Sette giorni di libertà al giovane ritenuto l'uccisore di una ragazza

Massimo Carlotto si protesta innocente e attende la revisione del processo Massimo Carlotto si protesta innocente e attende la revisione del processo Sette giorni di libertà al giovane ritenuto Vmcisore di una ragazza Nove condanne e due assoluzioni al tribunale di Verbania Droga dalla Sicilia a Orla sentenza: 27 anni di carcere La vittima, una PADOVA — Ieri alle 7 i cancelli del carcere padovano del Castello si sono aperti davanti a Massimo Carlotto. Trent'anni, studente fuori corso alla Facoltà di scienze politiche, Carlotto nel 1979 è stato condannato dalla corte d'assise d'appello di Venezia a 18 anni di carcere per l'assassinio della studentessa Margherita Magello, uccisa con 62 coltellate il pomerìggio del 20 gennaio 1976. -Liberi si sta meglio — sono le prime parole di Carlotto, che appena lasciato il carcere ha raggiunto i genitori e la sorella —. Sto provando sensazioni che non riesco neppure a spiegare». In questi undici anni Carlotto è cambiato molto. «Uno dei motivi per cui ho chiesto ed ottenuto il permesso — spiega — è stata la malattia. Sono afflitto da un'alterazione del metabolismo, e in carcere sono ingrassato di una ventina di chili. Lavoro come scrivano all'ufficio ragione¬ a studentessa, venne ria». La settimana che inizia oggi per Massimo Carlotto è molto importante: mercoledì mattina infatti la corte d'assise e di appello di Venezia esaminerà la richiesta dei suoi legali per una revisione del processo. «Jo non assassinata a Padov so» di mercoledì: -Spero che i giudici accetteranno di avanzare alla Cassazione la rfctóé3ffiper''fòVte^ft3iie ' del processo! tnljiieSto sènso c'è già il parere favorevole della pubblica accusa, il procuratore generale Ennio Fortuna. Quel che io ei miei difensori chiediamo è che i giudici ordinino due perizie finora mai svolte: quella sul capello trovato fra le unghie di Margherita Magello e quella sugli indumenti che io portavo al momento dell'arresto». Il resto è storia nota. Ma come sono stati questi anni in carcere? -Pesantissimi — risponde deciso Carlotto —, soprattutto per le lungaggini burocratiche della giustizia che mi costringono ad una lunga carcerazione». Carlotto, è ancora vivo nella sua mente il ricordo di quel pomeriggio? -Indelebile — dice —. Io passavo sotto via Faggian alle 17,40. Avevo addosso un impermeabile di mio padre. Improvvisamente potrò esserci — dice Carlotto — perché non posso allontanarmi da Padova, anche se conto di partecipare alla conferenza stampa che il comitato "Giustìzia per Massimo Carlotto" ha organizzato per giovedì mattina". Carlotto parla del «proces¬ a, undici anni, fa c La pena più sever on 62 coltellate ho sentito delle urla che provenivano dal primo piano di utia^pataMfina. Mi sono . ntdtofeà no aspettato un po'. Poi ho capito che stava accadendo qualcosa di grosso, ed ho deciso di salire passando attraverso un passo carraio. La porta d'ingresso dell'appartamento era aperta. Sono entrato, e seguendo le luci accese sono arrivato ad uno sgabuzzino. Margherita Magello giaceva a terra, nuda, piena di sangue. Sussurrava frasi senza senso. Diceva: "Ma cosa mi fai?", "Adesso arriva mia madre". Ho preso paura, e sono fuggito. Ero giovane, avevo diciannove anni, e sono andato a casa dì amici. Alla fine mi sono rivolto ad un avvocato, die mi ha consigliato di andare dai carabinieri. Ma in caserma sono riuscito solo a raccontare quanto accaduto, perché dopo cinque minuti mi avevano già arrestato. Quella ragazza l'avrò vista due, tre volte in quattro anni». /er* proo di . po'. ccao, ed ndo raio. 'apSono luci uno Mauda, rava eva: esso reso Ero nove sa dì o rie mi dai rma conrché aveuella , tre VERBANIA — Ventisette anni di carcere ed oltre 116 /er* ■|rmil}oni di, multa sono ti computò' c6mplessivó*i"delle condanne,, erogate sabftft» à 'tarda sera dal tribunale di Verbania, a conclusione del processo determinato dalla scoperta, lo scorso febbraio, di un grosso traffico di droga (eroina, marijuana) tra la Sicilia e il lago d'Orta. Undici gli imputati: nove le condanne, due le assoluzioni. A Rosario Papa, 46 anni (già condannato nell'autunno 1980 dallo stesso tribunale di Verbania a cinque anni di reclusione e 40 milioni di multa sempre per detenzione e spaccio di stupefacenti), sono stati inflitti diesi anni e nove mesi di reclusione, 68 milioni di multa e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Era la guida dell'organizzazione e nella sua abitazione di Paterno, in Sicilia, erano state rinvenute le formule chimiche per trasformare la morfina in a (dieci anni) a Rosario Papa ritenuto la «niente» Giuseppina Pzduano vellona Toce. Sono stati condannati rispettivamente a cinque anni e sette mesi di reclusione e 17 milioni di multa ed a quattro anni ed un mese di reclusione e 16 milioni di multa, e a cinque anni l'interdizione dai pubblici uffici. Rosario Papa eroina base per il taglio di quest'ultima, per la preparazione delle dosi. Con lui — almeno cosi vuole la sentenza — cooperavano strettamente i coniugi Martino Moliterni. 29 anni, e Giuseppina Paduano, 27 anni, residenti a Gra- dell'organizzazione Tre anni e due mesi di reclusione e quattro milioni e mezzo di multa, sono stati erogati a Salvatore Zuppardi; tre anni e quattro milioni di multa a Giovanni Besozzi. Ha ottenuto uno sconto quale premio per la collaborazione fornita agli inquirenti, Claudio Asinari: due anni di reclusione e tre milioni di multa. Vincenzo Nezi e Giuseppe Sorrentino (spacciatori minori), sono stati condannati ciascuno ad un anno e quattro mesi e a 2 milioni 700 mila lire d'ammenda. Maurizio Bozzoli è stato pure condannato ad un anno e quattro mesi ma ad una multa di 1 milione e 200 mila lire. A questi tre sono stati concessi i benefici della sospensione condizionale. Sono stati assolti per non aver commesso il fatto (cioè lo spaccio) il figlio del maggiore imputato Carlo Papa, 26 anni, e Tiziano Cerutti. Antonio Costantini