La Cee accusa Reagan «Dilapida il petrolio» di Fabio Galvano

La Cee a€€usa Reagan «Dilapida il petrolio» I ministri dell'Energia sulle richieste di appoggio nel Golfo La Cee a€€usa Reagan «Dilapida il petrolio» «Difendere gli approvvigionamenti non basta, bisogna bloccare il boom dei consumi negli Usa» DAL NOSTRO INVIATO LUSSEMBURGO — Al presidente Reagan, che chiede l'appoggio degli alleati nel Golfo sostenendo che la protezione delle vie petrolifere è soprattutto nei loro interessi, l'Europa risponde accusando gU Stati Uniti di avere perso la battaglia contro gli sprechi energetici e di fare fronte alle loro crescenti necessità attingendo sempre più — l'anno scorso il balzo è stato drammatico, del 20 per cento — dal mercati esterni e principalmente dall'Opec E' un campanello d'allarme sulle prospettive energetiche a lungo termine, quello suonato dalla Commissione Cee e fatto sentire ieri dal commissario Nlc Mosar al ministri dell'Energia dei Dodici riuniti a Lussemburgo; ma è anche un richiamo strettamente attuale alle responsabilità americane in tema di stabilità del mercati intemazionali, per quanto riguarda sia i prezzi sia le fonti d'approvvigionamento e quindi la sicurezza delle rotte petrolifere. L'anno scorso, dice la Commissione Cee, 11 consumo petrolifero negli Stati Uniti è aumentato del 2,6 per cento: più del previsto e più di quanto giustifichi l'espansione Industriale. Se le Importazioni di Washington sono aumentate in modo cosi drastico (un milione di barili, contro 1 400 mila della Cee) è perché il crollo dei prezzi ha scoraggiato lo sfruttamento del giacimenti nazionali Tale tendenza potrebbe portare, In tempi anche brevi a un'incontrollata ripresa del mercato e perciò del prezzi con effetto nega¬ tivo su tutte le economie Industrializzate dell'Occidente. DI qui il monito del commissario Mosar, raccolto ieri dai ministri dei Dodici: si esercitino pressioni sul partner americano affinché adotti una visione più « mondiale» nella sua politica energetica. -Il fenomeno americano ci inquieta-, ha detto Mosar: -Le modifiche della domanda americana, anche di debole portata, hanno effetti considerevoli Quel che è peggio, nell'analisi comunitaria, è che -gli Stati Uniti non dimostrano una volontà manifesta di limitare la domanda-, né seguono «l'esempio europeo di lotta reale contro lo spreco energetico-. Nel momento In cui la crisi del Golfo riaccende 1 timori per gli approvvigionamenti 11 benefico effetto del petrolio a minor prezzo è offuscato dalle minacce a lungo termine che quell'abbondanza provoca nell'ambito della lotta per una maggiore efficienza energetica. Secondo gli esperti della Commissione l'obiettivo Cee di un'efficienza accresciuta del 20 per cento entro 11 1995 (ribadito ieri dal ministri, che lo hanno definito -un fattore importante per ridurre i rischi di difficoltà sul mercati.) non potrà essere che del. 15 per cento. Se gli Stati Uniti provocano l'allarme forse più giustificato, anche talune tendenze europee suscitano Infatti apprensione. L'anno scorso, fra i Dodici, 1 consumi globali d'energia sono aumentati soltanto dell'I pet cento, ma quelli petroliferi hanno subito un ritocco del 3 per cento, provocando un aumento di quasi il 10 per cento del nostro import. Nel settore dei trasporti, in particolare, si è registrato un maggior consumo di benzina del 4,5 per cento e di gasolio del 3. Per l'87 le proiezioni comunitarie prevedono un altro balzo energetico dell'1-2 per cento, ma un contemporaneo e provvidenziale rallentamento (a differenza di quanto si anticipa per gli Stati uniti) della domanda petrolifera, la cui crescita sarà Inferiore alla media generale. Ne deriva uno scenario a medio termine, se 1 prezzi rimarranno fra 1 20 e 1 25 dollari per barile, che indica entro il 1995 una cospicua crescita della quota Opec del mercato mondiale, anche perché -ci si deve attendere una curva decrescente- nella produzione europea: dai 17 milioni di barili nel 1985 a 2226 milioni. Ecco allora la necessità, di fronte al pericolo di una nuova spirale dei prezzi, di contenere sprechi e aumenti dei consumi: le pressioni sugli Usa, appunto. Fabio Galvano

Persone citate: Reagan