Sgorlon e la diga «Solo pietà dopo due diluvi»
Lo scrittore friulano parla del suo romanzo ispirato alla tragedia del Vajont Lo scrittore friulano parla del suo romanzo ispirato alla tragedia del Vajont Sgorlon e la diga: «Solo pietà dopo due diluvi» pagnano molte storie personali: storie d'amore, intense e strane. «Voglio rappresentare — dice ancora Sgorlon — le violazioni che la civiltà contadina ha dovuto subire. Ed era una civiltà fatta si di violenze e miserie, ma anche ricca di rispetto per la. natura». «Io ho un senso sacrale delle cose — aggiunge — considero vivi il mondo e la natura, e temo moltissimo 11 fatto che l'uomo si senta separato da essi, e quindi in diritto di contaminare, distruggere, e di schiacciare nel presente ogni prospettiva storica. La vita è un continuo. E* mitica per me», i fi' ti furaonismo umano che spaventa lo scrittore, quella voglia di deviare dumi, costruire cattedrali di cemento, interrompere lo sviluppo millenario del mondo con scavatrici e trivelle. Nel suo libro la diga cresce come un maligno tumore. •Ma non sono un uomo di parte —i avverte Sgorlon —v io capisco anche le ragioni del costruttori.. Fatto .«te che la vicenda allinea disgrazie su disgrazie. Anche l'antico, amatissimo paeseculla dei personaggi viene inghiottito dall'acqua per esigenze tecniche, e scompare. Gli ingegneri ne ricostruiscono una copia in una zona poco distonte e gli abitanti si assoggettano in massa a un trasloco coatto. «Anche questo è un fatto voro — spiega l'autore —i, Ma non avvenne attorno alla diga del Vajont. Accadde in Val di Sauri*. Un villaggio fu sommerso. E' facile capirò come la cosa presentasse aspetti traumatici.... Infine, anche il paese nuovo è distrutto; nel lago artificiale crolla, appunto, un pezzo di monte, come fu in realtà. I protagonisti di L'ultima valle, però, superato lo choc del primo diluvio (quello programmato) e del secondo (accidentale e omicida) si ritrovano assieme, con le ossa rotte e il pianto negli occhi, ma vivi La denuncia dello scrittore si ferma alte soglie delta pietà. «E* vero — ammette Sgorlon —. Ma a quei personaggi mi ero affezionata E poi mi piace un certo modo biblico e patriarcale di sentirà le cose, Mi place che dopo 11 gran pericolo 1 personaggi si ritrovino tutti in una stessa casa; la casa del salvati». Storia e cronaca, dunque, ma viste dall'osservatorio particolare di uno scrittore che si autodefinisce •fuori del tempo*, che ha davanti agli occhi passato e presente, che vuole •recuperare il respiro dei secoli* e odia l'effìmero. «Raccontando hi querto modo il disastro del Vajont — dice infine — ho fatto un romanzo ecologica e credo sia 11 prima Questa tragedia, in particolare, non era mal stato raccontata, in letteratura». Gabriella Ziaaa
Persone citate: Gabriella Ziaaa, Sgorlon
Luoghi citati: Vajont
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