La carica delle stellette

La carica delle stellette Di Martino sostituisce Poli (candidato de) alla guida dell'Esercito La carica delle stellette Molti alti ufficiali hanno accettato di entrare in liste elettorali - Diverse le interpretazioni: un riconoscimento dei partiti alle Forze annate o c'è la volontà dei militari di contare di più? ROMA — Nella corsa per la nomina del capo di Stato maggiore dell'Esercito ha vinto il generale con più anzianità, e 11 più vicino ai politici. Ciro Di Martino. 62 anni, comandante della Regione militare centrale, accreditato di simpatie, ricambiate, per la de, è da Ieri il nuovo comandante della Cenerentola delle Forze armate. Ma per otto mesi appena, a meno di una proroga, perché nel prossimo gennaio andrà in pensione. Di Martino, nato a Napoli il 13 gennaio 1925, laureato in giurisprudenza, ha frequentato l'accademia militare, la scuola di applicazione, la scuola di guerra, corsi di specializzazione in Usa, Francia e Gran Bretagna. Ha tra l'altro comandato la divisione meccanizzata «Folgore», il Quinto Corpo d'armata e le scuole di guerra n Consiglio dei ministri ha scelto il nome di Di Martino — che è stato sottocapo di Stato maggiore dell'Esercito — all'interno di una rosa di una dozzina di candidati, nella quale era assente l'unico ufficiale con anzianità superiore a Di Martino, il generale Antonelli, tagliato fuori dal fatto che per limiti d'età lascerà l'Esercito a giugno. Quella carica pro-tempore decisa da un governo protempore aveva suscitato la reazione preventiva dell'ex ministro della Difesa, Spadolini: secondo 11 pri, un esecutivo non sorretto da una maggioranza parlamentare doveva sentire l'obbligo di rinviare la nomina. Gas pari aveva replicato seccamente che l'Esercito non poteva rimanere privo di vertice. Altre polemiche preventive erano sorte all'interno dello stesso Esercito, dove il nome di Di Martino, Indicato come probabile capo di Stato maggiore, incontrava ostilità. Inoltre Di Martino veniva contestato per la presunta vicinanza con 11 potere politico, che molti quadri militari, soprattutto nell'Esercito, accusano di insensibilità verso i problemi delle Forze armate. Ma questa contiguità sembra ormai appartenere alla storia recente dell'Esercito, se si può Interpretare cosi la candidatura nelle liste democristiane dei due precedenti capi di Stato maggiore. Poli e Cappuzzo, e di un altro ufficiale ili rango, 11 comandante delle Forze terrestri alleate del Sud Europa, Donati. Al punto che Spadolini ieri ha posto formalmente il problema, annunciando che il suo partito proporrà una legge che impedisca ai militari (e ai magistrati) di concorrere nelle elezioni. Secondo Spadolini, «t punti di riferimento delle istituzioni dovrebbero essere posti costantemente al riparo da influenze o strumenta¬ lizzazioni partitiche: DI fatto, la carica del generali non ha precedenti nella storia politica del Paese (a parte sporadiche candidature nel passato di ufficiali di alto grado, come Blónde ili e FaUucchi) e gratifica l'Arma che si sente più negletta. «Le candidature nel maggior partito del Parlamento rappresentano un riconoscimento al prestigio dell'Esercito», afferma un colonnello dello Stato maggiore. Altri vi leggono il segno di una disponibilità nuova verso le Forze armate, che negli ultimi tempi hanno più volte proclamato la volontà di pesare di più nelle decisioni che coinvolgono 11 mondo militare. Altri ancora credono di Indovinare nella campagna acquisti condotta in caserma dalla de 11 tentativo di catturare la protesta dei mllltart contro il potere politico, e l'ostilità di alcune ge¬ rarchie verso Spadolini, precedente ministro della Difesa in un perìodo di tensioni. Lo sbocco parlamentare sembra comunque entrato nel futuro delle gerarchie militari prossime alla pensione, assieme all'Ingresso, secondo una prassi ormai consolidata, nell'Industria bellica. Altri partiti hanno pescato candidature tra 1 militari. I socialisti presentano Giovanni Guiscardo, colonello dell'Esercito eletto nel Cocer, e Felice Blgnarelli. generale In pensione dell'Aeronautica, n colonnello Spinozzi (Esercito) è nelle liste missine. I radicali si affidano a tre ufficiali che hanno contestato la gestione dell'apparato militare: il generale Vivianl e 1 capitani di fregata Alberto Ferrare e Angelo De Feo. Quest'ultimo fino al T7 era capo di divisione al Ris (ricerca speciale del controspionaggio). Guido Rampoldl

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