Le due culture trovano un ponte di Luciano Genta

Le due culture trovano un ponte Le due culture trovano un ponte Lo scaffale W®à SE è vero che è stata superata la divisione tra le due culture, denunciata oltre trent'anni fa da Snow, di fronte al moltipllcarsi delle conoscenze specialistiche, servono sempre più studiosi capaci di far da «pontieri» tra le diverse discipline. Luciano Gallino, sociologo tra 1 più attenti al nuovi percorsi delle scienze naturali e dell'Informatica, ha raccolto in L'attore sociale (Einaudi) suol recenti scritti su «biologia, cultura e intelligenza artificiale»: sono «tessere nella costruzione di un modello scientifico», chiamato «Ego», per descrivere e definire l'Individuo, i suol comportamenti e le sue relazioni sociali, In rapporto alla sua natura e alla sua mente, alle sue liste di bisogni prossimi e di scopi ultimi, assumendo come paradigma il linguaggio. E' una lettura densa e ardua per 1 nodi teorici che affronta. Ma la complessità sta tutta nei concetti, non nell'esposizione, lucidamente piana e argomentata. Massimo Piattelli Palmarini, scienziato estroverso e professore antiaccademico, In S come cultura (Mondadori), riunendo articoli usciti in gran parte su La Stampa e II Corriere della Sera, ha composto una galleria di Idee, luoghi e persone (da Newton e Darwin a Monod e Jacob, Chomsky, Kuhn, Oould e altri ancora). Lo scopo di Piattelli, cicerone brillante e pungente, è guidare 11 lettore attraverso le nuove teorie scientifiche, soprattutto In campo fisico e biologico, per rimuovere le «impercezioni» della nostra cultura, le opinioni date per ovvie e scontate, ma smentite dalla ricerca. Tra queste «impercezioni, c'è anche 11 continuare a pensare divise la scienza e la cultura, mentre la scienza è cultura, parte Integrante di un sapere unitario. E' un invito soprattutto a guardare «da altre finestre», sovvertire le nostre Intuizioni e previsioni, cogliere quelli che Montale definì .1 disguidi del possibile». fìsh* Le elezioni han fatto «saltare» 1 referendum e le polemiche sul nucleare sembrano rimosse. Ma il futuro energetico del Paese resta un problema da sciogliere, che tornerà presto al centro del dibattito politico. B giornalista Stefano Bevacqua, In L'interrogativo nucleare (Laterza), si definisce un «nuclearista pentito» del dopo Cernobll. A suo giudizio, «non vale la pena e tanto meno è necessario correre 11 rjschio di entrare nel nucleare». E' molto più vantaggioso «rinunciare a tante altre cose, scegliere una società a bassa intensità di energia». Per motivare questa sua convinzione, Bevacqua ha scritto un'agile guida ragionata, spiegando funzionamento, costi, rischi di una centrale nucleare e le possibili alternative. Renzo Leonardi, docente di fisica all'Università di Trieste, «per Informare piuttosto che per convincere», ha compilato un manualetto didascalico, tutto dati e definizioni, figure e glossario esplicativo, Abc dell'energia nucleare (Reverdlto). Riccardo Calimani, In Energia e informazione (Muzzio) offre un ampio quadro delle variabili scientifiche, tecnologiche, politiche e sodali per decidere quanta e quale energia produrre. Esamina con ricchezza di dati le diverse fonti (acqua, carbone,'gas, petrolio, atomo, sole, ecc.) e discute 1 rischi del nucleare In base soprattutto alle inchieste americane dopo Three Mile Island. Alla paura Irrazionale oei dopo Cernobll, scrive in appendice Giuseppe O. Longo, non si può oggi contrapporre la certezza di un'energia pulita, sicura e sufficiente. Ma nemmeno Illudersi che si possa rinunciare al nucleare, se continueranno a crescere popolazione e consumi. Luciano Genta