La ballata del vecchio orologiaio di Marcello Venturi
«Il giorno e l'ora» di Marcello Venturi: desiderio e senilità «Il giorno e l'ora» di Marcello Venturi: desiderio e senilità La ballata del vecchio orologiaio Romanzo visionario — 17 primo romanzo di Sylvie Germain si intitola -Il libro delle notti. (Rizzoli, pp. 324, L. 23.000). E' una saga visionaria ambientata in Francia che, attraverso tre generazioni, racconta le vicende di una famiglia dalla duplice natura, magica e ferina insieme. L'ultimo duello — E' il tìtolo dell'ultimo romanzo di Luigi Compagnone edito da Rusconi (pp. 120, L. 20.000): racconta gli scontri fra due ' colleghi d'ufficio che si danno battaglia in seguito ad una kafkiana ingiunzione al duello. Nell'Impero austroungarico — Sono uscite da Studio Tesi le .Storie di Maghrebinia. di Gregor von Rezzori (pp. 271, L. 23.000): storie ironiche di fantasia ambientate nella parte più orientale dell'impero austroungarico che unisce astuzia levantina . ad un austero fascino. Il successo ad ogni costo — Amori e sogni, gelosie e magia del mondo della celluloide in un romanzo ambientato tra le spiagge dei divi e delle star americane: .Malibu. di Stuart Buchan (Sonzogno, pp. 390, L. 22.000). Letteratura nera — Con •Dire libertà, lo scrittore sudafricano Peter Abraham^ ha lasciato un'autobiografia costruita come romanzo di formazione, una testimonianza contro l'apartheid. Esce in Italia a 30 anni dalla sua prima pubblicazione, nelle edizioni Lavoro, a cura di Itala Vivan (pp. 324, L. 20.000). Un amico di Pasolini — Giuseppe Zigaina, artista e collaboratore per molti film dello scrittore scomparso tragicamente, fa nuova luce sulle vicende personali e artistiche, sulla morte, il mito, l'interesse di Pasolini per l'alchimia e il misticismo orientale. (.Pasolini e la morte., Marsilio, pp. 151, L. 18.000). L'arte persuasiva del Novellino — con .Retorica e racconto. Argomentazione e finzione nel Novellino. (Liguori, pp. 192, L. 24.000) Alfonso Paolella, da tèmpo attivo nell'ambito della semiotica testuale, propone una nuova analisi delle novelle a sfondo giuridico, viste come applicazione laica dell'exemplum medioevale. BATTE bene il vecchio orologio che Marcello Venturi ha inventato per raccontare la morte e la senilità; «Il giorno e l'ora» da pochi giorni in libreria è forse uno dei libri più riusciti dell'autore di •Bandiera bianca a Cefalonia. ('63), di «Gli anni e gli inganni» ("65), di «Sconfitti sul campo» ('82), per non ricordare che alcuni titoli fra l'abbondante decina dello scrittore versiliese. Questa volta la guerra e la Resistenza, i temi civili che segnano a fondo, e positivamente, questa narrativa, sono appena accennati (e non appare per nulla la materia agricola che pure ha caratterizzato un certo periodo dello scrittore). In primo piano è un uomo che ha passato l sessanta, vive solo, ripara vecchi orologi meccanici e aspetta di morire ascoltando il passo della morte dentro di lui (una fitta al fianco ogni tanto) e coltivando visionarie fantasie, nelle quali la donna ha gran parte. . E''vedovo, il nostro orologiaio, e lo tormenta da un pò' il dubbio che la severa moglie non gli sia stata fedele; mentre il figlio, sposato, vive totalmente Mann, ì vecchi di Svevo, certe botteghe di Tozzi, e magari il gusto della calata alla morte che fu magistralmente di Tolstoj, le pagine, si accumulano. Ma il Venturi non teme riferimenti, e l'argomento si rifa totalmente suo ■proprio nell'invenzione centrale (da cui la bellezza e la giustezza del titolo: .11 giorno e l'ora.) e anche nella visionarietà del personaggio, condotta con abilità mediante il dialogo con se stesso. C'è un crescendo di fantasia, che tuttavia non si stacca dal reale, cui lo scrittore resta fedele. Sullo sfondo tornano a tratti ricordi di una guerra lontana; l'orma del Venturi civile, richiamata con polso astuto e discrezione. Forse deviano dal solco centrale le vacanze del figlio e di sua moglie al Sud, anche se esemplificano l'umanità distratta. Ma il nocciolo è bene individuato sino dall'inizio e fa blocco al fondo del racconto, e rende il libro unitario, risolto, colmo di dolorosa umanità morale, riscattata nella pietà del sogno. Claudio Marabinl Marcello Venturi: «Il giorno e l'ora», De Agostini, 189 pagine, 18.500 lire. distaccato. D'altro canto il vecchio-non vecchio orologiaio non è solo misoneista riguardo gli orologi (di quelli al quarzo, per esempio, non vuole neppure sentire parlare) ma anche un po' scorbutico. Gli fa compagnia e gli addolcisce la solitudine il cane, intanto che intorno le vecchie pendole battono in coro il tempo e il suo cuore accarezza le visioni di un Eros ritardatario quanto implacabile e ironico. E infatti un giorno una bellissima donna si affaccia alla bottega per una riparazione; e lui seguita a sognarla, ad aspettarla, finché va ad un appuntamento. Va o sogna di andare? Visionario, viziato dalla fantasia e dal dolce tormento dell'immaginare, l'orologiaio riesce solo a sfiorare le cose, ad accarezzare il tempo che passa, la delusione, la fatalità della decadenza e a rendersi sempre più precisamente conto della fine che arriva. A questo punto, mentre la donna sfuma nell'indistinto, l'orologio che egli non riesce a riparare diviene il simbolo del tempo che corre via senza pietà e rimedio. Intorno l'umanità è remota e insensibile; affettuoso, portatore di qualche carità e calore, soltanto # vecchio cane Frik. Ora, la morte e la senilità sono state raccontate più volte. Tra i. cani di «La casa del barbiere» di Albertazzi
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