Riforma elettorale, dc più cauta di Alberto Rapisarda

Riforma elettorale, de più caute Prevale la tesi Forlani-Andreotti dopo le polemiche di psi e laici Riforma elettorale, de più caute «Non indichiamo soluzioni tecniche, ma i partiti devono dire prima delle elezioni con chi intendono governare» - «Qualsiasi modifica deve coinvolgere tutte le forze politiche» ROMA — La riforma elettorale proposta da De Mita venerdì scorso non è piaciuta agli alleati, ma neanche a una parte della de. Ieri si è riunita la direzione dello scudo crociato per concludere che la de vuole lanciare soprattutto un «messaggio politico» e non ha già in mente soluzioni tecniche di alcun tipo. Hanno prevalso le cautele di Forlani, Andreotti. Piccoli, Colombo, «Forze nuove». Ed anche nel fronte dei demltiani c'è chi — come Bodrato — considera un errore non aver chiarito subito che non aveva senso addentrarsi nel dettagli tecnici di una possibile riforma elettorale. Tutti hanno, comunque, concordato sulla necessità che i partiti dicano ai loro elettori come e con chi intendono governare. Smussati gli spigoli della iniziale proposta demltiana, la de approva oggi in Consiglio nazionale il programma del partito. Ieri, In mancanza di un comunicato finale della direzione, ci ha pensato Arnaldo Forlani a spiegare a lungo e. dettagliatamente quale deve essere la posizione ufficiale del partito sulle riforme. •Noi non abbiamo indicato nessuna proposta, nessuna soluzione tecnica. Abbiamo indicato l'esigenza, e la sottolineiamo, che i partiti quando si presentano all'elettorato dicano con precisione come e con cht vogliono governare. Perché l'elettore ha il diritto di sapere come i partiti utilizzeranno il voto. In rappòrto a questa esigenza poniamo anche il problema di una riforma del sistema elettorale, ma da discutere con gli altri partiti' ha detto il presidente della de. «£' evidente che una riforma del sistema elettorale non può non coinvolgere tutti i partiti* ha sottolineato Forlani. E si capisce che esclude che una riforma possa esse¬ re concordata tra la democrazia cristiana e 1 comunisti senza l'assenso degli altri. Forlani ha aggiunto, per ridimensionare ulteriormente la portata polemica della riforma de, che questa «non è un elemento centrale della campagna elettorale democristiana. Noi puntiamo soprattutto sul programma». E' la strada che i vecchi dirigenti democristiani vogliono imboccare per spazzar via le polemiche e i sospetti suscitati tra gli ex alleati di governo dall'annuncio della riforma elettorale. E, soprattutto, per tentar di cominciare a pensare al dopo elezioni. De Mita ieri vedeva il futuro in questo modo: «Dopo le elezioni si formerà un governo o con la de o con il pei. I partiti dicano chiaramente, ora, agli elettori per quale governo e per quale coalizione si va a votare». Oli ha risposto il repubbli¬ cano Battaglia: 'Gridare di volere la ripresa dell'alleanza e poi avere un atteggiamento che aumenta la tensione non serve a niente'. La conclusione della direzione democristiana sembra però aver rassicurato, almeno in parte, gli alleati della de. La dissociazione di Andreotti e Forlani «dai progetto elettorale della segreteria de è la prima notizia vera della campagna elettorale — affermava l'on. Battaglia —, dimostra di per sé i rischi del cammino di collisione con i partiti laici avventurosamente iniziato dalla de». L'alleanza laica e riformista, con Fertini, Spadolini e Craxi, ha mandato a dire a De Mita 11 vicesegretario del psi Martelli, -ha dato prove di governo di gran lunga superiori a quelle fornite in trentanni dalla de con i suoi trenta presidenti e la sua cronica instabilità.. Alberto Rapisarda

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