma è partito un telex per Tolone, dove ha sede la società francese di ricerche sottomarine, Ifremer, per prenotare navi e attrezzature per un'altra quindicina di giorni. Dalla Francia è già giunta la conferma: la «Noroit. e la •Nadir* salperanno le ancore martedì per raggiungere, il giorno dopo, la zona delle operazioni, che avranno inizio giovedì 11 giugno. 'Speriamo — dice uno dei sei periti diretti dal professor Massimo Blasi, e come questi tutti docenti universitari — che i francesi non ci abbandonino nel momento più cruciale. Hanno un grosso impegno di lavoro in Atlantico. Stiamo già preparando una lista di pezzi pili significativi da recuperare, attraverso l'esame dei quali poter stabilire con sufficiente certezza le cause dell'incidente.. Una prima risposta potrebbe venire dal -voice recorder; la scatola gialloarancio sigillata sulla quale vengono registrate le comunicazioni dei piloti fra loro e con gli enti di controllo a terra. Olà recuperata dai tecnici dell'Ifremer durante la seconda fase dell'operazione, è ora nelle mani del magistrato 11 quale sta prendendo contatti con gli esperti dell'.American Sunstrand» — la società che produce il delicato sistema di registrazione — che sono gli unici in grado di mettere In funzione l'apparecchio senza il rischio di danneggiarlo irreparabilmente. Il giudice Bucarelli ha deciso di affidare il «reperto» a due esponenti del collegio dei periti e di inviarlo negli Stati Uniti perché solo 11 esistono apparecchiature capaci di •decrittare» le conversazioni che nel giugno del 1980 intercorsero fra l'equipaggio nel momento dell'incidente. All'apparenza, la scatola si presenta ben conservata: fabbricata con criteri antiurto e resistente alle fiamme, non è riuscita però a sopportare l'enorme pressione esistente a 3600 metri di profondità, 350 atmosfere, quasi 350 chilogrammi per centimetro quadrato. Chi l'ha vista asserisce che vi sono infiltrazioni di acqua marina, ma che questo non esclude però che il nastro possa essere ancora «leggibile.. Molte indicazioni, gli esperti italiani si aspettano dal recupero dei due motori del DC-9. I reattori dovrebbero essere 1 primi «pezzi* ad essere recuperati: si potrà cosi accertare, una volta per tutte, l'Ipotesi del missile, un particolare tipo di ordigno che viene attirato dallo stesso bersaglio sulle sue fonti di calore. Dalle 25. 000 foto e dalle oltre 500 ore di filmato realizzate dai tecnici francesi — peraltro non ancora tutte visionate dai periti — è possibile, infatti, al momento attuale, escludere una sola ipotesi: Il cedimento strutturale di una parte significativa del DQ-9, come per esempio un'ala o 11 plano di coda. In questo caso, spiega uno degli esperti, il velivolo si sarebbe disintegrato In volo nello spazio di pochi secondi per l'impossibilità di mantenere un assetto. Quella sera di giugno di sette anni fa. invece, 1 radar a terra conti¬ nuarono a ricevere «tracce, del DC-9 per almeno tre minuti dopo il verificarsi dell'incidente. Ciò vuol dire — osserva ancora l'esperto — che possono essere trascorsi anche sette o otto o nove minuti prima che 11 velivolo con gli 81 passeggeri a bordo si frantumasse nell'impatto con l'acqua cadendo da un'altezza di 7500 metri. Un'ipotesi, questa, suffragata anche dai filmati e dalle foto scattate in fondo al mare dagli uomini dell'Ifremer: 1 rottami del DC-9 sono sparsi in un'area di centinaia di metri e non di chilometri quadrati, come sarebbe invece accaduto se l'aereo fosse esploso in volo. Allora si può scartare la bomba? •No. Dipende dalla potenza e dallo squarcio che eventualmente sarebbe riuscita a provocare. Può essere stata una piccola bomba o anche un'avaria.. Insomma, non si è in grado ancora di riuscire a capire con certezza la causa anche se l'ipotesi del missile, da un insieme di considerazioni tecniche e logiche, appare quella prevalente. La risposta è ancora in fondo al mare o nella piccola scatola arancione recuperata pochi giorni fa? Roggero Contedoca

Persone citate: Blasi, Bucarelli, Roggero, Vittorio Bucarelli

Luoghi citati: Francia, Napoli, Roma, Stati Uniti, Tolone, Usa, Ustica