Per resistere ai giapponesi anche l'arma delle fusioni
Per resistere ai giapponesi anche l'arma delle Iasioni L'Europa si interroga sul futuro delle grandi Case Per resistere ai giapponesi anche l'arma delle Iasioni Si torna a parlare, ad esempio, di un matrimonio Renault-Peugeot Vi sarà ancora spazio sufficiente nell'Immediato futuro per tutti 1 costruttori che operano attualmente nel mondo? E' un argomento che di tanto in tanto riemerge nelle cronache automobilistiche. Non si parla, evidentemente, delle piccole aziende, in particolare di quelle specializzate in vetture sportive e di lusso come Ferrari, Porsche, Jaguar, ma dei complessi maggiori. In tempi recenti questo Interrogativo, in particolare per quanto riguarda l'Europa, è provocato dalla constatazione che i mercati quasi ovunque sono saturi (l'eccezione maggiore concerne la Spagna) e che esiste una elevata sovraccapaeltà produttiva (20 per cento all'incirca). La causa principale sta nella crescente concorrenza giapponese. Dopo la svalutazione del dollaro si è fatta veramente minacciosa. Una soluzione di tipo protezionistico potrebbe risolvere in gran parte il problema, ma nessuno sembra volervi veramente ricorrere. Anche recentemente Cari Hahn. il presidente del direttorio della Volskwagen, ha difeso energicamente 11 libero scambio, auspicando semmai qualche correttivo nei riguardi dei giapponesi, almeno fino a quando non si arriverà a un auspicabile equilibrio tra import ed export. Su per giù dello stesso avviso sono Jacques Calvet, presidente del direttorio del Gruppo PSA (Peugeot e Citroen), e Vittorio Ohidella, amministratore delegato della Fiat Auto Ma c'è anche chi ritiene che l'allarme generato dalla sovrapproduzione e dall'invadenza giapponese accelererà un processo di difesa e di caute lamento attraverso fusioni, jolnt ventures o, ancora, accordi di collaborazione. A questa conclusione, ad esempio, è giunto uno studio deU'Economist Intelligence Unite inglese. In base ad esso è da prevedere entro i prossimi cinque anni la fusione tra almeno due grandi marche europee, a cominciare da Peugeot e Renault. Non è la prima volta, d'altra parte, che se ne parla. Un gruppo conseguente all' unione dei due principali costruttori francesi venne addirittura auspicato dal generale De Oaulle. E fu persino trovato un nome: «Automoblles de France». Per lungo tempo non se ne è più parlato anche a causa del passivo accumulato da ambedue le società. Ma nel frattempo la Peugeot è tornata a registrare un utile (3 miliardi e 590 milioni di franchi nel 1986, pari a circa 780 miliardi di lire), mentre la Renault, bloccata la crisi, dovrebbe uscire dal tunnel alla fine di quest'anno o, al massimo, nel prossimo. Sarebbe, dunque, possibile un matrimonio fra Peugeot e Renault e semmai a quali condizioni? Recentemente Calvet ha fatto la voce grossa annunciando che la PSA diverrà la prima industria automobilistica europea nel 1990, La Peugeot, ha rivelato Calvet, ha portato il break even potnt, o punto di pareggio," a un milione 500 mila autovetture. Nel 1988 sarà di un milione 200 mila unità su una capacità produttiva di due milioni 200 mila. Difficile dire oggi se sarebbe la PSA a convolare a giuste nozze con la Renault o 11 contrario qualora tale unione dovesse effettivamente verificarsi. Momentaneamente è un tema di fantapolitica industriale che però non manca di una certa . logica e di un certo fascino. Piero Casacci
Persone citate: Calvet, De Oaulle, Hahn, Jacques Calvet, Piero Casacci
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