Manager e gesuita

DAL '600, GUIDA PER L'AZIENDA DAL '600, GUIDA PER L'AZIENDA Manager e gesuita Alle soglie del Duemila, il manager guarda al Seicento. Il secolo del teatro e dell'attore, della dissimulazione in politica e dell'ombra in pittura, il secolo dell'artificio e dell'ornamento. Un volume scritto da un gesuita del Scicento spagnolo, {'Oracolo Manuale di Baltasar Graciàn, pubblicato per la prima volta nel 1647 e presentato ora dall'editore Guancia («Trecento massime per il manager di oggi»), è al centro di una fortuna che ha del sorprendente: due edizioni nel giro di qualche mese, saggi su riviste, articoli, discussioni, e un libro. Un volume di quasi 500 pagine scritto da un manager, professore di economia industriale e organizzazione aziendale all'Università di Bari, che ammette di avere rimeditato a fondo, dopo aver letto l'opera omnia di Graciàn, le sue idee in fatto di management e direzione aziendale. Non solo: il gesuita gli ha ispirato una specie di decalogo per i manager, «sette regole eli vita organizzativa», che il professore ha trasmesso a collaboratori e allievi. L'ingegner Gianfranco Dioguardi, quarantanove anni, ha scritto recentemente tre libri: L'impresa nell'era del computer, L'impresa come laboratorio (Edizioni Sole 24 Ore, quest'ultimo realizzato con altri autori), e Viaggio nella mente barocca, saggio corposo e di piacevole lettura dedicato a Baltasar Graciàn e pubblicato da Seller io. Perché questo gesuita? «Perché è un uomo intelligente, poco conosciuto e molto in sintonia con i nostri anni. Anni barocchi, ricchi di simulazioni, maschere e intrighi. E poi perché scrive in modo chiaro, accattivante». Un moralista per questi tempi di intrighi. Quali intrighi? «Sfrpartiamo di sistemi,orga| nizz'a/ìvi, irt generale,. quindi dare un occhiata ai giornali: simulazione e inganno sono gli ingredienti chimici principali che si respirano nel Palazzo. Se invece parliamo di aziende, farei una distinzione. C'è il tipo di azienda chiusa al proprio interno, in cui la lotta per il potere riguarda i singoli partecipanti, ed è una lotta intrigante, subdola e dura. Ma c'è anche il tipo di azienda aperta, dove il confronto è fra i partecipanti e il mondo esterno, e l'obiettivo non è tanto quello del potere fine a se stesso, ma di portare avanti l'impresa nel suo complesso. La prima azienda è barocca. La seconda è l'azienda-laboratorio che guarda al futuro». Dunque Graciàn, da buon gesuita maestro di astuzia e prudenza, insegna al manager a muoversi nell'azienda «barocca», dove la lotta per il potere è più perfida... «Graciàn è un cronista fedele e scrupoloso: lo specchio col quale rappresenta la corte del suo tempo riflette spunti affascinanti, vicinissimi a noi. Qnismo, congiure per il potere, astuzie, inganni sottili, meschinità. 1 cortigiani sono ipocriti. Le seduzioni si pagano. Graciàn osserva e impartisce consigli, molti validi anche oggi. L'Oracolo Manuale si chiude con la massima numero 300: la virtù è catena di tutte le perfezioni e centro di tutte le felicità». E il manager confessa di aver letto e meditato le pagi' ne del gesuita nei ritagli di tempo, fra un viaggio e l'altro di lavoro all'estero. La sala d'aspetto di un aeroporto, una camera d'albergo a New York, il viaggio in taxi Il manager in giacca e cravatta saliva sull'aereo per gì; Stati Uniti, e appena seduto 'in poltrona estraeva dalla va ligetta di cuoio nero i libri di Graciàn. Cominciava un altro viaggio. Il manager dimenti cava computer e teorie di organizzazione aziendale, uffici asettici e poltrone girevoli, telefoni grigi e segretarie anonime, per tuffarsi nel secolo e nella mente di quel gesuita geniale e profondo, poco amato dai superiori ma gran conoscitore dell'uomo. Tempi di crisi e di apparenze, di trappole sottili e di sorrisi avvelenati. Graciàn dalla doppia faccia. Un moralista che dice: «Sappiti risparmiare. Non scomporti mai, domina le tue antipatie. Schiva di richiamare l'attenzione su tutto». Ma dice an- Albrecht Dtirer: «San Gerolache: «Non mentire, ma non dire tutte le verità. Sappi far ricadere il tuo male sulle spalle degli altri. Conosci i fortunati per averne la compagnia e gli sfortunati per sfuggirli». Consigli di virtù e consigli di perfidia. Ma chi è veramente questo Baltasar Graciàn? Un angelo o un demonio? Un maestro della dissimulazione o un uomo che, costretto a vivere in un'epoca di ipocrisie, insegnava a manovrare la zattera per non farsi travolgere dalla burrasca? «Graciàn non è un maestro di .ipocrisia. Non insegna a<fin-< gere. <E' un cronista che-si limi-, la a rappresentare un mondo nel quale si finge. Inutile nascondersi: i tempi del gesuita erano quelli, l'arte della prudenza era indispensabile come legge di vita. Se dovessi scegliere per lui fra paradiso e inferno, credo che alla fine deciderei per il purgatorio. Eppure, più che un suggeritore di comportamenti, lo definirei soprattutto un testimone. Un osservatore raffinato e onesto, che sapendo di essere davanti al precipizio cerca di difendersi come pud». Che cosa è cambiato nel manager dopo la lettura delle opere di Graciàn? «Tutti i suoi libri mi hanno fatto riflettere, da Acutezza e arte dell'ingegno, a L'eroe, Il Saggio, Il Criticone, a lavori che non sono mai stati tradotti in italiano. Graciàn mi ha fatto rimeditare parecchie cose. Per amo nello studio» (1511. pan.) o e i i r esempio mi ha insegnato a essere più attento nel fare in modo che nell'organizzazione aziendale non si strumentalizzino posizioni di privilegio per gestire interessi personali. E mi ha suggerito anche una maggior attenzione a motivare gli individui verso la causa comune». Il gesuita come autore per i giovani manager? «Se letto in senso critico sì. In senso strumentale può essere anche pericoloso». Perché offre delle armi per arrivare al potere? «Sì, anche se il suggerimento perverso può-non essere mai pagante.-.E, ■ va. rimeditato negli stessi discorsi "che Graciàn fa e nelle stesse contrapposizioni delle massime. Dalla massima numero cinque dell'Oracolo Manuale, "Far dipendere gli altri da sf (in modo corretto naturalmente), ho costruito sette regole di vita organizzativa che ho trasmesso ai miei collaboratori: sentirsi individuo, operare con entusiasmo, agire con semplicità, stabilire le priorità, agire con concretezza, comunicare direttamente, sentirsi un capo e non burocrate». Così, negli anni dell'elettronica e dei miao-computer, sull'aereo che porta il manager da Milano a New York c'è anche lui, il gesuita del Seicento, maestro di prudenza e di perfidia, il fine osservatore che guarda con distacco e malinconia le miserie degli uomini. Mauro Anselmo

Persone citate: Baltasar Graciàn, Gianfranco Dioguardi, Mauro Anselmo

Luoghi citati: Milano, New York, Stati Uniti