Il comizio del parroco di Ezio Mauro

Wn H t& iCak HB Il comizio del parroco Analisi della stampa diocesana nelle pieghe della campagna elettorale Wn H t& iCak HB Il comizio del parroco Dalla «Chiesa del silenzio» dell'83 si è tornati al «vota de» -1 nuovi nemici dei giornali cattolici sono Craxi e i partiti laici - L'accusa: «Feudi della massonerìa» VIA — Trentun mai. 1 ROMA — Trentun maggio, domenica. A Padova, la Madonna torna In processione , sulla prima pagina della Difesa del Popolo. il settimanale diocesano, proprio di fianco a un titolo d'allarme, perché «sono molti l partiti disponibili all'altentativacon il pei come /area guida». A Lodi monsignor Paolo Magnani sorride dalla fotografia del Cittadino, il giornale cattolico, mentre stringe compiaciuto la mano a'Giulio Andreotti dopo il comizio democristiano: «Ho dato mazzate a dritta e a manca. In guanti bianchi, con la signorilità politica con la quale Mitridate propinava l suol veleni*. A Trieste la Nuova Vita, giornale della diocesi, tira le orecchie a un lettore che non vuole più votare de, un partito «che si è andato svuotando di ogni Ideale»: Caro amico, «noi crediamo che la de sia, In questo momento di grave passaggio storico, l'unico partito che accoglie t valori per t quali costruiamo la nostra vita». E d'altra parte, sembra domandarsi stupito l'Amico del Popolo, settimanale cattolico di Agrigento, che cos'altro dovrebbero dire parroci e curati alla loro gente in questa domenica trentun maggio, a quindici giorni dalle elezioni? •Forse che In chiesa si sta col santi, e In taverna col ghiottoni?: All'ombra delle Curie locali, lontano dal cerchio del riflettóri che circonda le prese di posizione ufficiali della Conferenza episcopale italiana, la lunga catena diocesana dei 129 settimanali cattolici si è messa in marcia, scendendo in campo nella campagna elettorale come una forza d'urto, senza nemmeno gli equilibrismi di linguaggio e gli Imbarazzi mostrati della Cei, con il suo invito mascherato a votare de. E' una catena che attraversa l'Italia da una stanza del vescovo all'altra, mescolando mòniti ufficiali della gerarchla e appelli ufficiosi, in una sorta di mondo cristiano parallelo, di cattolicesimo reale che agisce come lobby esterna: destinataria, naturalmente, la de, che se nell'immaginario cattolico italiano non è ridiventata il Ear^itoYcristianpi del '48, è ) comunque tornata ad essere ■ il partito-strumento, da usare per battaglie clviliimpel' lenti come quella sull'aborto, e come diga contro 11 nuovo nemico dell'87, il laicismo crescente e trionfante. Il clima psicologico collettivo che affiora da editoriali, commenti e corsivi è di preoccupazione pesante, spesso di vero e proprio allarme, qualche volta di paura. Dice Vita Cattolica, ai cattolici di Cremona: min tutte le campagne elettorali si rende necessario che la gente eserciti la memoria e ragioni con la sua testa. In questa, la necessità è drammatica: Per questo l'intervento dei vescovi a favore della de, attraverso la Cei, trova nella periferia cattolica soltanto consensi: non c'è stata proprio nessuna interferenza, assicura per tutti la Luce di Varese, tanche se le oche del Campidoglio hanno intonato II loro concerto d'allarme: Ma i giornali diocesani vanno ben oltre 1 vescovi Prima di tutto, l'identificazione precisa dell'avversario politico, il nemico da battere, con 11 pei che questa volta resta sullo sfondo, richiamato in prima fila solo occasionalmente: ricordiamoci, ammonisce ad esempio da Acireale la Voce dell'Jonio, che «la posta in gioco è importantissima, perché è pericoloso uno spostamento elettorale di consensi che avvìi un'alternativa politica: «£' chiaro che se la de dovesse perdere voti, è subito dietro l'angolo un governo tra pei e laici e conseguentemente è chiara l'importanza del presente turno elettorale per il futuro della nostra democrazia., ricorda a Lodi II Cittadino. Ma 11 vero fantasma che si aggira per le Curie, oggi, è socialista e laico. Contro 11 psi craxiano, 1 giornali diocesani rovesciano attacchi, ironie, livori. I socialisti, racconta a Catania Prospettive, hanno creduto «di poter fare il bello e il cattivo tempo, utilizzando la de come sgabello. Per un paio d'anni questo gioco è riuscito. Adesso il leone si è svegliato e ha incominciato a ruggire: •Non possiamo offrire l'altra guancia a chi, autoesaltandosi in 'maniera smisurata per successi ad arte gonfiati, si è posto da padreterno sul piedistallo del suo Tempio, osannato o incensato da viscidi e servili lacchè: assicura ad Agrigento L'Amico del Popolo. Qualche volta si muove personalmente un vescovo, come Carlo Cavalla, che sulla Vita Casalese ammonisce: 'Se un partito non mantiene i patti non potrà mai garantire una coalizione con altre forze. Prima o poi straccerà tutto: Altre volte, c'è il veleno cattolico del sarcasmo, più o meno pesante: •Giuliano Amato — scrive la Voce alessandrina — offre garofani dagli schermi tivù. Dicono che assomiglia a Goebbels: forse lo sguardo è ancor più sinistro. A me ricorda la strega di Biancaneve». I socialisti, rivela il Corriere di Saluzzo, .sono rosi dal loro 11 per cento ed hanno il complesso dei piccoli di statura. Ogni centimetro della statura degli altri è per loro un'arroganza-. Poi, ci sono i laici, o meglio i partiti che si ispirano «ai laicismo libertario e amoraltsta o all'individualismo radicalsocialista», come teorizza a Faenza il Piccolo. Secondo l'Amico del Popolo di Agri- i ™ntn nnn •>.«,/. alt» gento, non sono altro che •feudi della massoneria e attardati sostenitori del più viscerale anticlericalismo, sempre in prima fila in tutte le occasioni in cui si possa ancor più scristianizzare il popolo italiano, corrompere la sua moralità cristiana, allontanarlo dalla religione e dalla fede: •Basta con i partiti "mezzani" che hanno un potere contrattuale del tutto sproporzionato e lo gestiscono in modo spregiudicato», invita a Novara il Sempione. Partiti «per tutte le stagioni — li definisce 11 settimanale cattolico di Napoli — clienti di più "forni" contemporaneamente, e costantemente in agguato per salire sul carro del vincitore o per appagare insaziabili ambizioni». Dunque, suggerisce agli elettori napoletani la Nuova Stagione, mettiamo al bando •le sfumature di colore. Non è più il tempo di cocktail sofisticati, bensì di sapori robusti». E' 11 ritorno alla de, dopo che nell'83 De Mita aveva parlato di una Chiesa del silenzio, indifferente alla sorte democristiana, distante. •Ecco la grinta del Biancofiore», titola oggi compiaciuta la Voce a Perugia, presentando -gli undici titolari della formazione scudocrociata per la Camera», dal •capitano Malfatti» a Clliberti e Paclullo «che agiscono sulle fasce», al «solido Traversini a centrocampo» fino ad arrivare a Sergio Filipponi •che anche in abiti borghesi incute timore reverenziale per la sua nota militanza nella Benemerita». 'Forza Italia» intitola il Resegone a Lecco. E 11 Nuovo Torrazzo, settimanale ere mosco, fa eco: «La de è un perno insostituibile nel governo del Paese. Dandole più forza, ci sarà per tutti un futuro più sereno. Forza Italia». La de è •fondamentale» per il bene del nostro Paese, assicura il Nuovo Giornale a Piacenza. • Occorre che sia se stessa. Baluardo, finalmente, che si oppone alla menzogna, allipocrìsia, alla corruzione, alle paure che logorano e distruggono gli spiriti». Parole troppo forti? Si. Ma attenzione all'inquietudine che corre nel cortili delle Curie: in questo voto, testimonia il Nuovo Giornale, è in gioco nientemeno che «il destino . dell'uomo». Ezio Mauro

Persone citate: Andreotti, Carlo Cavalla, Craxi, De Mita, Giuliano Amato, Goebbels, Mitridate, Paolo Magnani, Sergio Filipponi