Mastroianni vince a Cannes di Stefano Reggiani

Mastroianni vince a Cannes Fellini, premio Anniversario Mastroianni vince a Cannes Palma d'oro alla Francia tra i fischi DAL NOSTRO INVIATO CANNES — Yves Montand, presidente della giuria, finge di essere martoriato dagli scrupoli, è stata una selezione crudele: così ha preso là Palma d'oro la Francia e l'Italia il premio dell'interpretazione a Mastroianni e un omaggio a Fellini, inventato tempestivamente per il Quarantennale. Come dire: una mezza sconfitta con molto zucchero, anzi con molte scuse. Senza l'omaggio a Fellini (che era naturalmente fuori concorso con la sua Intervista) come avrebbero potuto concludere il festival tra gli applausi? E senza Mastroianni, chi avrebbe tenuto gli spettatori scontenti? Chiamando sul palco (ma Fellini non c'era) il regista e l'interprete italiano più popolari i padroni di casa hanno magari creduto di far passare senza clamore la Palma d'oro a Maurice Pialat per Sotto il sole di Satana. Invece fischi e urli, non tanto contro Pialat che ha dei meriti (e più ancora il suo interprete Depardicu), quanto contro il colpo di mano, contro un'opera che non è mai stata ai primi posti nei giudizi critici (ottava, secondo la media di una rivista specializzata), contro il film di casa, il meno peggio di una brutta selezione, cui fin dal principio la Francia affidava la necessità di un premio. Insomma una premiazione confusa e sbiadita, una giuria non al di sopra di ogni sospetto, l'America recuperata attraverso l'unica attrice decente (Barbara Hershey) di un film Cannon (Shy People) non pro¬ pSp priamente riuscito. Addio Scola, addio Michalkov, primi nelle previsioni; a questo punto l'unico atto della giuria su cui non si può recriminare è il gran premio speciale a Pentimento, il poema georgiano onirico-politico contro Stalin e tutti i dittatori. E' stato comunque un festival dominato dall'Italia per qualità e tenuta. Sia gli autori in concorso (Rosi, Scola) sia i fuori concorso (Fellini, i Taviani), sia Michalkov, che esibiva bandiera e produzione italiane, hanno dimostrato che se talento e lungimiranza si incontrano i risultati sono per forza positivi. E cinque film buoni o buonissimi non sembrano una coincidenza di cui ci si possa sbarazzare facilmente per ricadere nella torbida contemplazione della crisi. Certo, bisogna accettare anche le apparenti contraddizioni, come per esempio che tan to buon cinema sia in parte finanziato dalla Rai, dalle reti televisive, che nel film di Fellini sono rappresentate come indiani scotennatori del cinema. <•<£ allora? dice Fellini — // nostro Paese non va già avanti a forza di contraddizioni?» Gli applausi che hanno salutato i film italiani restano in mente non semplicemente come un'occasione mondana. Nell'ovazione più recente, per Intervista di Fellini, si mescolavano sentimenti profondi, gratitudine malinconia, rancore, le emozioni che ormai solo il cinema sa suscitare. Stefano Reggiani (Continua a pagina 2 in ottava colonna) Cannes. Marcello Mastroianni, miglior attore, in «Od Ci orni cu

Luoghi citati: America, Cannes, Francia, Italia