Un vaccino per pesci nobili

Un vaccino per pesci nobili Convegno sul Mediterraneo: inquinamento meno grave Un vaccino per pesci nobili Nei Centri di ricerca ittica europei si stanno perfezionando i metodi per sperimentarlo su trote e salmoni - Diminuirebbero le possibilità di malattie e contagio fra le creature marine DAL NOSTRO INVIATO SORRENTO — «Sono come un pesce» è soltanto un modo di dire. Anche i pesci sono colpiti da malattie genetiche, contagiati da virus, deformati da anomalie di vario genere. Pesci malati significano degrado del patrimonio ittico, impoverimento del mare, danni sempre più gravi per la pesca e per l'intero mondo sommerso. Vere e proprie epidemie arrivano a decimare tanto i pesci delle vasche di acquacoltura come quelli del mare. Contro le infezioni si pensa di vaccinare i pesci. .Per diminuire la possibilità di contagio fra le creature marine bisognerebbe ridurne la densità in certe zone — dice Silvano Bonotto, docente di Biochimica all'Università di Mol (Belgio) —, ma i vaccini sono molto più efficaci. Potrebbero essere somministrati attraverso mangimi medicati, ma si sta valutando anche l'opportunità di farlo attraverso microiniezioni, da praticare con tecnologie particolari ma già allo studio. Da gualche anno in molti Centri di ricerca ittica europei si stanno già perfezionando i metodi per vaccinare trote, salmoni ed altri pesci*. Il tema è stato affrontato dinanzi ai più noti esperti italiani e stranieri di biologia marina, nel Simposio internazionale sull'ecologia microbica del Mediterraneo, organizzato dalla Ecolmare, dall'Enidata e dalla Finanziarla Meridionale. Al centro del dibattito l'Inquinamento marino. «Non è vero che il Mediterraneo sta morendo, come grida da anni Yves Cousteau. Se il suo allarme fosse fondato, a quest'ora il mare sarebbe una pozzanghera puzzolente». U professor Enrico Fresi, un torinese che da anni dirige la Stazione Zoologica di Napoli, ha ritenuto doveroso ridimensionare gli allarmismi. *Aree molto "infiammate" indubbiamente vi sono, specialmente in prossimità delle grandi concentrazioni urbane — prosegue Fresi —, ma non si può ancora parlare di compromissione irreversibile. Si è infatti visto che dove sono state restaurate le condizioni ottimali gli ecosistemi sono ritornati abbastanza rapidamente ad un equilibrio accettabile'. Davanti alle grandi citta costiere l'inquinamento è del resto Inevitabile; anche se i rifiuti -'erigono trattati, basta una pioggia e l'acqua che arriva al mare risulta identica a quella di fogna». Mario Mittempergher dell'Enea ha ricordato che alcune leggi stanno dando frutti In questo senso. I versamenti di petrolio In mare, per esempio, sono diminuiti da 600.000 tonnellate l'anno a meno di 100.000. «Afa poiché i tempi di recupero naturale di un mare chiuso come il Mediterraneo sono piuttosto lunghi — ha aggiunto Luigi Rossi Bernardi, presidente del Cnr, un ente che ha impegnato direttamente o indirettamente più di 600 persone in numerosi programmi per la conoscenza e per la protezione del Mediterraneo —, dobbiamo aiutare questi processi con tutti gli interventi disponibili e compatibili con l'ambiente». Alcuni strumenti sono già a disposizione. Nelle iniziative per la pulizia superficiale del mare l'Italia vanta un significativo primato. Dopo aver ripetuto, come fa da anni, che «il M •diterraneo non è malato, è soprattutto sporco-, Mariano Pane, pre¬ sidente della Ecolmare e pioniere della bonifica ecologica marina, fornisce alcune cifre eloquenti, «in cinque mesi di lavoro dinanzi alle coste della Campania 25 battelli "Pelican" della Ecolmare hanno ripulitole acque da 7000 metri cubi di rifiuti solidi, costituiti per il 52 per cento da plastica, per il 25 per cento da legname, per il 9 per cento da alghe, per il 2 per cento da rifiuti organici e da altri materiali. Nei 15.000 me di rifiuti da noi già raccolti lungo le coste italiane, c'erano 35 milioni di metri quadrati di plastica in buste». Accanto ai mezzi meccanici come i battelli «Pelican», che «spazzano» 11 mare aprendo a forbice la prua e incamerando ciò che galleggia a pelo d'acqua, gli esperti stanno elaborando strategie ancora più ampie e diversificate. «La grande speranza si chiama biotecnologia — ha detto ancora Fresi —. L'obbiettivo è quello di arrivare a manipolare il patrimonio genetico di certi batteri per indurre in essi o per esaltare la capacità di demolire rapidamente gli idrocarburi e la plastica». Brano Ghibaadi

Persone citate: Luigi Rossi Bernardi, Mariano Pane, Mario Mittempergher, Silvano Bonotto, Yves Cousteau

Luoghi citati: Belgio, Campania, Italia, Napoli, Sorrento