Chiese spezzate d'America

Chiese spezzate d'America I TEMI PIIT SCOTTANTI DELLA VITA MODERNA TURBANO I FEDELI Chiese spezzate d'America Si cerca più religione in cambio di una politica deludente e di una scienza non più ottimista come in passato - Ma così la fede diventa il campo magnetico di molte tensioni sociali e scoppiano conflitti aperti Dispute tra gli evangelici fondamentalisti - Anche i cattolici sono coinvolti - La mappa delle divisioni NEW YORK — Ilfiìo della tensione, qualche volta di una divisione aspra, attraversa le Chiese d'America, sembra scuotere l'intero popolo cristiano di un Paese che si riconosce con forza nell'identità religiosa. 1 «Ma è proprio U valore alto, quasi esclusivo, che ha la religione in questi anni a creare le tensioni, ad allargare le dispute. Gli indifferenti e i tiepidi non hanno voglia di discutere l'Immagine di una Chiesa o la sua politica», propone il predicatore Bllly Graham. La sua diagnosi è giusta. Si dice che sia stato un grande vento di passione religiosa a favorire Reagan e il conservatorismo, in cerca di un mondo •pulito e di valori consolidati». Non era la religione che si era fatta conservatrice, era una massa sempre più grande che cercava di uscire dal territorio effimero della comunicaeione istantanea, delle soluzioni giorno per giorno. In proporzione al fervore, ■si aprono confronti duri, qualche volta veri e propri conflitti. L'attenzione di tutti è stata impegnata per settimane dagli aspetti più vistosi della grande frattura fra tendenze diverse dell'evangelismo protestante. Poiché il dibattito è avvenuto in televisione e aveva come riferimento il conflitto di personalità di alcuni personaggi vistosi (il reverendo Swaggart contro il reverendo Bakker, il reverendo Falwell contro Bakker e Swaggart) la parte teatrale dello scontro ha avuto la meglio e ha consentito di sorridere del furibondo litigio. Pochi hanno notato la natura teologica e le implicazioni politiche della vicenda. Le Chiese protagoniste di questo conflitto appartengono tutte al movimento cristiano detto fondamentalista, considerato in generale «di destra» dai commentatori politici. Ma vi erano, e vi sono, due delicati punti di divisione nel tessuto comune di queste Chiese. Il primo è la fede nel miracolo, come prova della Grazia, che. è tipico degli evangelisti carismatici ma non delle altre Chiese fondamentaliste, Il secondo è un atteggiamento politico che vagamente corrisponde alla differenza di fede. Per gli evangelici carismatici, che credono nei miracoli, la celebratone terrena (spinta fino all'esaltazione) ha molta importanza, una volta verificata la benevolenza di Dio attraverso il miracolo. Per i fondamentalisti alla Falwell una certa sobrietà e l'astensione da ogni trionfalismo (dunque una capacità molto maggiore di accordo e alleanza politica con altre Chiese) è importante. Ma c'è un'altra linea di confine che abbraccia un fronte di Chiese ancora pili vasto. Data la difficoltà di distinguere la personalità teologica di queste Chiese con un rapido sguardo da fuori, riesce più facile apprezzare le tenderne politiche. I fondamentalisti si uni scono agli evangelici in uno schieramento che gli avversari definiscono «di destra», ma i due gruppi si agganciano a loro volta con la congregazione delle Chiese battute, formando in questo modo l'embrione della Chiesa cristiana più vasta d'America. Che cosa hanno in comune? Una larga base popolare, la predicazione come fatto centrale, percorsi diretti dalla vita alla fede senza passare per l'informazione o per la cultura. Ma le Chiese battiate a loro volta sono solcate da due divisioni che — in modo meno clamoroso — riguardano l'intero movimento protestante cristiano. La prima polarizzazione è •destra-sinistra-, e si manifesta con la continua dualità dei personaggi di rilievo. Agli occhi dei media nell'intero schieramento prevale la maestra». Ma questo è solo perché manca la voglia di verificare ciò che accade in convenzioni, congressi e assemblee in cui la posizione «di sinistra» negli ultimi anni è risultata minoritaria solo per pochi voti. La seconda differenza è ancora più difficile da esplorare per chi guarda da fuori. E' quella fra politica e non politica. Un'ala molto vasta del movimento battista tenta di sganciare le Chiese dall'automatico arruolamento poli¬ gn tico intorno a candidati e argomenti chiave, come è avvenuto negli ultimi anni. L'elenco dei «temi» va dalla questione dell'aborto alla questione della bio-genetica, e di colpo il paesaggio si allarga. Alleanza e controversie, militantismo di massa e divisioni febbrili coinvolgono la Chiesa cattolica. Qui c'è un punto delicato che l'osservatore deve considerare con attenzione. Nessuno ha mai stabilito un ponte fra Chiesa cattolica e movimento protestante fondamentalista: i protestanti americani conservano la loro antica diffidenza per la struttura gerarchica e la raffinatezza teologica della Chiesa cattolica, e i cattolici continuano a vedere i protestanti — specialmente le Chiese «popolari» del fondamentalismo — come una versione 'minore» e meno colta della predicazione cristiana. Il saldarsi su alcuni temi chiave avviene su un terreno che non è più strettamente interno a ciascuna Chiesa e non è ancora politico. Si tratta infatti di temi sollevati con forza e in molti casi con asprezea.che provocano polarizzazioni e divisioni profonde, e si espandono nella vita pubblica e nel mondo politico. Per esempio la questione genetica è diventata materiale di battaglia del movimento fondamentalista — con Jeremy Rifkin, ex leader degli Anni Sessanta diventato poi predicatore cristiano, prima di essere un punto di riferimento dell'insegnamento cattolico. Anche importanti gruppi laici, preoccupati del problema genetico, hanno pubblicato documenti e direttive di moralità non religiosa che sono diversi nelle raccomandazioni ma non nelle premesse, nella preoccupazione e nel tentativo di cercare risposte adeguate. Dunque il carattere strano del momento sembra essere questo: una sfiducia diffusa nel mondo scientifico e in quello politico induce a cercare soluzioni in termini religiosi. Ma l'allargarsi del territorio annesso alla religione provoca spaccature profonde dentro le Chiese stesse, in un fluttuare di punti di accordo e di disaccordo, di aggregazione e frattura. Il meno sospettabile dei pensatori americani, Charles Krauthammer, portatore di cultura laica e non crii liana ma attentissimo ai temi morali, che si esprime in una vivacissima presenza sulle colonne del settimanale politico New Republic si è fatto carico di una certa difesa della lettera vaticana sulla procreazione artificiale. Lo ha fatto perché ha notato l'aggancio senza precedenti fra i temi che stanno a cuore alle Chiese protestanti e questo nuovo segnale di sintonia della Chiesa cattolica (era già avvenuto con altrettanta fermezza sull'aborto). E lo ha fatto perché nel suo mestiere di commentatore politico si è accorto del grandissimo spazio vuoto lasciato dai legislatori, occupato, forse con troppo impeto, dalla vitalità inquieta degli scienziati. L'esame a cui Krauthammer sottopone le direttive di mm alita genetica della Chiesa non è benevolo né amichevole. Punto per punto nota e fa notare quello che a lui sembra un rigore eccessivo e dunque non realistico, una misura troppo stretta per accomodare esigenze e sentimenti (per esempio è il problema della coppia sposata che non riesce ad avere figli in modo tradizionale). E attribuisce al rigore della lettera vaticana una inevitabile •fragilità, di quei precetti. E infatti a distanza di una decina di giorni dal saggio di New Republic, il cardinale Bernardin ha parlato a Chicago, e con sorpresa di tutti il prelato italo-americano ha tenuto una posizione cautamente ma fermamente diversa da quella di Roma. Ha sostenuto che tocca ai genitori esaminare le loro opzioni e che non si può negare la legittima aspirazione ad avere un figlio, persino se avere un figlio è «tecnicamente impossibile». Per la prima volta una larga linea di divisione si disegna lungo un percorso dell'insegnamento cattolico. E' come se il contagio fra temi politici e crociate religiose si estendesse a una tendenza conflittuale che, se è tipica dei movimenti protestanti, è estranea, dalla Controriforma in avanti, alla Chiesa cattolica. Ma l'analogia di temi, tensioni e fratture fra le Chiese protestanti e la Chiesa cattolica, e il riferimento offerto da Krauthammer (-ci sono problemi che per la gente sono preoccupazione vera e profonda, ma non sembrano mobilitare i tecnici e i politici») portano alla spiegazione di una serie di fenomeni che si verificano insieme e che probabilmente non sono soltanto americani: la gente sembra cercare più religione, in cambio di un mondo politico complicato e deludente e di una scienza che non ha più il volto ottimistico del passato. In questo modo si creano più conflitti di religione perché le Chiese sono diventate il campo magnetico di molte tensioni e preoccupazioni popolari. Il fatto che gruppi di ricerca laici e giornali non vicini al pensiero religioso diventino luogo di discussioni iniziate in Chiesa è la dimostrazione di questo fenomeno. Ma intorno a questo fenomeno nascono problemi e pericoli: il primo è la risposta dei politici, che tendono ad antagonizzare sema sapere o ad accettare senza discutere, venendo meno in tutti e due i casi al loro impegno di rappresentanti popolari. Il secondo è il comportamento scientifico, preso fra la tentazione umile di fermarsi (che però contrasta con la missione della scienza) e lo scatto di orgoglio di procedere senza tener conto di nulla. Il terzo è il rapporto tra dialogo e con/Zitto. Le Chiese, che si sono impegnate a occupare un terreno morale rimasto vuoto e in tal modo rispondono ad ansie vere e profonde, riescono a dialogare oppure offrono solo la linea rigida del precetto? Questa è in fondo la domanda chiave che può distinguere un'epoca di conflitti durissimi e diaspore squilibranti da una fase di cauta e intelligente revisione dei luoghi comuni, compreso quello di una automatica superiorità della scienza. Farlo Colombo

Persone citate: Bakker, Charles Krauthammer, Falwell, Jeremy Rifkin, Krauthammer, Reagan

Luoghi citati: America, Chicago, New York, Roma