E' PERDUTO? di Paolo Taggi

f PERDUTO? f PERDUTO? rio di ritrovare un rapporto personale con il mondo che ci circonda. Il budget definito (dieci milioni al massimo) e la clausola che 11 viaggio fosse effettivamente realizzabile da parte del viaggiatore hanno costituito un freno alla fantasia assoluta, ma non hanno bloccato l'Inventiva. WERNER Herzog racconta nel suo film FiUxarraldo che l'uomo che per primo vide le cascate del Niagara non venne creduto. Dopo avere ascoltato la sua descrizione di quello straordinario spettacolo naturale, gli amici gli chiedevano di portare delle prove: «La prova è nei miei occhi», rispondeva lui, deluso. Il nostro concorso «L'altrove è perduto?» nel punto di domanda finale ha riassunto un dubbio e rilanciato una sfida. Abbiamo chiesto ai lettori della Stampa di Indicarci nuovi itinerari da percorrere, nuovi modi di andare, mete insolite da raggiungere. Abbiamo chiesto loro di ridisegnare la mappa di una geografia del desiderio di viaggio non ancora tracciata che non si alimentasse soltanto nella fantasia. Oli oltre quattrocento progetti che abbiamo letto ci offrono per la prima volta 11 quadro di come l'idea di viaggio lavori ancora nella nostra mente. Se gli eroi di un tempo nei film più recenti si guardano in giro delusi convinti che «ormai tutti i luoghi sono uguali-, «che non c'è più nessun posto in cui vale la pena di andare», i lettori che hanno firmato gli itinerari che abbiamo letto in questi mesi danno risposte di segno opposto. Molte proposte individuano viaggi insoliti, originali, inediti, al limite della possibilità, ma sempre realizzabili; finora mal pensati, ma non Impensabili. Ogni progetto rivela un lavoro attento, una carica di entusiasmo notevole e la convinzione (qualche volta dichiarata) che già la stesura del progetto (magari in coppia, magari con la collaborazione di tutta la famiglia) ha favorito l'evasione, ha riattivato la voglia di partire; ha risvegliato il deside¬ Settimanale dei viaggi e della buona tavola Brezzo) ; alla ricerca dell'anima armena (P. Ferrari e A Pastorino). L'itinerario sulle antiche «piste del sale» (Ettore Brezzo) ritrova in un unico percorso un'antica tradizione, un popolo affascinante e sconosciuto, il mistero di un luogo e un modo di percorrerlo quasi rituale. Infine 11 viaggio nelle memorie letterarie ci porta a ritrovare le tracce (vere o presunte) del passaggio di Ulisse, della terra abitata da Robinson Crusoe, dell'Isola del Tesoro e di quella di Staffa dove Venie fa scorgere a Mrs. Campbell 11 mitico raggio verde (Pier Maria Allolio). Patrizia Monaco suggerisce un horror tour nei luoghi delle tragedie shakespeariane, Corrado Rizzardelli un percorso nei luoghi della letteratura americana: dalla casa di Emily Dlckinson alla spiaggia dove nacque l'idea di Moby Dick. Mario Marchetti è convinto che la Macondo delle ultime pagine di Cent'anni di solitudine non sia più Aracataca, ma Barranquilla e va alla ricerca dei luoghi cari a Gabriel Garda Marquez, dove la realtà ha forme magiche. Stefano Clemente elabora due progetti: ritorno negli ambienti e nelle situazioni proposte da film famosi, disposti a riviverli; ritorno in luoghi fotografati da qualcuno con 11 compito-gioco-missione di rintracciare le stesse inquadrature per riportare un album identico a quello di partenza. Se le parole e le immagini non bastano per esaurire la nostra voglia di conoscere un luogo, allora i percorsi si moltiplicano. Tutto è altrove se l'unica prova ritorna ad essere dentro 1 nostri occhi. Nel tempo della vita si spinge Alberto Lehmann. che rintraccia nel pressi di Gerusalemme la dantesca -Selva Oscura-, a Madeira 11 Purgatorio e nella scomparsa regione di «Gondwana» il Paradiso perduto. L'idea di altrove «D mio altrove è un grumo di terra in mezzo all'Oceano. E' un'isola, il suo nome è Trlstan da Cunha», un'isola fuori dalle rotte, terra di naufragio (Andrea Plebe). L'altrove sono le Isole Svalbard, popolate di minatori «dove dominano le spietate leggi della natura... e 11 nulla ci circonda» (Massimo Mauro). «L'altrove è per me l'Africa... un'Africa dell'avventura autentica, non fatta di coltelli multiuso e di giacche a mille tasche, dove le tappe non sono Insindacabili» (Laura Mulassano). •E' altrove un deserto arido, praticamente disabitato, inospitale? E' altrove il momento di incontro con i misteriosi e primitivi boscimani?» si chiede Laura Dubini Per Giorgio Caproni l'altrove geografico è un lago egiziano non rivelato dalle cane geografiche e identificato grazie al satellite. La sua meta mette in crisi l'ipotesi di un mondo ormai interamente esplorato. C'è il viaggio come disponibilità a cambiare, a dimenticarsi di sé. Disponibilità a conoscere e riconoscersi in altri popoli, anche nelle distanze che ci separano da loro: tra gli insediamenti berberi (Stefano Bandiera), tra gli abitanti delle isole Celebes (Giulio M. Brogliano) ; tra 1 popoli delle montagne dello Yunnan (Marco Rubinelli) ; tra i pigmei della foresta dell'Itturi (Ettore Spazio e tempo Recuperare l'altrove può voler dire recuperare una nuova dimensione del rapporto spazio-tempo. Ad esempio scegliendo mezzi insoliti: un barcone ad otto posti per conoscere la Francia del Sud, come propone Mariangela Bilia; In canoa sui più bel laghi delle Alpi Piemontesi (Erio Capello) ; dentro l'Africa in mongolfiera e parafan (C. Tomatis e P. Corteggiano); 11 giro del Piemonte In carrozza; l'Africa in treno (Claudio Milanese e Ambrogio Blsetti) ; l'Amazzoni a in battello (Bruno Rivella). Ma 1 progetti che ci sono arrivati confermano una seconda tendenza, propria del cinema degli Anni 80: viaggio nel tempo. La meta può concretizzarsi In un luogo dove la civiltà si è arrestata (tra popoli •lontani» millenni), oppure dove l'archeologia ha fissato per sempre la memoria di una civiltà scomparsa: Q regno dei faraoni neri dello Yemen del Nord (Guido La litoti) ; viaggio nella preistoria e nella protostoria (Laura Mulassano); i Romani in India (Wilma Cecchet). Più affascinanti sono state le proposte di viaggio (certamente stressanti, difficili) attraverso il tempo: «H viaggio impossibile» di Carlotta Servente; «Tremila anni in 20 giorni» (Domenico Luigi Badlni). mi i s&xmmàÉm mi*. ti s&xmmàÉm m L'altrove perduto in una famosa Inquadratura del film Paris Texas di Wim Wenders. Un'Immagine del film appare sulla copertina di un bel volume di saggi intitolato L'altrove perduto. Lo ha prodotto II Laboratorio permanente di ricerche sul viaggio, nato a Novara, per iniziativa del Comune, da un'idea di Giorgio Simonelli detl'Univorsltà Cattolica e di Paolo Taggl, regista Rai. Il Laboratorio ha dato vita a un convegno, una rassegna cinematografica e al nostro concorso. Alba Be: tra 1 bazar dello Xlnian tra Cina e Urss ci porterebbe alla ricerca di suoni e rumori antichi. In bazar affollati da decine di migliaia di persone. Il tempo come forma di espressione suggerisce il viaggio di Giovanna Bruno Camuso «alla ricerca della pittura della luce». Viaggi che ci porterebbero dalla preistoria al luogo più prossimo al futuro (una base spaziale) giocando proprio sulla rapidità di spostamento; contraendo il tempo vissuto per ritrovare in poche settimane tutti 1 tempi della nostra storia. Il tempo come modo di vivere è la meta di Paolo Taggi