Il fascismo in agonia scoprì il pluralismo

Il fascismo in agonia scoprì il pluralismo Il fascismo in agonia scoprì il pluralismo ventanni di regime: il pluralismo partitico, il voto alle donne e ai diciottenni, l'abolizione del Senato e l'elezione popolare del capo dello Stato per cui, anche se avesse vinto la guerra e fosse stato rieletto, Mussolini avrebbe dovuto andarsene in pensione allo scadere degli Anni Cinquanta. Franchi, ch'è deputato veneto del msi e responsabile nel suo partito dei Dipartimento problemi dello Stato, amplia in un saggio edito da SugarCo il discorso sui progetti costituzionali di Salò: oltre al documento Biggini — dice — ve ne fu anche uno del senatore Rolandini-Ricci e un altro di Spampanato, allora direttore del Messaggero di Roma, che lo presentò nell'ottobre '43 sempre su richiesta di Mussoli¬ ni: il suo progetto di assemblea costituente prevedeva, con un passo avanti rispetto a Biggini, il voto segreto. Tutti elementi dai quali, secondo Franchi (e questo è il senso del suo dire) si potrebbero ricavare un sistema politico e un modello di Stato con una loro validità per il presente. Sicuramente, i costituzionalisti di Salò, nella loro vana fatica (perché già nel dicembre '43 Mussolini aveva annunciato che la Costituente sarebbe stata convocata solo quando l'Italia •avrà ripreso il suo posto di combattimento, e il 16 dicembre '44, nel discorso del Lirico, la rinviò ulteriormente a •dopo la fine della guerra.) cercarono di innovare anche in senso profondo ma tenendo costantemente d'oc¬

Persone citate: Biggini, Mussolini, Rolandini, Spampanato

Luoghi citati: Italia, Roma, Salò