Papandreu all'ultima spiaggia

Papandreu all'ultima spiaggia Crisi economica in Grecia, gli scandali erodono la credibilità dei socialisti Papandreu all'ultima spiaggia Diciot*:; mesi di austerità non hanno dato risultati - Il debito estero è salito a 28 miliardi di dollari - Le nazionalizza; ioni hanno portato solo deficit e inefficienza - Ma il premier tenta di tenere in scacco l'opposizione NOSTRO SERVIZIO ATENE — Dopo la brusca sostituzione di CaramanUs al vertice dello Stato, dopo le ostilità aperte contro la Chiesa ortodossa, dopo la minaccia di un repentino conflitto, ventilata poche settimane fa nel Mar Egeo, 1 greci dovrebbero essersi ormal abituati alla politica delle sorprese. Ma Andreas Papandreu 6 riuscito ancora una volta a coglierli In contropiede. Con una tempestività che avrebbe deliziato Machiavelli, ha infatti ribaltato le carte in tavola al Parlamento di Atene, proponendo una mozione di fiducia proprio in una seduta In cui era In discussione l'onestà del suo governo. Papandreu ha attaccato proprio dove l'avversarlo non aveva osato spingersi Sul terreno minato degli scandali che, nel corso delle ultime settimane, sono venuti alla luce con successione allucinante, erodendo la credibilità del suo partito. Scandali nell'amministrazione, malversazioni negli enti pubblici, caos nella sanità, sfacelo della scuola, paralisi della macchina burocratica. Uno stato di disgregazione totale nel. quale «Nuova democrazia», il maggior partito dell'opposizione moderata, non aveva trovato di meglio che reclamare la costituzione di una commissione inquirente, evitando la proposta di una mozione di censura suggerita da molte parti.' Fatto sta che Costantino Mltsotakls, leader di «Nuova Democrazia», sentiva odor di elezioni. E voleva arrivarci in un clima disteso, non di scontro frontale dove 11 Panale è forte, adottando una tattica che un giornale ha definito della «caccia all'orso». Tallonare cioè l'avversario passo passo fino a farlo crollare sotto 11 peso del malcontento popolare e delle i^^cUztor^aàpsaaulatejjl in cinque anni e mezzo di governo. Era convinzione diffusa ormai che 1 nodi stessero giungendo al Trottine per 1 socialisti greci. L'economia anzitutto. Dopo 18 mesi di politica di austerità qualcuno si stava accorgendo che non bastava il blocco dei salari per avvicinare al pareggio la bilancia dei pagamenti. □ governatore della Banca di Grecia, Dimitri HaUkias, ad esemplo, il quale nella sua recente relazione ha ammesso che, nonostante Una diminuzione netta del 5% del potere d'acquisto, l'anno scorso 1 consumi sono aumentati, sia pure di poco. A scapito del risparmio, naturalmente, ma pure grazie ad attività economiche in nero, sempre più estese a causa della pressione fiscale. Halikias ha riconosciuto inoltre che i tassi particolarmente alti applicati al credito toglievano incentivo alle attività produttive, favorendo invece l'evasione fiscale. Ma Halikias è andato ol¬ tre. Ha ammesso che gli obiettivi del programma di stabilizzazione economica non erano stati raggiunti, il deficit della bilancia commerciale si è ancora aggirato attorno a cifre alte, 1700 milioni di dollari, benché abbia fruito dell'aiuto eccezionale della flessione del dollaro e dei prezzi del petrolio. Altro Indebitamento, quindi, che porterebbe il totale del debito estero greco ad oltre 17 miliardi di dollari. Ma su questa cifra il governatore è contestato da altri economisti i quali fanno rilevare che In essa non vengono contemplati 7 miliardi di dollari di depositi in valuta, vanificati In parte nelle strettole delle partite correnti, 3 miliardi di prestiti per la difesa, nonché il miliardo e mezzo concesso non molto tempo fa dalla Banca Europea d'Investimenti al fine di puntellare una frana pericolosa. Un totale, quindi, di oltre 28 miliardi di dollari di Impe¬ gno effettivo, al servizio del quale è ormai destinato 11 30 per cento degli Introiti valutari del Paese. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, infatti, fra quest'anno e il 1990 la Oreria, per far fronte a scadenze e interessi, dovrebbe sborsare qualcosa copie 14 miliardi di dollari. Una emorragia spaventosa per la realtà economica greca, con scarse speranze di arginarla futuro, perché, mentre crescevano 1 debiti, gli indici della produzione industriale hanno Invece imboccato da parecchi anni la direzione opposta. Come poteva esser bilanciato il flusso di beni durevoli e strumentali, di materie prime e di tecnologie sofisticate col solo export di prodotti agricoli e di semilavorati, oppure di manufatti di basso valore aggiunto? E' colpa dell'industria che non ha saputo adeguarsi all'Impatto con l'Europa comunitaria, sostengono ora i socialisti al governo. «£' an- che colpa dei greci che hanno imparato a consumare più di quanto producano» ha aggiunto 11 loro leader Papandreu, ex professore di scienze economiche all'Università di Berkeley. E allora? Allora bisogna stringere la cinghia finché l'economia non sarà ristrutturata, poiché una crescita disordinata e male pianificata, coltivata all'ombra dei dazi, è all'origine dei vizi del sistema. In base a questo programma furono quindi sottoposte al settore pubblico gran parte delle imprese maggiori, affidandole ad un ente creato appositamente per risanarle. L'intervento fu semplice: bastò strangolarne la liquidità tramite le banche che per il 75 per cento erano già sotto controllo statale. Oggi quelle industrie non vivono più di dazi protettivi, ma fanno di peggio: vegetano a spese del bilancio. Sono gestite da amministrazioni di partito, oberate di personale superfluo e. Insieme allo Stato, alle Imprese pubbliche e al numerosi altri enti inutili, creati nel frattempo per intervenire In ogni settore dell'economia, producono un gigantesco passivo, pari al 20 per cento del prodotto interno lordo, Si calcola che lo Stato greco controlli oramai, direttamente o indirettamente, il 70 per cento dell'attività economica del Paese e 11 72 per cento della produzione Industriale. Ma bisogna dar atto al socialisti del Posole che, in tal modo, non hanno fatto altro che ampliare le Iniziative dei loro predecessori moderati, i quali avevano già esteso l'Ingerenza dello Stato fino al 45 per cento del reddito nazionale. Fu il primo governo CaramanUs, infatti, ad espropriare con stratagemmi finanziari un buon numero di imprese, all'indomani stesso del ritorno, al potere dopo la caduta del regime militare. . ijmnm. '' w SI scrisse allora che si trattava di nazionalizzazioni vendicative contro imprenditori che avevano dimenticato CaramanUs politico autoesiliatosi a Parigi dopo la sconfitta neUe elezioni del 1963. Ma bastò per bloccare 1 programmi di qualsiasi Investitore che non volesse sentirsi in balla di decisione non propriamente economiche. Impantanato nel ristagno" generale, alle prese con le falle del bilancio, costretto a provvedimenti antipopolari per tentare di far fronte all'Inflazione — oggi sei volte più alta della media comunitaria — pareva quindi che il movimento socialista greco fosse ormai stretto alle corde. Risse interne, di cui le clamorose rivelazioni deUe settimane scorse non erano che la punta visibile, sembravano opporre una fazione all'altra sotto lo sguardo preoccupato del Presidente. Ma da stratega consumato deUé comunicazioni di massa, da irruente padrone dell'opinione pubblica, Papandreu ha scelto proprio quésto momento per passare al contrattacco nel duplice tentativo di ricomporre il suo manipolo alla deriva e di spostare il confronto sul terreno a lui congeniale: queUo deUo scontro. Questa mozione a trabocchetto che si discuterà da oggi a domenica all'Assemblea greca, gU offre ancora una volta l'iniziativa. Farsi votare contro dalla sua stessa maggioranza, alla quale egU ha sottilmente suggerito 11 «voto secondo coscienza», ricorrendo quindi ad elezioni anticipate proprio mentre l'opposizione sembra anch'essa in preda alle scissioni. Oppure sbandierare una fiducia strappata anche ai comunisti, colti stavolta del tutto impreparati, imponendo ad essi e al loro sindacati di adeguarsi disciplinatamente ad una austerità ancora tutta da applicare. Minas Mhrass&aii

Persone citate: Andreas Papandreu, Costantino Mltsotakls, Dimitri Haukias, Machiavelli, Minas, Papandreu

Luoghi citati: Atene, Europa, Grecia, Parigi