Dall'Arno al Tamigi in barca e per premio un po' di gloria

Due fiorentini partiranno sabato da Pisa e arriveranno a Londra a metà agosto Due fiorentini partiranno sabato da Pisa e arriveranno a Londra a metà agosto Dall'Amo al Tamigi in barca e per premio un po' di gloria Si rinnoverà il 14 maggio la sfida lanciata da Buffalo Bill? Cow-boy e butteri maremmani un rodeo come nel Far West Remando a turno DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — Dall'Amo al Tamigi in barca: tre mesi sull'acqua per percorrere 2300 chilometri (800 in mare, altri 800 sui fiumi, 700 sui canali). Oltre mezzo milione di colpi di remo. E' la regata più pazza del mondo, anche perché i protagonisti, i fiorentini Franco Ciardini e Giorgio Benvenuti, hanno 112 anni in due (57 il primo, 55 il secondo). Partiranno sabato prossimo da Pisa, arriveranno a Londra a meta agosto. Remeranno a turno e si parleranno via radio: mentre uno di loro suderà sul canoino, che è un monoposto lungo sette metri e largo settanta centimetri, l'altro lo seguirà su un camper. I loro nemici saranno la solitudine, ma soprattutto la fatica, che diventerà sempre più massacrante, n loro premio, se riusciranno nell'impresa, sarà soltanto quello di prendersi una rivincita su quanti hanno scommesso che non ce la faranno mai. Non guadagneranno una lira, anzi pagheranno di tasca propria parte delle spese (l'unico sponsor si chiama Ecoklub, è un ente che si occupa di ecologia). *Ho domito chiedere il permesso a mia moglie: l'unica vera difficoltà è stata questa; spiega Giorgio Benvenuti, che non è nuovo a imprese un po' pazze (l'anno scorso sali su una bicicletta a Bari e arrivò fino a Firenze, in undici giorni). Sua moglie si chiama Iolanda, gli ha risposto vagamente preoccupata: 'Caro Giorgio, non stai un po' esagerando?*, ma poi gli ha accordato il nullaosta, ha spiegato alle amiche che i mariti non si possono tenere in gabbia, altrimenti si innervosiscono. D'altra parte, anche la signora Iolanda non sta volentieri in gabbia: a volte, con lo zaino e la tenda, viaggia tutta la notte, in treno, per andare a fare il tifo per , con un «canoino» suo figlio Marco, che è un campione di canottaggio e quando arriva la mamma la vede anche da lontano, perché porta un cappellaccio di paglia inconfondibile. Giorgio Benvenuti, meccanico grafico in pensione, cominciò a remare quarant'anni fa (conquistò tre secondi posti ai campionati del mare) e non ha ancora smesso. Franco Ciardini, ex dirigente d'azienda. Invece prima del canottaggio ha fatto un po' di tutto: atletica, rugby, tennis, pugilato. I due si sono conosciuti alla Canottieri Firenze, a due passi dal Ponte Vecchio, e nella loro mente è maturata, pian piano, l'idea di questa regata, «io ero un po' in vantaggio su Benvenuti — dice Ciardini — perché sono divorziato e non ho dovuto chiedere il permesso a nessuno*. -Il canoino — continua Ciardini — è regolamentare, da regata ovviamente rinforzato, con l'impiego di un particolare compensato ma- ri percorso della (fregata percorreranno 2300 Giorgio Benvenuti e Franco Cirina ad altissima resistenza; i remi avranno la pala al carbonio. L'imbarcazione è stata battezzata col nome di Francesca, perché sia mia figlia che quella di Benvenuti si chiamano cosi. Ci porterà fortuna. Ne avremo bisogno, soprattutto quando saremo sul Rodano e dovremo rìsa- più pazza» djìagosjo chilometri su fiumi, canali e mare ardini, con il «canoino», che servUrlo: sarà una fatica massacrante*. Da Pisa i due intrepidi fiorentini raggiungeranno via mare la Costa Azzurra ed il Golfo del Leone sino alle foci del Rodano, che percorreranno controcorrente fino ad entrare nella Saona; poi, una fitta rete di canali navigabili passando per Reims e finalmente Calais e la Manica fino a Dover, quindi la barca verrà trasportata ad Oxford via terra perché il tratto delle scogliere è troppo pericoloso. Ancora un ultimo sforzo sul Tamigi e l'arrivo alla sede del «London Rowing Club», dove i nostri due eroi, stremati ma felici, porteranno il saluto delle società remiere dell'Arno a quelle del Tamigi nel 99° anniversario della costituzione del «Reale Rowing Club Italiano», oggi Federazione di canottaggio. • Abbiamo notato attorno a noi — dicono — una sottile forma di ironia. Ami, neppur tanto sottile: qualcuno ci considera dei matti e basta. Ecco, certi sfottò per noi diventano uno stimolo in più. Non ci saranno pericoli. La Marina Mercantile ci scorterà con una motovedetta finq^ al confine di Stato ed avremo..assistenza anche ol~ L'iniziativa ha però suscitato forti polemiche tra i leggendari «cavalcanti» gna romana ed a Firenze. Italo Molinari, antico buttero, presidente dell'associazione, «sacerdote» della liturgia dei «cavalcanti», come li chiamano in Maremma, ha dichiarato di «non voler aver nulla da spartire con quella gente (gli americani) perché sono soltanto dei mestieranti*. Molinari è documentatissimo. In casa conserva fotografie, ritagli di giornali che parlano del grande avvenimento, della grande sfida che avvenne a Campo del Fiori, alla periferia di Roma durante la quale un suo prozio, Augusto Imperiali, ridicolizzò Buffalo Bill ed 1 suoi uomini: «Ci ha aiutato il Padreterno*, dichiarò uno dei capi dei butteri di allora, un certo Clapino, per addolcire la pillola ai cow-boy sempre avvezzi a recitare la parte dei vincenti. «Se invece di bestemmiare avessero pregato — sentenziò il principe Chigi, come raccontano le cronache — la vittoria dei nostri sarebbe stata ancor più schiacciante*. Cose di altri tempi, calati in una realtà diversa, appunto quella di oggi. Ma oggi non c'è nulla da fare. Orgogliosi, spigolosi, gelosi della loro arte, 1 butteri maremmani, come afferma Italo Molinari, «in queste faccende come i rodei non debbono immischiarsi*. Il vecchio buttero, che tutt'oggi cavalca come un Dio, si impone come severo custode della «casta». Quindi non ama le esibizioni e la sfida di Capalbio non ci sarà. I butteri non possono •confondersi con quelli del rodeo* perché «sarebbe una profanazione della nostra tradizione, legata alla nobiltà del nostro lavoro, alla forza ed al carattere di alcuni grandi uomini del passato, gente rispettata, che sapeva farsi rispettare. La nostra è una autentica cultura, non roba da •pitto»?onfiii ■■•■'b'f il .... Omero Marraccini del Far West vennero umiliati tanto che lo stesso Cody (che pure aveva ricevuto pochi attimi prima la benedizione di Papa Pecci, ossia Leone XUT) dovette far tanto di cappello alla loro, per altro proverbiale, abilità nell'arte di cavalcare e di domare il bestiame selvaggio. Sono fatti di cui ancora si favoleggia In Maremma. Per questo la «sfida» di Capalbio è stata respinta con sufficienza e quasi con sdegno. L'associazione dei butteri ha fatto sapere che 'il conto è già stato saldato una volta anzi due* perché la sfida si ripetè nel 1890 nella campa- fali (si vantò di averne uccisi in una sola stagione 4862) e di indiani, lasciò l'esercito e si dette alle attività circensi e venne ad approdare anche In Italia. Fu proprio qui, in Maremma, anzi da parte dei butteri maremmani, che l'orgoglioso Buffalo Bill si prese una lezione che dovette ricordare per un bel pezzo, dato che i butteri (anche allora sfidati a gareggiare con i cow-boy) dimostrarono di essere all'altezza della situazione. C'era In ballo l'onore della Maremma ed i butteri non si fecero pregare due volte: gli uomini più abili della troupe GROSSETO — Nel Far West, anzi in Maremma, c'è chi vuol far rivivere l'antica sfida fra i cow-boy del leggendario Buffalo Bill ed i butteri maremmani, gli uomini che vivevano a cavallo (qualcuno lo fa ancora oggi) per visitare le mandrie selvagge, n «guanto» è stato gettato da una organizzazione rodelstica, che, tenendo conto del richiamo turistico di una manifestazione del genere, propone di tenere la competizione a Capalbio, un paese di fronte all'Argentario, nei giorni dal 14 al 24 maggio. Sarà un rodeo «ItaliaUsa», insomma una di quelle manifestazione all'americana come quelle viste tante volte al cinematografo, basate sulla doma dei cavalli e dei tori, rese avvincenti dai giochi spericolati e spettacolari dei cow-boy. Il tutto sarà condito con spettacoli di vario genere, una sorta di «gran Barnum», con bande, folklore, elezione di miss e cantanti in concerto. La notizia dell'imminente rodeo ha fatto chiasso in Maremma ed ha suscitato reazioni e anche aspre polemiche. Fa discutere soprattutto il manifesto del rodeo, che annuncia: «Cento anni dopo Buffalo Bill, ritorna la grande sfida*, mettendo con le spalle al muro i butteri (oggi riuniti in associazione) implicitamente invitati a misurarsi in prove di abilità con i vari Brad Mattox del Kansas, campione assoluto per il 1988; Larry Scott dell'Oklahoma, insuperabile nel bull ridlng; i vari Grenught, 1 Gardner, e i Me Beith, che dominano nei corrai dell'Ohio, del Texas e della California. La sfida e quel nome soprattutto, Buffalo Bill, evocano nel maremmani una epopea che toccò il culmine nel 1890, quando il colonnello William Cody, dopo aver smesso di fare stragi di bu¬ rvirà per la regata Amo-Tamigi