Cardillac trionfa con Sawallisch di Massimo Mila

Cardillac trionfa con Sawallisch ! ; . ._ _. lai . a Alla Scala il capolavoro di Hindemith con la Bayerische Staatsoper Cardillac trionfa con Sawallisch ! ; . ._ _. lai . h Spettacolo di superba bellezza, in cui il contrappunto musicale ha i suoi momenti di insospettata funzionalità teatrale - Ottimi H il baritono Mclntyre, il soprano Maria de Francesca Cavazza e il tenore Robert Schunk - Raffinate le scene di Ponnelle «Ulti —^— — — ! * ! _ _ ■ - ' _ ' Jjg» DAL NOSTRO INVIATO f MILANO — Terza rappre.sentazione di Cardillac In '.Italia, e sempre con grande successo, confermato questa evolta per il bello spettacolo della Bayerische Staatsoper. 'Nessun dubbio che la magistrale sapienza musicale «Impone, anche in un'opera «Bé rifiuta deliberatamente Tutte le lusinghe del mestie■ré teatrale e — Dio guardii '~ del belcanto. ~ Compositore eminentemente strumentale, Hinde.' mith aveva al suo attivo soltanto tre opere in un atto • quando affrontò 11 libretto •In tre atti che Ferdinand •Llon trasse da un racconto •fantastico di Hot fmanti, Ma"^emoiselle de Scudéry, estromettendo la protagonista e portando in primo piano il .personaggio dell'orafo impareggiabile che, maniacal•mente innamorato delle proprie Opere, ftmrnnTOfl tutti 1 . compratori per recuperarle. Erano gli Anni Venti. La - reazione antiromantica bat. te va il suo pieno. Mentre a Vienna Berg lavorava al IWoeeeck senza nulla rinnegare dell'esperienza wagne- : liana, Hindemith vedeva rosso a sentir parlare di 'dramma musicale. Fioriva la Kandel-Renaissance, e Franz Werfel stava per dare I il via a quella verdiana. Forme chiuseI Opera «a nume- ' ri. ! (cioè a pezzi ben distinti, : invece del minestrone wa- j gnerlano). - Solo che nelle loro arie , Handel e Verdi ci versavano ; fior di melodie. Hindemith ci .versa il qualunquismo melo- dico del contrappunto. Non temi, ma soggetti di fuga. E tuttavia non indifferenti a quel che si chiama l'espressione e alle diverse situazioni dell'azione, il contrappunto — fu detto — non Cardillac è il vero protagonista dell'opera, e sta principalmente in orchestra; un'orchestra dove gli ottoni comandano. Intorno al compatto blocco strumentale 11 canto si aggira, come cercando uno spiraglio per potersi inserire. Qualche volta viene apertamente escluso, come nella pantomima erotica che occupa tutta la seconda parte del primo atto, quando le voci tacciono, e dall'orchestra si leva 11 duetto vigile e sottile del flauti. Ma qualche volta vi riesce, e sono i momenti alti di ' quest'opera dove Hindemith si propone di provare la funzionalità universale del contrappunto e la sua capacità di soddisfare qualsiasi esigenza espressiva e perfino narrativa, non meno che il comune linguaggio melodlco-armonico. Quali sono questi momenti felici, dove il contrappunto mostra la sua insospettata funzionalità teatrale? Prima di tutto, altissimo, nel secondato il duetto di Cardillac con la figlia, unico momento in cui ci si accosti un poco all'intimità dell'Improbabile protagonista, che altrimenti non 6 un personaggio, ma un caso patologico, uno del tanti cattivi servizi resi al teatro d'opera dai Racconti di Hoffmann (superati in questo genere di sabotaggio soltanto da quell'altra maledizione che sono le Fiabe di Carlo Gozzi). E poi, ovviamente, le larghe scene corali. L'agitato Inizio dell'opera, dove la folla parigina tumultua per le strade, eccitata e sgomenta per 1 misteriosi omicidi che turbano la città. Quasi interamente corale 6 11 terz'atto. 81 apre con l'acre ed eccitante musica da ballo che esce dal caffè notturno: antico esemplo di jazz sinfonico che cela un omaggio mozartiano. Si pensi alla musica notturna che esce a ondate notturne dal casino di Don Giovanni. Parallelamente e contemporaneamente Berg faceva la stessa cosa con la scena dell'osteria nel Wazeeck (le due opere furono composte contemporaneamente e andarono In scena WoBzeck nel 1925, Cardillac nel 1926). L'altra grande prestazione corale del terz'atto è il .canto alterno» dove la folla dialoga col protagonista e riconosce in lui 11 colpevole dei misteriosi assassini, e infine lo uccide: un tema con ventidue variazioni in forma di passacaglia, di superba fattura. Ma, con 1 suoi tira e . molla psicologici, determinati dalle esigenze della forma musicale, costituisce dal punto di vista scenico 11 più inverosimile caso di linciaggio lentamente premeditato, dopo ponderate riflessioni sul prò e sul contro. Per il resto, mai un cedimento, mal che la superba trama del tessuto polifonico abbia a rischiare di smagliarsi. Ma la sua severità contrasta con l'estetismo del soggetto e con l'ambientazione nel Settecento francese. Perché non provare a riprendere Mattiti der Maler, dove l'egemonia del contrappunto è altrettanto implacabile, ma il suo arcaismo si adatta assai meglio all'epoca storica e al grande Impegno di problemi sociali, artistici e religiosi? Bellissimo spettacolo, condotto da Sawallisch con una sapienza e una duttilità degne di un'opera cosi elevata e magistrale. In scena soltanto 1 tre personaggi principali possiedono qualità vocali tali da permettergli di penetrare nella corazza strumentale, associatisi e perfino emergerne: 11 baritono Donald Mclntyre, protagonista, 11 soprano Maria de Francesca Cavazza, figlia di Cardillac, e il tenore Robert Schunk, suo fidanzato. Gli altri quattro non scalfiscono nemmeno d'un graffio la compagine strumentale. Il coro, diretto da Udo Mehrpohl, si è distinto in un'impresa eccezionale. Giusta la regia e raffinatissime le scene di Ponnelle: una Parigi in grìgio perla, con le case che si scompongono in un ballo di San Vito per suggerire, un po' comicamente, l'agitazione della folla nelle strade. Un bello spettacolo, una musica magistrale, un'esecuzione superba. Risultato: un successo (sia pure a teatro non esaurito) sorprendente. Massimo Mila II baritono Donald Mclntyre: una perfetta comprensione della difficile partitura di Hindemith

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