La tv d'Europa è fatta in serial

La tv d'Europa è fatta in seriali Chianciano, al Teleconfronto le produzioni per arginare l'invasione americana La tv d'Europa è fatta in seriali Dall'Inghilterra «Il paradiso viene dopo», dalla Francia «Il caso Caillaux», dall'Austria il ritratto di Schubert: buono il livello di regia e recita i-ione, ma si tratta di una «fiction» convenzionale, che ricalca i soliti schemi - L'Italia ha proposto «Padre Brown», «Little Roma» e «Rally», «Helena» - In coproduzione con il Giappone «La Bibbia» a cartoni animati: Mose come uno dei sette nani e animaletti alla Disney DAL NOSTRO INVIATO CHIANCIANO — L'Europa dei serial sta fluendo imponente sugli schermi del Teleconfronto. Quest'anno non è stato ospitato nessun kolossal americano. Polemica? No (una delle prossime edizioni sarà tutta dedicata agli Stati Uniti), semplicemente necessita di fare il punto sull'attuale produzione europea che cerca, anche attraverso la collaborazione fra le varie tv, di arginare quello che per anni è stato il pesante dominio dell'America. Ho 11 taccuino pieno di appunti, ma vorrei evitare di mettere giù una scarica di recensioncine che interesserebbero relativamente, rilevando ad esempio che II paradiso viene dopo ha la consueta accuratezza britannica, o che il ritratto austriaco di Franz Schubert ha tratti anticonformisti, o che lo Jugoslavo Primoa Trubar rievoca con puntualità la Slovenia del '500 o che il francese II caso Caillaux fa rivivere dettagliatamente le lotte di governo nella Parigi del 1914 puntando su due attori di cinema come Marcel Bozzuffi e Brigitte Fossey, o che il tedesco orientale Punto d'incontro è insopportabilmente edificante e didascalico. Mi sembra più utile cercare di ricavare linee di tendenza generale. Ho l'impressione che 1 prodotti europei stiano andando verso un fenomeno, per certi versi preoccupante, di standardizzazione. Si è acquisito da parte di tutu un buon livello tecnico di regia e recitazione, ma le esigenze di mercato incoraggiano — o impongono? — una /teflon di onesto consumo, piuttosto tradizionale e talora convenzionale, di corretta, dignitosa e non esaltante fattura, e di regola senza unghiate ed estri d'autore. In ogni caso sono preferibili le miniserie in poche talia sia veramente spiritoso o se Padre Brown sia degno o no dell'originale di Chesterton,- o se Little Roma abbia una sua efficacia popolar-dialettale, o se valga la pena con Rally di riesumare la vecchia formula di amori e motori, o se il berlusconiano Helena riesca a tirare avanti con garbate ma filiformi storielline, è prematuro. Un giudizio fondato verrà, solo dopo puntate perché 11 racconto è più sostanzioso, più compatto e «motivato»; le maxiserie tradiscono l'artificio dello spunto di partenza (il posto di polizia, il villaggio, la famiglia, l'ospedale ecc.), e la fatica e l'esilità di tanti eplsodietti obbligati a servirsi degli stessi ambienti e personaggi. Le cifre indicano un costante aumento della fiction europea: si profila tuttavia il pericolo che la quantità — forzata per soddisfare la voracità del teleschermo — vada a scapito della qualità, con prevalenza netta di prodotti medi, o mediocri, e scarsità o assenza di impennate. In questa situazione si inserisce l'Italia — reti Rai e network — che ha portato diversi esempi di maxiserial. Anche qui stare a dissertare se Investigatori d'I¬ cinque o sei puntate. Per ora mi sembrano tutti tentativi in direzione di una serialità nazionale di tipo corrente che potrà sostituire in parte, e in determinate fasce orarie «minori», telefilm di importazione. Ma ovviamente non è a queste piccole cose che dovrà attaccarsi un discorso serio sulle future strategie della televisione italiana. Dimenticavo il Giappone, quest'anno ospite d'onore. Se ne parlerà, assieme alla Cina e all'India, nel grande convegno che si apre oggi: per ora il programma giapponese più curioso (e sconcertante) è stato un kolossal a cartoni animati, nientemeno che la Bibbia — cinque miliardi di costo, una coproduzione fra Italia e Giappone, promossa da Rallino — che illustra la storia sacra ai bambini con Mose che assomiglia ad un nano di Biancaneve e con la luce del Padre Eterno che piove su vispi animaletti copiati da Walt Disney. ¥jgo Ruzzolati

Persone citate: Brigitte Fossey, Brown, Caillaux, Disney, Franz Schubert, Padre Brown, Schubert, Walt Disney